Piccolo manuale di sopravvivenza amorosa – ovvero: pochi semplici consigli per renderlo per sempre vostro
Ed infine, ecco a voi ‘imprescindibile manuale su come tenersi un uomo per sempre. Per Grazia. it consigli infallibili per tenersi il proprio compagno attaccato come una cozza. Visto il clamoroso successo riscosso dalle numerose rubriche sulle relazioni interpersonali fra uomini e donne del terzo millennio (leggi: posta del cuore), abbiamo (abbiamo nel senso di ho. Parlare al plurale conferisce vieppiù autorevolezza), abbiamo, dicevo, deciso di fornire spontaneamente il nostro (di me) decisivo contributo in merito. Qui ci occupiamo dei trucchi che la Giovane Donna deve adottare per creare e far sopravvivere una seria relazione amorosa. Non ci importa indagare se la voglia perché, nonostante tutto, il suo compagno le piace veramente, perché ormai si è arresa al fatto di essercisi affezionata, un po’ come al cane, o semplicemente perché terrorizzata all’idea di ritrovarsi nuovamente sola. Noi partiamo dal presupposto di aiutare la Giovane Donna che voglia tenersi l’Uomo che si è procacciata. E dunque, cara Giovane Donna del terzo millennio, è a te che mi rivolgo. Dì la verità, sei stufa della tua inutile autosufficienza? Sei stufa di ripetere (e ripeterti) che si sta meglio con se stesse, che è tanto bello autoanalizzarsi, autorealizzarsi, autoamarsi tutto il tempo? Su, confessalo che ciò che realmente vuoi è quello che denigri in pubblico! E che quando vai a casa dell’amica che “si è fatta incastrare, poverina. Ma guarda come si è ridotta a fare la schiava di quel rimbambito!” in realtà crepi di invidia. Perché è questo che vuoi. Tu vuoi un Uomo, per amarlo e accudirlo. Finché morte (o corna) non vi separi. Vederlo ogni giorno alla disperata ricerca dei calzini che lui stesso ha buttato sotto il letto, assistere alle sue scenate perché non sa dove stanno di casa le proprie mutande, ammirarlo, novello arlecchino, mentre si contempla allo specchio, smarrito, senza avere il coraggio di chiedere ancora una volta se quei pantaloni si accordano con quella camicia e quella giacca… Oppure saperlo afflosciato in salotto, avvinghiato a un telecomando che non usa, dal momento che piomba in catalessi nell’attimo stesso in cui il suo fondoschiena sfiora il morbido tessuto del sofà, mentre voi in cucina, stiranti, piangete guardandovi le registrazioni di centovetrine e elise di rivombrose e sognate Richard Gere in tenuta da marinaretto sul suo bel cavallo bianco che vi porta via da quel mondo triste di appretti con il manico… Chi è che non vorrebbe tutto questo? Ebbene, care amiche, voi lo avrete! Ma per raggiungere tale obiettivo, bisogna innanzitutto convincere l’Uomo a farsi sposare. O quanto meno a instaurare una felice e duratura convivenza. Come fare? Partiamo per gradi. Ammesso e non concesso che voi Giovani Donne siate sopravvissute a una delle tecniche di seduzione messe in atto dall’Uomo Conquistatore, adesso vi trovate davanti al difficile compito di trasformare l’insensatezza di una notte in una relazione stabile. E il modo migliore per riuscirci è convincere il prescelto che la stabilità è l’ultima cosa che vi interessa. Insomma, dovete fare le preziose. Fargli intendere che se accettate di uscirci così spesso, è solo perché in fondo vi fa un po’ pena. Attenzione, cercate di non essere troppo realistiche, altrimenti la preda potrebbe rimanerci male e non invitarvi più. Tutto sta nel trovare la giusta miscelazione fra noncuranza e affettuosità. Fra indifferenza e sesso sfrenato. A quel punto l’Uomo, che proprio non si capacita di come possiate essere immuni al suo fascino e che pure ha assaggiato e non può più fare a meno della vostra passionalità, è vostro. E qui iniziano i guai. Perché dopo due secondi due che vi si sarà dichiarato, l’uomo si sentirà oppresso, legato ad un cappio del quale non si era accorto e vi coinvolgerà in un estenuante minuetto, un sottile gioco di nervi, fatto di bugie, mezze verità e scuse incredibili. Voi dovrete sopra ogni cosa mantenere la calma. Sempre e comunque. Passiamo a un esempio pratico. Quante volte capiterà di trovarlo irreperibile fino alle tre-quattro di notte e a vostra domanda risponderà: ero fuori con un amico… Bene, in questi casi non, e ripeto NON, partire con l’attacco frontale. Sarebbe il modo perfetto per iniziare diatribe senza fine. E se non lo avete ancora sposato, non potete permettervele. Respirate, contate fino a dieci, e poi provate a imbastire un’amabile