Professionalità, perdio!

di maia, 19 Gennaio 2011

Comunque penso che si possa trarre una morale anche da tutto questo casino.
Non ci si improvvisa professionisti ad alto livello, in nessun campo.
Ci vuole dura gavetta e dignità anche per fare la puttana.

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Santo subito

di maia, 14 Gennaio 2011

Ahhhhh, essere malata che bello. Niente alzarti presto la mattina, niente far finta di capire una lingua aliena, puoi rimanertene a casa, sotto il plaid a quadrettoni, a goderti il meglio della programmazione televisiva italiana. In alcuni casi senza nemmeno dover accendere la tivvù.
La trasmissione della d’Urso, per esempio, si sente benissimo anche dall’appartamento di fronte. Specialmente il dibbattito.

Questa sera doveva essere qualcosa tipo i sani valori della brava famiglia cattolica italiana contro il resto del mondo.
Peccato solo la maledetta nausea che mi ha costretta tutto il tempo in bagno a vomitare. Dice sia il virus.
Comunque pare abbia vinto il Papa.
O i Dolce & Gabbana Milano Thunder, non ho capito bene.
Peccato, io tenevo per i San Antonio Spurs.

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Le cose da non dire

di maia, 1 Gennaio 2011

Una cosa che mi hanno insegnato in tutti questi anni le mie vere balie, ovvero i cartoni giapponesi (soprattutto Candy Candy) e le serie tv americane (tutte) è che non è sempre male mentire. Che ci sono le bugie fini a se stesse che sono cattive e non vanno mai dette. E che però esistono anche le famose bugie a fin di bene che sono buone. E non è proprio così brutto dirle. Anzi, spesso è un bene dirle. Anzi, vanno proprio dette.
Perché a volte l’altro non è pronto a farsi sbattere in faccia la nuda verità.
Tipo che uno non ha bisogno di circondarsi di gente per divertirsi.
Perché c’è solo una cosa che suona più incredibile alle orecchie di un conoscente del fatto che trovate divertente trascorrere le vacanze da soli. Ed è il fatto che trovate divertente trascorrere il capodanno da soli. Da soli con il vostro lui/lei, intendo.
– Amore, che fate a capodanno?
– Vedessi, mamma, siamo a una festa bellissima, saremo un trecento-quattrocento, in un castello medievale coi ponti levatoi e tutto, con aperitivo, cena pantagruelica, discoteca…
– Ma non ti è mai piaciuta la discoteca!
– …tutti vestiti in maschera e a mezzanotte il cinzanino dolce…
– Ma se hai sempre odiato il pippone! Sin da bambina, But, ci dicevi, volio il Buuut! Insieme ad altre cose, tipo che ti avevamo adottato da un orfanotrofio di pony in america o inghilterra, che una volta diventata capitano delle guardie avresti ucciso i lucertoloni verdi vestiti da umani…
– …e i giochi e i canti e i balli.
– Canti… oh, non sarà mica il caraoche! Hai sempre vomitato davanti al caraoche!
– E il trenino AEIOUY
– Diosanto, IL TRENINO! Allora ve la state proprio spassando! Beati voi, che qui si fa sempre la solita cena fra amici. Godetevela, voi che almeno potete.
– Come mamma? Non ti sento, qui ci si sta divertendo un casino! Aspetta, che rai1 dice che fra poco scocca la mezzanotte e qui è scoppiato il parapiglia! AUGURIIIII!

Poi si aggancia veloci il telefono, si abbassa la musica e ci si allaccia al proprio compagno, nella casa in penombra. Ci si abbraccia e si passa il capodanno a dirsi parole dolci e a servirci i manicaretti prelibati che abbiamo passato l’intero giorno a cucinarci1.
So che suona incredibile, ma questo è per me il migliore dei capodanni possibile.
O almeno lo sarebbe se fossi una pazza festofoba. Che io, non so se ve l’ho detto, il capodanno l’ho passato a una festa bellissima, in un castello medievale con ponte levatoio e tutto.
E comunque AEIOUY a voi, qualunque sia il modo in cui l’avete festeggiato.

  1. ognuno secondo le proprie capacità culinarie, si intende. Il che vuol dire che lui ha spalmato la salsa da tartine nei vol au vent e io ho fatto tutto il resto []