Silenzio

di maia, 26 Marzo 2010

Mi si accusa di essere un tipo pavido. Dice che preferisco il silenzio. Dice che sbaglio, che le parole, anche crude, sono necessarie. Sempre.

Non sono d’accordo. Qualche volta delle parole è meglio fare a meno.

Ieri sera, per esempio.

Nel mezzo di un evento mediatico senza precedenti, sbuca un cosino tenero, un pulcino bagnato, in evidente crisi da allergia primaverile, visto come si stropicciava ripetutamente il povero naso arrossato. Sale alla ribalta, fari troppo potenti su di lui.

Ho detto pulcino, ma forse era meglio coniglio. Sì, ecco, un coniglietto bagnato accecato dalle luci sfolgoranti di un set troppo più grande di lui. Ha fatto quello che fanno tutti i coniglietti accecati, si è immobilizzato e ti ha guardato con quegli occhietti acquosi, attoniti.

Impalato.

Azzittito.

D’improvviso tutto il bel discorsetto imparato a memoria va a farsi benedire, sbiadisce nella luce fredda dei fari.

Lui annaspa, non sa a cosa aggrapparsi.

Prova a ripartire, si inceppa di nuovo, quel paragone così acuto, quella similitudine colta gli scivola inesorabilmente fra le mani, e dire che la sapeva così bene, che l’aveva già esibita chissà quante volte davanti ai suoi amichetti.

E invece niente, l’occasione di una vita, quella di accreditarsi non solo come musicista colto, ma di upgradarsi addirittura a musicista colto-impegnato gli è mestamente evaporata fra le mani, lì, davanti a tutti.

Lui se ne accorge, se ne accorge eccome.

E reagisce nell’unico modo che gli è possibile.

Con un’altra citazione poetica fuori luogo e fuori contesto?

Ci prova, si vede che si sforza di riacchiappare qualcosa, qualche lontana reminiscenza che adesso non riesce proprio a vedere ma che, diamine, ci dev’essere, lì, che vagola solitaria nella mente annebbiata!

Il mio cavallo per una citazione, una qualunque, anche scolastica, perdio!

Ma tutto è inutile. Il nostro, in preda allo smarrimento più totale, sbraca.

Santoro, pietosamente, cambia discorso, introduce altri ospiti.

Ma lui, niente, non ci sta a fare la figura dello scemo, si reinfila nell’inquadratura, a forza, interrompe la discussione in corso e incomincia a sparlare confusamente. Si giustifica, blandisce gli astanti, non ottiene il plauso, perde il controllo, si innervosisce definitivamente.

Il coniglietto bagnato è sparito.

Ha ceduto il posto a un bimbo ansioso che, davanti alla tavola imbandita, di fronte ai parenti di ogni ordine e grado, si dimentica la filastrocca natalizia che aveva imparato con tanta fatica.
L’accesso rabbioso è incontenibile.
Nello stordimento totale gli pare finalmente di riconoscere qualcosa di familiare. E’ il mugghiare del pubblico in sottofondo. Ci è abituato a questo rumore, è il suo pane quotidiano, a X factor.
Ci si aggrappa con tutte le forze.

E’ a questo punto che l’ho fatto.
Ho tolto l’audio.
Sì, decisamente, a volte è di gran lunga meglio il silenzio.

Pit stop

di maia, 5 Marzo 2010

Sfogliando il Giornale, fonte di continua ispirazione…

No, scusate, ricomincio.

Scorrendo le pagine internet del Giornale, fonte di continua ispirazione, sono rimasta folgorata da un titolo.

Questo.

Il prossimo autunno non si esce se il tacco non è almeno “10”!

Dice proprio così, con punto esclamativo e tutto. E, insomma, a una che nel vestire prende ispirazione dalla Signora in Giallo1, leggere che il prossimo autunno non si può uscire se non indossando tacchi 10, vien su un bello sgomento.

Soprattutto pensando al quotidiano percorso accidentato casa/ufficio2.

Però se lo dice il Giornale, e così imperiosamente, vuol dire che qualche leggina è già allo studio dello staff PdC. Magari verrà infilata di straforo in un decretino milleproroghe o una finanziarietta estiva, con tanto di voto di fiducia, così ci sarà poco da fare, ci si dovrà arrendere alla nuova legge. La cui ratio al momento mi sfugge. Ma forse rientra tutto nel gran disegno di sviluppo della condizione femminile, da femmina semplice a Donna, un po’ santa, un po’ puttana, che da sempre è un pallino fisso del Premier.

Provo a leggere attentamente l’articolo per prepararmi almeno psicologicamente alla novità3, ma la mia attenzione è tutta puntata sulla foto, ne resto ipnotizzata, non riesco a concentrarmi e così del pezzo colgo solo brani sparsi.