chiacchierata sul suo “amico”. Se sarete abbastanza abili e apparentemente distaccate, già al secondo scambio di battute verrà fuori che l’amico è in realtà un’amica, ma di vecchissima data. Di quelle con cui ci sono tanti ricordi in comune. Che certo che ci sono andato a letto, ma era una vita fa, prima di conoscerti, quando ero ancora un ragazzino. E ora non significa più niente per me, anzi… mi fa quasi effetto vedere come si è ridotta oggi… Certo, è vero, è la prima con cui ho fatto sesso, e la prima volta non si scorda mai, ma attrazione… zero! Bene. In questi casi dovete mantenere assolutamente la massima padronanza di voi stesse, non cedere su nessun fronte, niente occhio lucido, niente flessione nella voce, nessuno sguardo assassino. Voi siete tranquille. Voi siete il simbolo dell’amabilità, della rilassatezza, della comprensione. E quindi… avete parlato tutte quelle ore… Certo! Avevamo tanti di quei ricordi da rispolverare… è stato bellissimo. Cioè, anche un po’ noioso. Molto noioso, a dire il vero. Beh (con tono giocoso), se era noioso potevi tirar fuori una scusa e tornare a casa, no? Sì, ma come si fa… insomma, ti fai prendere dalle chiacchiere… poi mi doveva parlare dei suoi amori disastrosi, mica potevo lasciarla lì, così… Voi ridete, approvate, gli versate da bere, incoraggianti. Te pensa che a un certo punto dall’autoradio è cominciata a uscire una musica… Autoradio? Eravate in macchina? Eh, sì, una macchina scomoda… che nemmeno i sedili si possono abbassare… ma dicevo della musica… una lagna… che io proprio non ce la facevo, mi buttava giù, mi ammosciava… nel senso che era veramente brutta, eh. Certo, capisco… altro vino (birra/vodka/rum/martini/whisky/crodino)? Oh, grazie. Ma cosa stavo dicendo… ecco… allora noi… (qui è FONDAMENTALE il sorriso rassicurante, materno) Ma no, non voglio mica saperlo! Sono fatti vostri quello che vi siete detti. Solo per la prossima volta… ecco, se decidi di uscire con degli amici all’ultimo, avvertimi (innestare la vocina dolce, sguardo da gattina) che a non sentirti mi ero quasi spaventata… Ma no, perdonami! Fra l’altro volevo chiamarti, però ho scoperto di avere il cellulare scarico… Ma certo, lo avevo intuito! Povero caro, chissà come ci sei rimasto male quando te ne sei accorto… chissà che patema d’animo… vieni qui, piccolo… lo vuoi un massaggino? ma perché non andiamo a letto? Staremo più comodi… E gli regalate i cinque minuti (sette, se proprio è uno stallone, e allora è comprensibile che vogliate tenervelo stretto) più intensi che abbia mai avuto. A quel punto lui non capisce più niente. È dall’inizio della conversazione che si sente braccato. Di più, è dalla serata cornificante che si sente in colpa e voi, non solo non lo attaccate, ma lo coccolate, lo avvolgete nel vostro amore, nella vostra comprensione, nella vostra passione! Allora sarà convinto di potervela dare a bere sempre. E vi farà la proposta. (continua) Nb l’esempio pratico sopra riportato è basato su situazioni di fantasia. Ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti è puramente casuale. Capito? Sì, te che mi leggi. Non mi riferivo affatto a quello che mi hai raccontato l’altra sera, lo so che siete solo amici. Altro vino (birra/vodka/rum/martini/whisky/crodino)?
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Commento by santin — 9 Settembre 2010
Ciao mi piacerebbe molto farti intervenire in un programma radiofonico su radiouno condotto da m costanzo, per una rubrica dedicata ai blogger.
aspetto una tua preziosa risposta
a santinofiorillo@libero.it
Commento by Marco — 27 Ottobre 2010
sono staro portato qui proprio ascoltando la trasmissione di Costanzo, direi che il commento di sopra è stato esaudito 🙂
Commento by maia — 27 Ottobre 2010
accidenti, mi hai sentito lì, balbettante, e sei venuto? temerario! 🙂
Commento by Stefania... — 27 Ottobre 2010
Ciao Grazia, ho sentito leggere stanotte su radio uno questo tuo “piccolo manuale di sopravvivenza amorosa…” e devo dire che mi è molto piaciuto, brava! Scrivo anch’io, e molte volte sono stata quasi sul punto di mandare alla redazione del sig.Costanzo qualche mio “pensiero a parole” ma poi me la son sempre fatta sotto con la paura infinita di nn piacere…quindi mi son sempre tenuta, e tengo ancora tutto per me… brava grazia, la tua ‘ironia mi piace!
Stefania…
Commento by maia — 27 Ottobre 2010
grazie mille Stefania, molto gentile.
anche se grazia è il nome del giornale sul cui ho pubblicato il pezzo, i complimenti valgono lo stesso 🙂