L’ultima tempesta

di maia, 25 Aprile 2008

Dice il Dizionario Snob del Cinema (uno spassoso libretto di Kamp e Levi che mette alla berlina i cinefili snob ad uso e consumo di un pubblico di cinefili snob1) a pagina 71:

GREENAWAY, PETER. Probabilmente il più perverso dei registi della Perfida Albione, Greenaway mette a dura prova il sistema nervoso dei Cinefili Snob più incalliti a colpi di macabra violenza, pretenziosità oltre ogni limite, inglesi nudi con tanto di chiazze in bella vista. Laddove i suoi primi lungometraggi si limitavano ad essere incomprensibili (…) le cose di Greenaway sono diventate sempre più lambiccate e fetenti (…).

Ora, è ovvio che dopo una presentazione del genere, quando mi è arrivata una mail dal titolo “PER CINEMAGGIO “L’ULTIMA TEMPESTA” DI PETER GREENAWAY” non ho potuto fare a meno di leggerne il contenuto avidamente.
Capita, infatti, che nel nome della famosa manifestazione culturale del Maggio Musicale Fiorentino si organizzino in città eventi culturali di un certo spessore. Quest’anno poi gli appuntamenti riguardano non solo musica classica, opera e balletto, ma tutto quello che è riassumibile sotto il vago nome di “arte”.
Compreso il cinema.
Ed è sotto queste premesse che al cinema Odeon, uno dei più centrali e belli della città, si tiene una “rassegna di proiezioni e incontri con gli artisti”.
Già stuzzicata di mio dalla scritta “L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili”, quando ho letto il lancio che l’ufficio stampa del Maggio2 faceva del film (un viaggio assordante e ridondante, dilatato e delirante) e forte della breve scheda su wikipedia (qui la tendenza alla ridondanza formale di Greenaway raggiunge limiti prossimi all’ eccesso), non ho più avuto dubbi. Dovevo vederlo.

Così arrivo puntuale all’appuntamento, il tizio che doveva presentare il film aveva quasi finito di blaterare e c’erano ancora alcuni posti disponibili. Età media dell’uditorio sui settanta anni.
Scelgo attentamente la mia poltrona, non troppo vicina allo schermo per non far soffrire i miei occhi, non troppo lontana dall’uscita per un’eventuale ritirata strategica.

Il curatore dice non so cosa delle scene del film che riprendono pari pari alcuni quadri famosi, i più accorti di voi li riconosceranno sicuramente, ammicca.
A quanto pare quella che stiamo per ammirare è l’unica pellicola rimasta del film in italia. E’ molto consumata, ci saranno salti di immagini e di battute, ma non preoccupatevi, il film resta assolutamente comprensibile e la perdita è minima. Tutte le parti recitate sono affidate ad un solo attore, il grande Gielgud, gli altri sono come marionette nelle sue mani. Buona visione.
Il signore anziano al mio fianco prende a russare dolcemente a luci ancora accese.

Buio in sala.
Siamo subito sommersi da un turbinio di immagini e parole.
All’inizio cerco di ritrovare qualcosa della tragedia shakespeariana, in fondo è a questa che il film narrativamente si ispira.
Combatto disperatamente contro i gorghi verbosi che si fanno sempre più veementi ma, lo sento, questa lotta è inutile.
Dopo una decina di minuti di ricche allegorie visive e metafore e allusioni e rimandi, mi lascio andare, sfinita, come i naufraghi ai flutti maligni.
E nel momento stesso in cui mi arrendo, le e onde si fanno dolci e mi cullano verso un viaggio inatteso e straniante.
In altre parole, appena spengo il cervello e smetto di cercar di capire, inizio a godermi il film come un affascinante susseguirsi di immagini potenti, veri e propri quadri viventi, dai contrasti forti, di colori, di luci ed ombre, di suoni.

Paradossalmente a infastidirmi non è stata la lunghezza del film o l’eccessivo accumulo di significato in alcuni punti.

L’unica cosa che mi ha veramente irritata è stata la gratuità dello spettacolo che mi ha privato di uno dei motivi per cui vado al cinema.
Che dopo la prima ora le due signore alle mie spalle hanno preso a commentare ogni singola scena ad alta voce.
E io non potevo nemmeno rigirarmi con la solita espressione burbera sibilando “ma insomma, non ho mica pagato il biglietto per sentir parlare voi due!”

Ps curiosamente poco dopo in tv hanno trasmesso un altro film che tratta metaforicamente, su altri livelli e con altri modi, certo, del significato e del valore dell’arte, della magia e della potenza creativa della narrazione.
Però di vedermi il seme della follia dopo L’ultima tempesta non ho proprio avuto cuore.