…resta il fatto che le donne non resistono al fascino del tacco alto e alla possibilità di sentirsi più snelle…

Cosacosacosa? Col tacco alto c’è la possibilità di sentirsi più snelle? Perché io mi son sempre sentita solo più goffa? Ma diamine, se lo sapevo prima evitavo di spendere patrimoni (altrimenti utilizzabili in cose ben più utili e piacevoli, tipo torte e gelati) in pilloline e tisane purificanti e fanghi e alghe del mar morto4 e panciere-super-snellenti-10kg in meno in dieci giorni-garantiti-o rimborsati, il cui unico effetto è stato quello un ricovero per insufficienza circolatoria5.

…un ritorno al micidiale tacco stiletto, sottilissimo a tal punto da richiedere un vero e proprio brevetto di volo…

Cavolo, con questo rimango proprio fregata. Con la vista e i riflessi pronti che ho, a me non me lo daranno mai il brevetto. Così, niente, per tutto l’autunno prossimo non potrò uscir di casa. E che faccio? Il problema non è tanto il lavoro. Posso sempre licenziarmi. Il problema è tutto il resto. Chiusa in casa per mesi. Lunghi mesi piovosi. Anche il pomeriggio. Unica compagna, la tv. Cioè, lunghi pomeriggi piovosi a guardare Uomini e Donne. E Amici. Coi fanghi del mar morto.

No, via, magari ungendo qualche ruota in una scuolaguida di aeroplani…

…Quando si parla di comodità, tuttavia, nulla è paragonabile a una deliziosa … Pirelli PZero … Rubber Shell, scarpa dotata di una speciale struttura perfetta per camminare in caso d’improvvisi temporali. Con tomaia e guscio in gomma, ha una linea sagomata, capacità di totale isolamento e garanzia di massima traspirazione…

Mah, quando IO parlo di comodità, nulla è paragonabile alla babbucce di morbido pelo, con il trichecone disegnato sopra.

Ma la legge, si sa è legge. E, assurde o meno, liberticide o meno, le leggi vanno rispettate, come bene  insegnano i dirigenti del PDL in questi giorni.

E quindi quando questo autunno, in questo piovoso autunno pieno di improvvisi temporali, tu sarai lì, magrissima e traballante sui trampoli “10” a stiletto, finalmente libera dal vago sentore di mar morto, beccheggiando sull’acciottolato del centro, un brevetto di volo stetto in mano, non appena un improvviso fulmine squarcerà il cielo, dovrai semplicemente accostare ai box e un nugolo di omini vestiti di rosso ti circonderà, e in meno di 7″ netti ti calzerà un paio di scarpe Pirelli in comoda gomma sagomata, isolata e traspirante.

Ovviamente tacco 10.

  1. che comunque, per quanto la prendiate in giro, in qualche puntata si avventura su vertiginosi tacchi 4! []
  2. sì, lo so, il centro di Firenze è bellissimo. Ma i suoi sanpietrini sconnessi son ben più pericolosi per le caviglie di un dannatissimo campo minato []
  3. per la preparazione fisica temo occorrerà un po’ più di tempo. E di impegno economico. Inizialmente come minimo serviranno bastoni da passeggio. E materassini da piazzare tutt’intorno al percorso da esercitazione. Magari poi passo al negozio di bici a sentire se vendono anche rotelline di sicurezza da tacchi []
  4. che col fetore emanante dalle suddette alghe, non ci vuole certo Poirot per capire da chi è stato ammazzato! []
  5. ma questa è una brutta storia. Meglio non parlarne []
Postato in tempi moderni | 2 Commenti 

Perché non l’hanno chiesto ad Evans?

di maia, 2 Marzo 2010

Scusate, in questi giorni sto scrivendo effettivamente troppo, ma quando ho letto una nota di rael a un post sul blog del giallo mondadori proprio non ho potuto trattenermi.

Il pezzo è molto significativo. Spiega perfettamente come vanno le cose da noi, da un po’ di tempo a questa parte. Tempi in cui nelle posizioni di vertice in qualunque manifestazione/organizzazione/centro di produzione culturale non ci si mettono specialisti del settore, no,  ma nomi spendibili fra il grande pubblico.

Si mette a capo dei gialli mondadori (sempre che la notizia sia vera, che io non ci voglio credere) uno che confessa candidamente di non leggere gialli. Tranne quelli di Simenon e Stout. Ci mancava citasse Conan Doyle e la Christie e il poker era completo. Tutti autori che adoro, sia chiaro, ma limitarsi a conoscere loro ed essere messo a dirigere la collana di gialli più possente d’Italia è un po’ come se io fossi nominata direttrice di Cucina Moderna perché so fare divinamente il tiramisù. In pratica il nuovo direttore dei gialli Mondadori  della giallistica contemporanea non ne sa niente. Di quella italiana meno ancora. Meravigliosa la frase: ho accettato per più motivi. Innanzitutto, per fare una attenta escursione nella letteratura gialla attuale, conoscere gli autori italiani di libri gialli nel convincimento che fra loro c’è sicuramente qualche “campione”. Ah sì? E’ così che funziona? Cioè, prima si accetta la nomina a capo della sezione gialla di una delle più grandi case editrici e poi ci si informa sugli scrittori che circolano, da decenni, invisibili agli occhi del neodirettore, ma ben presenti ai tanti lettori, prevalentemente giovani e giovanissimi, al contrario di quanto lui pensa.

