zapping…

di maia, 28 Febbraio 2007

ieri sera ero piuttosto depressa.
sin dal mattino le cose hanno preso a girare nel verso sbagliato.
come al solito ho perso troppo tempo a leggere il giornale in bagno (soprattutto le pagine di politica e spettacolo, ormai quasi indistinguibili) ed ho finito per far tardi. sono uscita di casa in fretta e furia per prendere un autobus che sapevo già perso, ma ho corso comunque a perdifiato, così, giusto per sentire le fitte da acido lattico nel mio corpo, una sensazione che amo molto di prima mattina… inaspettatamente, all’angolo vedo l’autobus che stava ripartendo, lo inseguo, inciampo, mi ripiglio, lo raggiungo e busso disperatamente alla portiera, maledico l’autista perché non mi apre. lui, tranquillo e con un sorrisetto sadico ad illuminargli il volto, mi fa cenno che ormai non mi può far salire e mi indica la fermata successiva. riparte sgommando.
non mi perdo d’animo, mi produco in uno scatto da fondista, quindi piuttosto lento, ma, complice un ingorgo provvidenziale, riesco ad arrivare alla fermata in tempo. salgo trionfante, porgendo un sorriso di superiorità all’autista, bagnata fradicia di sudore, il trucco sfatto, ma trionfante…
in quel mentre il bus riparte… e gira a destra! come a destra?!

– scusi, non è l’8 questo?
– no, mi spiace, questo è il 28, il cartello sul retro non è aggiornato…
penso velocemente se non sia il caso di implorare il caro, bravo autista di lasciarmi scendere subito per non essere portata troppo fuori strada, ma la sua espressione serafica mi fa capire che neanche il vecchio numero della lacrimuccia sarà efficace…

arrivo in ufficio con un’ora e mezzo di ritardo, mezz’ora più del solito…
maledico tutti gli autisti di tutti i mezzi, pubblici e privati.
mi ricompongo.
mi presento dal capo, lui mi accoglie così:

– scusa, dov’è finita la pratica urgente che ti avevo dato ieri?
– non si preoccupi, archiviata.
– ah si, e com’è che l’ho trovata nel tuo cestino della carta straccia?

– archiviazione… creativa?
e lì una ramanzina infinita (perché il mio capo ce l’ha con me, fruga addirittura nella mia spazzatura pur di trovare qualche scusa per darmi contro!)

che giornata!
comunque anche questa volta, dopo ore ed ore di estenuanti solitari (ne ho trovato uno carinissimo in rete, con sfondi esotici) e di partite di sudoku su internet, finisce.

aspetto il solito autobus per i soliti 45-50 minuti, ma non mi perdo d’animo, so che mi aspettano una tavola apparecchiata ed il mio letto, piccolo, ma scomodo.
arrivo davanti alla porta di casa, ma stranamente la chiave non la apre. Provo e riprovo, poi provo a suonare. i miei:

– CHI E’?
– sono maiaB
– CHI?
– maiaB, la vostra figlia maggiore!
– impossibile, noi abbiamo solo due figlie minori!

dopo estenuante trattativa, riesco a farmi aprire, dietro pagamento di vitto ed alloggio, niente cani, niente visite di uomini, niente sostanze strane…
sono corsa subito in camera ed ho acceso la tv (per l’uso della quale ho dovuto pagare un supplemento) per dimenticare…
(continua…)

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sul sesso 2

di maia, 21 Febbraio 2007

          

Che poi le suore ci tenevano alla nostra educazione.

Un anno venne fuori che volevano rivoluzionare i loro metodi d’insegnamento ed introdurre niente meno che qualche ora di educazione sessuale!
Ci portarono al cinemino interno (se non altro le suorine sono ricche) e ci fecero vedere il temutissimo/attesissimo filmino su come nascono i bambini.

Ricordo l’agitazione che prese la classe tutta al solo sentire la parola magica… Ricordo l’emozione nell’entrare nel salone semibuio… Ricordo i commenti e le risatine dei compagni maschi (che la sapevano lunga, o almeno così facevano intendere) e gli sguardi imbarazzati delle compagne… Ricordo il silenzio improvviso che calò nel momento in cui il proiettore iniziò a riversare sulla parete bianca le prime immagini…
Del film invece ricordo pochissimo, solo una scena, che è però rimasta marchiata a fuoco nella mia mente (allora) innocente, tanto è vero che ancora oggi, durante certi momenti molto intimi, non riesco ad impedire che baleni nel mio cervello…

Allora, una voce fuori campo, molto professionale, spiegava che quando un MARITO ed una MOGLIE si amano tanto, dal marito escono tante macchinine (e si vedeva effettivamente uno sciame, un profluvio, uno sproposito di macchinine piccolissime, variopinte, che però non si capiva da dove fossero uscite) che vanno nel garagino della moglie (di cui non si vedeva l’entrata, né se ne intuiva la forma…).
La macchinina più veloce vince e dopo nove mesi nasce il bambino.