  1. i cinefili snob sono notoriamente autoironici e accettano di buon grado le prese in giro, purché provenienti da loro pari []
  2. questo ufficio stampa non la smette mai di stupirmi. Ad ogni uscita una nuova perla. Tipo elencare fra i pittori che hanno ispirato le scene del film, fra Rubens e il Veronese, Antonello da Messina e Giorgione, il fantasmagorico Bornzino. E’ confortante sapere che la pubblicità di una delle istituzioni più alte della cultura cittadina sia stata affidata a dei tipi che ritengono il punto forte della manifestazione sia il negozio di gadget, che assoldano la Cucinotta quale promoter della cultura alta e che non rileggono nemmeno i comunicati stampa che scrivono []
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Laif is nau! (aggiornamento)

di maia, 20 Aprile 2008

ilary blasy con vodafoneDevo fare assolutamente le mie pubbliche scuse alla omnitel.

Avevo affermato che a me gli omaggi per il compleanno non li fa. E son stata puntualmente smentita.
Proprio ieri mi è stata offerta la vantaggiosissima opportunità, fra le altre, di navigare su internet tramite cellulare a soli due euro a settimana! (il punto esclamativo è della omnitel). Che, devo ammettere, per una cecata come me è una proposta irrinunciabile.
Leggere le mie mail o gli articoli della Padania (che dite? Son salita sul carro dei vincitori? E che diamine, son pur sempre italiana, no?) su uno schermo due per due (cm) è quanto di meglio io possa desiderare!

Per non parlare della meravigliosa opportunità di farmi ricaricare il telefono di 5 cent per ogni minuto di chiamate ricevute dai numeri di Altri Operatori o dai numeri di Rete Fissa (il maiuscolo è sempre omnitel).
Non potevo proprio non sceglierla.
A questo punto non mi resta che trovare qualche idiota che, telefonandomi sul cellulare omnitel da Rete Fissa o da Altro Operatore, mi stia in linea almeno venti minuti.
Mi sarò così garantita una ricarica di ben un euro!

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Laif is nau?

di maia, 6 Aprile 2008

Rovistando fra la posta trovo una mail dai toni a dir poco entusiastici.
Ve ne riporto l’attacco:

Benvenuto nel Top Club, l’esclusivo Club dedicato ai migliori clienti Vodafone One che ti premia con offerte esclusive e servizi dedicati.

Ad esempio chiamando il Servizio Clienti al numero gratuito 190, ti verrà riservato un servizio dedicato con la possibilità di parlare direttamente con un operatore che risponderà a tutte le tue domande.

Ora, di tutte queste belle cose che mi vengono comunicate, un paio mi colpiscono in particolar modo.
Prima di tutto, essendomi il messaggio giunto tramite una mail spedita a me personalmente (di pirsona, direbbe qualcuno), con tanto di nome e cognome, è evidente che l’estensore dello stesso proprio a me personalmente (di pirsona) intendeva riferirsi e a nessun altro.
E allora mi chiedo e vi chiedo: se io che il telefonino lo uso giusto in caso di carestie e alluvioni sono considerata una dei loro migliori clienti, come diavolo faranno ad arrivare alla fine del mese alla Vodafone?
Voglio dire, facendo un rapido calcolo per eccesso, io credo di spendere in cellulare circa una ventina di euro all’anno.
E vengo considerata cliente d’oro, al punto di farmi entrare in un Top Club!
Altro che Alitalia, questi son destinati a finire in bancarotta in tempi brevissimi.
E invece di correre ai ripari, magari invocando una cordata fra tutti gli imprenditori mondiali di buona volontà, questi spendono i pochi spiccioli che gli rimangono in spot sadici in cui Gattuso se la fa chiaramente con la signora Totti, mentre quest’ultimo l’unica cosa che si fa è una figura da bischero. Che poi fra tutti e tre chissà quanti ciak devono girare prima di ottenere una scena un minimo intellegibile!
Io quasi quasi gli manderei Berlusconi alla Vodafone.
Già me lo vedo all’opera, farebbe tutto lui: proprietario, presidente, manager, operatore di call center e pure testimonial pubblicitario.
Con lui e i suoi famigli al timone le cose comincerebbero a girare subito al meglio.

Così poi Vodafone inizierebbe pure a fare regali degni di questo nome almeno ai clienti che fanno parte del Top Club SuperOro.
Che “la possibilità di parlare direttamente con un operatore che risponderà a tutte le tue domande” venga considerato un servizio extra dedicato ai migliori lascia abbastanza interdetti.