Egli, il preclaro direttore, pensa, infatti, che la sua mission (iniziamo anche noi, poveri sinistroidi piagnoni a parlare un po’ come si deve, eccheccazzo!) possa consistere nel: portare alla lettura dei gialli Mondadori   quel pubblico più giovane, diciamo dai 40 anni in giù, che forse ha sempre avuto per anagrafe scarso rapporto con questo tipo di libri e che non ha trovato in televisione o nel cinema uno stimolo a questa particolare letteratura, senza sapere che negli ultimi anni sono proprio questi, i “ggiovani” i lettori forti del genere. Se si escludono gli appassionati di Camilleri.

Ecco, forse il problema del nuovo direttore dei Gialli Mondadori è proprio questo. Credere che la giallistica post-Simenon in Italia sia solo Camilleri.

Niente Macchiavelli e i suoi innumerevoli figliocci, niente apertura di un nuovo genere, niente Dazieri (edito Mondadori!), niente Perdisa Pop, per citare solo una delle fucine più attive per le nuove leve (gialliste o meno) di narratori italiani.

Ciliegina sulla torta, il finale del pezzo. Merita di essere riportato per intero: personalmente sono convinto che il telespettatore piuttosto che il lettore (di libro o di giornale) gradirebbe intervenire, esprimere una propria opinione, suggerire un passaggio della trama e non solo banalmente il nome dell’assassino.

Cioè, i gialli della collana Mondadori seguiranno i suggerimenti degli “utenti”? Magari con un bel televoto? Che si fa, “Amici dei Gialli Mondadori”?

Ma si può?

In Italia sì.

In Italia si può nominare direttore dei Gialli Mondadori nientemeno che Maurizio Costanzo.

O almeno così pare, che l’unica conferma che ho trovato alla notizia è sul Corriere della Sera.

Quindi ho ancora qualche speranza che si tratti solo di una terribile bufala.

Prossimamente, nei peggiori bar di Caracas

di maia, 1 Marzo 2010

Finalmente.
Dopo chili di suole consumate1, litri di unghie mordicchiate2 nell’attesa, spasmodica, snervante, il momento è arrivato.
E ci si accorge subito che ci siamo.
Basta affacciarsi un attimo alla finestra, girarsi attorno, basta leggere gli innumerevoli lanci su internet, basta aprire un blog a caso. Da Trieste in giù, è tutto un risuonare di evviva, un riecheggiare di urrà. E’ tutto un vibrare di ansia eccitata. E nell’aria, l’inconfondibile, penetrante odore della gioia, mista a incontinenza.
No, non sto parlando della nuova serie di Boris (dopo l’orribile finale della seconda serie, mi ero ripromessa di non scriverne mai più. Dico, ma si può vedere un finale del genere? Così tirato via, così rabberciato? Niente, mi son sentita tradita e presa in giro, come una donna lungamente corteggiata che finalmente si concede all’uomo tentatore e quando, dopo bruciante attesa, finalmente, gli si mostra, bella, calda e nuda sul letto di lenzuola di raso, lui si gira e dice “no, grazie, oggi non ho voglia”. Ma si fa così?), in onda stasera, da qualche parte sul satellite (col cavolo che gli faccio pubblicità. Vergogna, traditore di un Biascica! Ridurti a omuncolo, dopo essere stato il grande, cinico fanfarone che mi aveva stregato…).
No, parlavo dell’Evento dell’anno, del Grande, dell’Unico, dello Spettacolo Con La Esse Maiuscola.
Signore e signori, finalmente potrete assistere a Hello Kitty, lo Show! In tutti i migliori teatri d’Italia. E anche nei peggiori. E anche nei medi. E’ praticamente ovunque!
C’è davvero, non scherzo.

(E comunque se René non ri ripiglia, io Boris non lo guardo più. Giuro!)

  1. o come si misurano le suole consumate []
  2. e le unghie mordicchiate? []

Femminile, singolare: simmetrie

di maia, 1 Marzo 2010

Lei: caro, mi guardi se mi sono truccata uniformemente il volto?
Lui: amore… a me sembra che tu non abbia niente in faccia.
Lei (seccata): sì, ma è un niente uniforme?