Ora, a parte il fatto che le macchinine sembravano tanto delle fiat 126 e 127 (non proprio sinonimo di affidabilità e prestazioni dunque), spero sarà ulteriormente chiaro il perché ancora adesso, dopo anni passati a cercare di capire come è fatto il mio garagino, il sesso mi inquieta un poco…

sul sesso 1

di maia, 21 Febbraio 2007

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Ahhh… cosmopolitan! Ne ho visto per caso una copia in mano ad una signora sul bus e la mente mi si è subito affollata di ricordi…

Ricordo come fosse ieri quando da bambina, al mare, lo rubavo alla zia zitella-ma-ancora-piacente (all’epoca…).
Quante cose che ho imparato e quanti dubbi mi ha messo in testa quel periodico così patinato, così chic! All’epoca studiavo dalle suore, è facile immaginare il mio livello di preparazione su certi argomenti…
Dove non capivo, provavo ad arrivarci con l’immaginazione.
E spesso sbagliavo…
Insomma, ero piuttosto confusa…

Per dire, le suore, per inculcarci il senso della vita, a ricreazione ci facevano cantare:

"siamo nati per sposarci/
su dunque amiamoci/
la regina della casa/
diventerò!"

E non facevano che ripeterci "guardare ma non toccare!"
Quindi per anni ho creduto che fare l’esibizionista e/o guardona fosse cosa virtuosa ed al contrario toccare/si fosse cosa diabolica.

Un’altra cosa che raccomandavano con incredibili giri di parole, spesso incomprensibili, era di non fare assolutamente sesso, come dire, vaginale, dal che ne deducevamo che tutto il resto era permesso, però senza toccare/si era difficilissimo….

Cosmopolitan invece era tutto un altro mondo, una selva di raccomandazioni, consigli, confessioni, desideri, posizioni e contorcimenti, che a me sembravano cose fantastiche, nel senso di completamente estranee alla realtà, possibili solo nella fantasia di chi scriveva…

Poi dice che sono cresciuta con un senso quanto meno contraddittorio del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto, del lecito e dell’illecito, insomma di quello che si può o non si può fare nel sesso…

E anche quest’anno è passato

di maia, 17 Febbraio 2007


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Io ho dei problemi con San Valentino.
Non so neanche spiegarmi bene il perché, ma è sempre stato così.
Sarà perché è una festa assolutamente inutile. Un po’ come se si istituzionalizzasse la giornata della pulizia delle orecchie. Le orecchie vanno pulite sempre, mica c’è bisogno dell’apposita ricorrenza per comprare i cotton fioc! (E’anche vero che ci sono persone che le orecchie se le lavano molto di rado e che per loro una festa del genere sarebbe utile, ma questo è un altro discorso…)
Sarà perché a me un po’ tutte le feste comandate danno fastidio…
Sia come sia, io ho sempre cercato di presentarmi ben preparata all’appuntamento, prendendo tutte le precauzioni che ritengo necessarie.
Prima di tutte, l’essere single.
In tutti questi anni, anche quando ero “felicemente accoppiata”, ho sempre cercato di arrivare a metà febbraio da signorina, da zitella, insomma, senza ritrovarmi una dolce metà cioccolatino-munita fra i piedi, ricorrendo talvolta persino alle fatidiche parole “caro, credo ci occorra una pausa di riflessione” (ma l’odiosa formula mi si è poi ritorta contro, visto che l’ormai ex dolce metà non si è più rifatta viva…)
E così ho fatto anche quest’anno.
Però, pur chiudendo per tempo quella che era una bellissima storia, mi sono resa conto che l’accorgimento non era sufficiente.
Troppo dispendio di fiorellini, cuoricini, bacini, peluchini, reclamine, ma soprattutto di canzoncine d’amore… La già odiosa radio, che è tassativamente obbligatorio tenere accesa tutto il santo giorno, tutti i santi giorni ed a tutto volume nel mio ufficio, da una settimana andava diffondendo canzoni più irritanti e cretinamente zuccherose del solito.
Non ne potevo più, ne andava della mia salute mentale!
Così ho deciso che, a mali estremi, estremi rimedi. Questa volta avrei trovato un posto sicuro, nascosto, lontano da tutto il mieloso e cioccolatoso romanticismo a comando! Si, ma dove? Esiste un posto immune a questa pazzia collettiva, a questa malattia? Un momento… Immune? Malattia? Ma certo! (oddio, avevo già cominciato a parlare da sola, la situazione era più grave del previsto…) Ecco il posto che tanto cercavo, come avevo fatto a non pensarci prima? Qual è il posto dove regnano sempre tristezza e sofferenza? Dove l’attesa e la preoccupazione prendono il sopravvento su mellifluità e sdolcinatezza?
Ma l’ospedale!
Così ho deciso di farmi ricoverare. Oddio, non intendo un ricovero vero e proprio, ché a passare una notte là dentro non ci pensavo proprio, a me bastava superare le ore difficili della giornata per poi tornarmene tranquillamente a casa verso l’ora di cena, quando l’immondo teatrino ha già dato il meglio di sé.
E’ deciso, prenoto una visita medica, lunga e dolorosa, a tenere la mente bene occupata ed al riparo da eventuali trabocchetti che il santo più subdolo del calendario (dopo santa claus, ovviamente) è tanto abile a disseminare…
Così il 14 mattina entro tutta tronfia nell’ospedale di Careggi e subito il dolce effluvio di medicinali riempie le mie narici, liberandole dall’insopportabile puzza delle rose che riempiono ogni angolo della città…
Mi avvio all’accettazione, c’è una coda lunga, lunghissima. Bene, si comincia benissimo!
Mi siedo sorridente, aspetto il mio turno leggendo il librino che, previdente, mi ero portata dietro. Un paio d’ore dopo, tocca a me, mi comunicano l’importo del ticket, cerco di andarlo a pagare, ma l’unica macchinetta funzionante è in manutenzione e l’operaio se la prende molto comoda… Un infermiere imbufalito mi viene a cercare: “Che fa qui, perde tempo? Non possiamo mica aspettare lei sa!”
Che dolci parole per le mie orecchie… Mi trascina quasi per i corridoi, mi chiude in uno sgabuzzino e mi fa spogliare. Cerco di coprirmi al meglio con il camicino verde, completamente trasparente che mi hanno dato, con la raccomandazione che lo indossassi con l’apertura sul davanti, in modo che potessero “armeggiare meglio”(?).

