L’ultima tempesta
Dice il Dizionario Snob del Cinema (uno spassoso libretto di Kamp e Levi che mette alla berlina i cinefili snob ad uso e consumo di un pubblico di cinefili snob1) a pagina 71:
GREENAWAY, PETER. Probabilmente il più perverso dei registi della Perfida Albione, Greenaway mette a dura prova il sistema nervoso dei Cinefili Snob più incalliti a colpi di macabra violenza, pretenziosità oltre ogni limite, inglesi nudi con tanto di chiazze in bella vista. Laddove i suoi primi lungometraggi si limitavano ad essere incomprensibili (…) le cose di Greenaway sono diventate sempre più lambiccate e fetenti (…).
Ora, è ovvio che dopo una presentazione del genere, quando mi è arrivata una mail dal titolo “PER CINEMAGGIO “L’ULTIMA TEMPESTA” DI PETER GREENAWAY” non ho potuto fare a meno di leggerne il contenuto avidamente.
Capita, infatti, che nel nome della famosa manifestazione culturale del Maggio Musicale Fiorentino si organizzino in città eventi culturali di un certo spessore. Quest’anno poi gli appuntamenti riguardano non solo musica classica, opera e balletto, ma tutto quello che è riassumibile sotto il vago nome di “arte”.
Compreso il cinema.
Ed è sotto queste premesse che al cinema Odeon, uno dei più centrali e belli della città, si tiene una “rassegna di proiezioni e incontri con gli artisti”.
Già stuzzicata di mio dalla scritta “L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili”, quando ho letto il lancio che l’ufficio stampa del Maggio2 faceva del film (un viaggio assordante e ridondante, dilatato e delirante) e forte della breve scheda su wikipedia (qui la tendenza alla ridondanza formale di Greenaway raggiunge limiti prossimi all’ eccesso), non ho più avuto dubbi. Dovevo vederlo.
Così arrivo puntuale all’appuntamento, il tizio che doveva presentare il film aveva quasi finito di blaterare e c’erano ancora alcuni posti disponibili. Età media dell’uditorio sui settanta anni.
Scelgo attentamente la mia poltrona, non troppo vicina allo schermo per non far soffrire i miei occhi, non troppo lontana dall’uscita per un’eventuale ritirata strategica.
Il curatore dice non so cosa delle scene del film che riprendono pari pari alcuni quadri famosi, i più accorti di voi li riconosceranno sicuramente, ammicca.
A quanto pare quella che stiamo per ammirare è l’unica pellicola rimasta del film in italia. E’ molto consumata, ci saranno salti di immagini e di battute, ma non preoccupatevi, il film resta assolutamente comprensibile e la perdita è minima. Tutte le parti recitate sono affidate ad un solo attore, il grande Gielgud, gli altri sono come marionette nelle sue mani. Buona visione.
Il signore anziano al mio fianco prende a russare dolcemente a luci ancora accese.
Buio in sala.
Siamo subito sommersi da un turbinio di immagini e parole.
All’inizio cerco di ritrovare qualcosa della tragedia shakespeariana, in fondo è a questa che il film narrativamente si ispira.
Combatto disperatamente contro i gorghi verbosi che si fanno sempre più veementi ma, lo sento, questa lotta è inutile.
Dopo una decina di minuti di ricche allegorie visive e metafore e allusioni e rimandi, mi lascio andare, sfinita, come i naufraghi ai flutti maligni.
E nel momento stesso in cui mi arrendo, le e onde si fanno dolci e mi cullano verso un viaggio inatteso e straniante.
In altre parole, appena spengo il cervello e smetto di cercar di capire, inizio a godermi il film come un affascinante susseguirsi di immagini potenti, veri e propri quadri viventi, dai contrasti forti, di colori, di luci ed ombre, di suoni.
Paradossalmente a infastidirmi non è stata la lunghezza del film o l’eccessivo accumulo di significato in alcuni punti.
L’unica cosa che mi ha veramente irritata è stata la gratuità dello spettacolo che mi ha privato di uno dei motivi per cui vado al cinema.
Che dopo la prima ora le due signore alle mie spalle hanno preso a commentare ogni singola scena ad alta voce.
E io non potevo nemmeno rigirarmi con la solita espressione burbera sibilando “ma insomma, non ho mica pagato il biglietto per sentir parlare voi due!”
Ps curiosamente poco dopo in tv hanno trasmesso un altro film che tratta metaforicamente, su altri livelli e con altri modi, certo, del significato e del valore dell’arte, della magia e della potenza creativa della narrazione.
