E anche quest’anno è passato
Io ho dei problemi con San Valentino.
Non so neanche spiegarmi bene il perché, ma è sempre stato così.
Sarà perché è una festa assolutamente inutile. Un po’ come se si istituzionalizzasse la giornata della pulizia delle orecchie. Le orecchie vanno pulite sempre, mica c’è bisogno dell’apposita ricorrenza per comprare i cotton fioc! (E’anche vero che ci sono persone che le orecchie se le lavano molto di rado e che per loro una festa del genere sarebbe utile, ma questo è un altro discorso…)
Sarà perché a me un po’ tutte le feste comandate danno fastidio…
Sia come sia, io ho sempre cercato di presentarmi ben preparata all’appuntamento, prendendo tutte le precauzioni che ritengo necessarie.
Prima di tutte, l’essere single.
In tutti questi anni, anche quando ero “felicemente accoppiata”, ho sempre cercato di arrivare a metà febbraio da signorina, da zitella, insomma, senza ritrovarmi una dolce metà cioccolatino-munita fra i piedi, ricorrendo talvolta persino alle fatidiche parole “caro, credo ci occorra una pausa di riflessione” (ma l’odiosa formula mi si è poi ritorta contro, visto che l’ormai ex dolce metà non si è più rifatta viva…)
E così ho fatto anche quest’anno.
Però, pur chiudendo per tempo quella che era una bellissima storia, mi sono resa conto che l’accorgimento non era sufficiente.
Troppo dispendio di fiorellini, cuoricini, bacini, peluchini, reclamine, ma soprattutto di canzoncine d’amore… La già odiosa radio, che è tassativamente obbligatorio tenere accesa tutto il santo giorno, tutti i santi giorni ed a tutto volume nel mio ufficio, da una settimana andava diffondendo canzoni più irritanti e cretinamente zuccherose del solito.
Non ne potevo più, ne andava della mia salute mentale!
Così ho deciso che, a mali estremi, estremi rimedi. Questa volta avrei trovato un posto sicuro, nascosto, lontano da tutto il mieloso e cioccolatoso romanticismo a comando! Si, ma dove? Esiste un posto immune a questa pazzia collettiva, a questa malattia? Un momento… Immune? Malattia? Ma certo! (oddio, avevo già cominciato a parlare da sola, la situazione era più grave del previsto…) Ecco il posto che tanto cercavo, come avevo fatto a non pensarci prima? Qual è il posto dove regnano sempre tristezza e sofferenza? Dove l’attesa e la preoccupazione prendono il sopravvento su mellifluità e sdolcinatezza?
Ma l’ospedale!
Così ho deciso di farmi ricoverare. Oddio, non intendo un ricovero vero e proprio, ché a passare una notte là dentro non ci pensavo proprio, a me bastava superare le ore difficili della giornata per poi tornarmene tranquillamente a casa verso l’ora di cena, quando l’immondo teatrino ha già dato il meglio di sé.
E’ deciso, prenoto una visita medica, lunga e dolorosa, a tenere la mente bene occupata ed al riparo da eventuali trabocchetti che il santo più subdolo del calendario (dopo santa claus, ovviamente) è tanto abile a disseminare…
Così il 14 mattina entro tutta tronfia nell’ospedale di Careggi e subito il dolce effluvio di medicinali riempie le mie narici, liberandole dall’insopportabile puzza delle rose che riempiono ogni angolo della città…
Mi avvio all’accettazione, c’è una coda lunga, lunghissima. Bene, si comincia benissimo!
Mi siedo sorridente, aspetto il mio turno leggendo il librino che, previdente, mi ero portata dietro. Un paio d’ore dopo, tocca a me, mi comunicano l’importo del ticket, cerco di andarlo a pagare, ma l’unica macchinetta funzionante è in manutenzione e l’operaio se la prende molto comoda… Un infermiere imbufalito mi viene a cercare: “Che fa qui, perde tempo? Non possiamo mica aspettare lei sa!”
Che dolci parole per le mie orecchie… Mi trascina quasi per i corridoi, mi chiude in uno sgabuzzino e mi fa spogliare. Cerco di coprirmi al meglio con il camicino verde, completamente trasparente che mi hanno dato, con la raccomandazione che lo indossassi con l’apertura sul davanti, in modo che potessero “armeggiare meglio”(?).
Si presenta il dottore. Alto, sportivo, occhi di un blu intenso, stretta forte e delicata, sguardo indagatore…
Ho capito subito che sarebbe andata a finire male…
Improvvisamente mi rendo conto di non sentirmi molto a mio agio, ad ogni passo il camicino mi si apre tutto e, nonostante abbia lasciato calze e stivali indosso, mi sento completamente nuda… Ed i capelli? sicuramente adesso saranno spettinati!
Maledetto San Valentino!
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Commento by baxx — 18 Febbraio 2007
eh, cara Maia, la scusa della pausa di riflessione è vecchia e non se la beve più nessuno. quasi nessuno, che a pensarci bene ho un pò di amici/che in fiducioso stand-by, ma come una rondine non fa primavera qualche idiota non fa statistica!
per la radio, bè basterebbe sintonizzarsi su Radio Maria per avere immediati nonché benefici influssi su corpo e mente… ma se è vero che il mare va curato alla radice, allora è certo che un buon medico può far miracoli in certi casi!
ma… non è che poi invece di dirgli “trentatre” gli hai sciorinato il numero di telefono? sai, i lapsus, a volte…
Commento by utente anonimo — 19 Febbraio 2007
Io sono in pausa di riflessione con varie fidanzate, con una da 21 anni. Nel frattempo che riflettiamo, mi accoppio con altre future pausanti.
Commento by cronomoto — 20 Febbraio 2007
coraggio, è passata 🙂
Commento by maiaB — 20 Febbraio 2007
eh baxx, la tentazione era forte, ma quando ha iniziato ad infilzarmi con queli agoni, mi è passata tutta la poesia…
anonimo, credo il tuo sia il metodo migliore per riflettere. in fondo se non si sperimenta attraverso vari accoppiamenti, come si fa a capire qual’è quello giusto?
crono, putroppo fra meno di un anno ritorna…
(ah, e va bene che ho tendenze masochistiche neanche tanto latenti, ma radio maria…)
Commento by bloogo — 20 Febbraio 2007
Mi piace l’idea di baxx: “il maRe va curato alla radice”…
E comunque, come ho già detto altrove ( o qui?), c’è gente come il sottoscritto che a sanvalentino deve anche fare i conti con gli anni che passano. O meglio: arrivano e restano lì, che poi te li devi portare appresso…
Commento by baxx — 20 Febbraio 2007
mare… radice… ehi, potrebbe diventare lo slogan per qualche campagna ambientalista!
in questo momento sono molto orgoglioso di me, sissignore. piuttosto e anzichenò.
Commento by nate — 20 Febbraio 2007
ma come, noi single di solito cerchiamo di impegnarci a san valentino… e te che sei impegnata ti liberi apposta?? è proprio vero che chi ha il pane non ha i denti e i denti non ha il pane…eheheh
Commento by maiaB — 20 Febbraio 2007
ma come, sei fiorentino pure tu, dovresti ben conoscere il bastiancontrarismo che ci contraddistingue!