Si presenta il dottore. Alto, sportivo, occhi di un blu intenso, stretta forte e delicata, sguardo indagatore…
Ho capito subito che sarebbe andata a finire male…
Improvvisamente mi rendo conto di non sentirmi molto a mio agio, ad ogni passo il camicino mi si apre tutto e, nonostante abbia lasciato calze e stivali indosso, mi sento completamente nuda… Ed i capelli? sicuramente adesso saranno spettinati!

Maledetto San Valentino!

giornata non troppo tipica (in trasferta a roma)

di maia, 8 Febbraio 2007

ambientazione: "una delle più grandi catene di negozi specializzati in ogni genere musicale" della capitale
reparto musica classica
si aggirano fra gli scaffali solo due signori anziani ed un ragazzo dagli enormi occhiali
un commesso sonnecchia dietro il bancone delle informazioni
qualcuno ha la pessima idea di svegliarlo…

– buon giorno, mi scusi, cerco un disco, un concerto per clarinetto ed orchestra di Mozart, credo sia il kv 622, ma non sono sicura…
– GUARDI, IL REPARTO MUSICA CLASSICA E’ DIETRO LE SUE SPALLE.
– si lo, so, ho guardato fin’ora ma non l’ho trovato, mi chiedevo se lo aveste, magari, in magazzino…
– UHMPF! ORA LE FACCIO VEDERE! M-O-Z-A-R-T, VEDE? E’ QUI!
– si, qui ci avevo già guardato…
– UHMPF! ALLORA…. ECCO! TENGA!
– ehm, mi scusi, qui c’è scritto "Klavierkonzerte" e poi c’è la foto di Benedetti Michelangeli…
– ?
– ehm… non è quello che stavo cercando…  insomma, questo non è un concerto per clarinetto…
– UHMPF!!! VEDIAMO… ECCOLO! ECCOLO, QUELLO CHE CERCAVA, C’E’, VISTO?
– ehm… questo è un concerto per oboe ed orchestra…
– E ALLORA? L’OBOE E’ MOLTO SIMILE AL CLARINETTO!

-… grazie…

intervallo

di maia, 8 Febbraio 2007

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bootdior
oggi c’era una in moon boot
no, dico, in moon boot, in pieno c’entro, con 15°…
(e forse non erano nemmeno dior!)

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giornata tipica 3…

di maia, 7 Febbraio 2007

– mi scusi, mi ero dimenticata di chiederle il film allegato al giornale…
– QUESTO? QUESTO E’ ALLEGATO AL GIORNALE, SE LO VUOLE DEVE PRENDERE ANCHE IL GIORNALE.
– si, lo so, ma il giornale l’ho già preso. mi ero solo dimenticata di chiederle anche l’allegato
– NONE, IL DVD SI VENDE SOLO COL GIORNALE!
– ma giornale ce l’ho già, vede? l’ho comprato due secondi fa, stavo girando l’angolo quando mi sono ricordata di aver scordato il film!
– E CHI ME L’ASSICURA CHE QUEL GIORNALE L’HA COMPRATO QUI? E SE L’HA PRESO DA UN’ ALTRA PARTE?
– ma se ero qui due secondi fa!
abbiamo parlato del tempo, che prima era troppo caldo, ora troppo freddo, dei suoi reumatismi…. si ricorda?
– EH, E’ VERO, A CHI LO DICE! MA PIU’ CHE ALTRO E’ L’UMIDO, SA, CHE FA MALE…
– si, infatti. ma il mio dvd?
– IL DVD SI VENDE COL GIORNALE.

– va bene, mi dia il giornale, può sempre tornare utile…

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