Però di vedermi il seme della follia dopo L’ultima tempesta non ho proprio avuto cuore.
- i cinefili snob sono notoriamente autoironici e accettano di buon grado le prese in giro, purché provenienti da loro pari [↩]
- questo ufficio stampa non la smette mai di stupirmi. Ad ogni uscita una nuova perla. Tipo elencare fra i pittori che hanno ispirato le scene del film, fra Rubens e il Veronese, Antonello da Messina e Giorgione, il fantasmagorico Bornzino. E’ confortante sapere che la pubblicità di una delle istituzioni più alte della cultura cittadina sia stata affidata a dei tipi che ritengono il punto forte della manifestazione sia il negozio di gadget, che assoldano la Cucinotta quale promoter della cultura alta e che non rileggono nemmeno i comunicati stampa che scrivono [↩]
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Commento by filo — 26 Aprile 2008
allora è fico greenaway…
Commento by Maia — 26 Aprile 2008
fico… in questo film se non pretendi di capirlo e ti arrendi all’idea di guardarlo e basta, può affascinarti.
è anche vero che oltre due ore di “belle immagini” possono stancare. (tutta la fila davanti alla mia è uscita dopo una mezz’oretta).
altri film suoi non ne ho visti, ma magari in altri è più importante il parlato e allora tutto quello che ho detto qui non vale.
comunque mi sto “procurando” I misteri del giardino di Compton House.
Poi ti faccio sapere 🙂
Commento by Adrix — 26 Aprile 2008
A me Greenaway piace proprio perché è “troppista”, eccessivo, rococò. FIno al film calligrafico, i racconti del cuscino, li avevo visti quasi tutti. Forse il mio preferito è “drowning by numbers”, “giochi nell’acqua” che consiglio.
Commento by Maia — 26 Aprile 2008
via, mi procurerò anche quello.
detto in tutta sincerità, mi ci ero avvicinata con molta diffidenza.
quando uno è eccessivo persino per i critici, di solito per il comune spettatore è semplicemente insopportabile.
senza contare che per anni si son visti pseudointellettuali che riempivano i propri lavori di pretenziosità gratuita e finivano per diventare ridicoli.
guardandoli l’unica cosa che ho provato è stata una grande irritazione e la sensazione di essere stata presa in giro.
non è stato questo il caso.
diciamo che si è trattato di una piacevole sorpresa.
Commento by Adrix — 26 Aprile 2008
Mh. Un sopravvalutato/palloso è a mio modesto parere Gus Van Sant, il suo ultimo “Paranoid Park” è un esempio esemplare 😉
Greenaway è del tipo piace-nonpiace, a chi piace piace perché “è”, non perché “vorrebbe essere”.
Commento by Maia — 27 Aprile 2008
ecco, non cominceremo mica con le tifoserie cinefile? 🙂
l’ultimo di gus van sant me lo sono perso. come diversi altri prima.
diciamo che non è uno dei miei registi preferiti.
per me il campione dei sopravvalutati è un altro, ma non intendo espormi.
so che i suoi fan sanno essere molto crudeli coi detrattori…
Commento by francesco — 28 Aprile 2008
via, a questo punto procurati anche “il cuoco, il ladro, sua moglie, l’amante”, che insieme a giochi nell’acqua è il mio preferito 🙂
Commento by Maia — 28 Aprile 2008
non volevo dirtelo francesco, ma è proprio di quel film che parlavano male i due autori del librettino che ho citato.
avevo omesso i riferimenti al film per amor di brevità.
ebbravo, ti sei guadagnato il cordone d’oro di “Gran Cinefilo snob”.
Contento? 🙂
Commento by francesco — 29 Aprile 2008
l’ho sempre sognato il cordone d’oro di “Gran Cinefilo snob”, ora vado a vedermi tutta la filmografia di kiarostami 😉
Commento by Maia — 29 Aprile 2008
pure kiarostami!
altro che cinefilo snob, te sei maniaco!
e dei coreani, che mi dici dei coreani?
Commento by Sauro — 30 Aprile 2008
I coreani so’ forti: un mio amico ha preso una Kia e ha detto che va come una schioppettata e consuma pochissimo
Commento by Taniele — 30 Aprile 2008
Diciamolo pure: ma quanto fanno figo le note a piè di post?
Commento by AdRiX — 30 Aprile 2008
I coreani son bravi, cerca “lady vendetta” e “old boy”. e mi dici 🙂
Commento by Ziby — 30 Aprile 2008
Peter Greenaway…
L’avevo rimosso, son andato a controllare.
Ho visto due suoi film, ‘Il ventre dell’architetto’ e ‘I misteri del giardino di Compton House’.
Penso che il primo (che è posteriore) non l’avrei visto se mi fossi ricordato che il regista era lo stesso. ‘I misteri del giardino di Compton House’ lo vidi al cinema e non ci capì un’emerita ceppa. Lo rividi al cinema con l’atteggiamento del bimbo che impara le aste, niente lo stesso.
‘Il ventre dell’architetto’ lo ricordo poco, ma ricordo che era più fruibile. Crudele.
Commento by Maia — 30 Aprile 2008
beh e che dire di samsung, sauro? Io ho praticamente tutto samsung e tutto va come una schioppettata e consuma pochissimo!
Taniele, mi hai beccata. In pratica ormai scrivo post solo per metterci le note in fondo.
Adrix, io provo. Ma se poi non mi piacciono ti vengo a cercare.
Ziby (bentornato!) non mi dire così, che io i misteri me li stavo ehm… procurando.
dici di annullare?
di certo l’altro non lo vedo. dopo la presentazione poco lusinghiera che ho letto…
Commento by ndr — 3 Maggio 2008
bah, allora anche Kim ki duk, coreano. L’isola. è molto veloce, d’azione alla old boy, ecco. tanto sangue. un tarantino ma coreano. quindi combattimenti con spade, torture assurde. il tutto ambientato su un lago. fotografia da quadro. un po’ hero. però più movimentato. parecchio di più. hai presente Bad Boys, l’hanno dato in tv in questi giorni. Ecco, però senza pistole. E poi la storia d’amore. Molto sesso. Violento. Strano, ma non alla Verdone.
Un capolavoro.
Io l’ho visto grazie a Ghezzi. La prima ora è stata dura per via dell’orario, su raitre, alle due, capisci. Dopo, però, quando capii che era pure in lingua originale…sottotitolato…guarda, una favola!
Voglio dire, di un film che non ti fa capire di essere in lingua originale per un’ora, cosa si può dire?
Grande film.
Visione intensa.
In certe scene ho sofferto per l’attore e l’attrice come fossero me. Oddio. No. Non proprio.
Un bel film. Barocco, sì.
Come Greenaway. Eccessivo.
nottebuona.
ndr
Commento by Maia — 4 Maggio 2008
uhm… così, a occhio, direi che non è di mio gusto. tanto più se assomiglia anche solo alla lontana a bad boys!
a me un film tutto movimentato, con tanto sesso violento e strano, mi sa tanto del classico pacco per lo spettatore: in pratica si studia a tavolino cos’è che attrae maggiormente il pubblico, lo si mette tutto insieme, lo si infiocchetta e lo si presenta come grande opera artistica.
un pacco, insomma.
poi magari questa è un’eccezione e mi sbaglio io…
in quanto a hero, che dire.
opera visivamente bellissima.
anche il mito di partenza e il tono del racconto così favolistico sono molto affascinati.
ma arrivata alla fine della visione mi rimane un sapore strano in bocca…
non so, c’è qualcosa che non mi convince appieno.
(Senza contare che sull’onda di questo film e di quell’altro, com’era, la tigre e il dragone, è nata una moda che ha dato vita a un filone di film fra il ridicolo e l’obbrobrioso…).
Commento by ndr — 4 Maggio 2008
ma tu devi vederlo! e riuscire a non addormentarti! prometti. e si può sempre mettere nella lista di quei famosi film da vedere, che ne dici? prima o poi si vedranno? io spero di sì 🙂
ciaaaaaooooooo
abbraccio;-)
Commento by Maia — 4 Maggio 2008
beh, se la metti così… inserito!
però il film che vedremo prima e quello che vedremo dopo li scelgo io.
Commento by ndr — 5 Maggio 2008
ok. quando?
Commento by ndr — 5 Maggio 2008
uh. e notte!!!
a priesto.
Commento by Maia — 17 Maggio 2008
quando vuoi, ci mancherebbe.
io adoro aver delle cavie alle quali propinare i film che amo!
Commento by ndr — 6 Giugno 2008
aaaaaaaaggiornamentooooooooooooooooo!!!
allora?
ndr
Commento by Maia — 8 Giugno 2008
hai ragione, sono proprio imperdonabile.
vedrò di rimediare al più presto
Commento by ndr — 9 Giugno 2008
ecco. 😉