La fine è nota
Vi è mai capitato di innamorarvi di un libro per il suo titolo?
Di desiderarlo, di concupirlo violentemente solo per quello?
A me è capitato con “La fine è nota”.
Quelle parole mi si erano conficcate in testa e mi tormentavano da tempo.
Non ricordo più se le avevo lette in una recensione, se ne avessi sentito parlare in un altro libro o se semplicemente avessi visto un film che si chiamava allo stesso modo.
Fatto sta che io dovevo procurarmi il romanzo intitolato “La fine è nota”. E poi possederlo.
Così l’altro giorno, passando per la graziosa via centrale di una graziosa cittadina toscana, presa da questo desiderio malsano, mi avventai addosso alla commessa, e le chiesi, agitata:
“che per caso c’ha quel libro che si intitola come un film che forse ho visto e che forse è citato in un libro di uno scrittore che mi piace tanto?”
La ragazza non sembrava molto sveglia, e infatti rimase a guardarmi a bocca aperta.
Riprovai, sillabando lentamente e adeguando la calata. In fondo eravamo pur sempre a Pisa e si sa quanto questi della costa ci tengano alla propria autonomia linguistica.
“Scu-si. Chepper caso c’ha queillibro che s’intitola come quer firme… aveva a’ esse’ vecchio… che forze vidi… o che forze gliè citato dentro un’artro libro che leggetti e che mi garbò di morto?
Lei zitta, come statua di sale, con gli occhi strabuzzati.
Uhm… forse avevo sbagliato calata e mi ero data al pratese. Ma porca miseria, i pisani odiano i pratesi! I pisani odiano tutti!
Dovevo assolutamente procurarmi un interprete.
Per fortuna avevo un pisano a portata di mano.
“Senti, Sandro, che glielo chiedi te per favore?”
“Cheppalle! Che voi?”
“Quel libro…”
“O’qquale?”
“Quello… come si chiama… quello che inizia con uno morto e poi si deve capire perché è morto… dai, come si chiama… quello… che forse ci hanno fatto un film… ah! La fine…”
“… è nota!” sento alle mie spalle.
Mi volto. Un omino losco si stava rivolgendo alla mia commessa.
E lei gli sorrideva.
E gli dava il libro! Il mio libro!
Ladro di libri che non sei altro!
Ladro di desideri altrui!
Faccio per avventarmi sul villico, quando l’interprete mi acchiappa per la collottola e mi trascina verso la commessa.
“Che ce n’ha un altro?”
“No, era l’ultimo”
“Come l’ultimo?”
“Mi spiace…”
Ma guarda… la finta tonta capiva benissimo l’italiano! Evidentemente si era messa d’accordo con l’omino losco! Aveva fatto finta di non capire… e poi, appena avevo nominato il libro, zac! Glielo aveva dato a lui!
Provo a inseguire il complice, ma ormai si era dileguato.
Ah, se l’interprete non mi avesse bloccata…
Un momento! Vuoi vedere che pure lui faceva parte della banda?
Eccerto, perché mi avrebbe fermata altrimenti?
“Ahi Pisa, vituperio de le genti del bel paese là dove ‘l sì suona! Quanto è vero!” dico, mentre prendo il primo treno che mi avrebbe riportato alla civiltà.
Appena messo piede a Firenze, corro di volata alla mia solita libreria e ci entro urlando “LA FINE È NOTA! LA FINE È NOTA! LA FINE È NOTA!”, buttando a terra tutto lo scaffale di libri per bambini.
Mi vengono date tre copie del prezioso romanzo, che pago, insieme a dieci Harry Potter, due libri coi disegnini che si muovono, quattro col carillon e dodici da colorare.
Tornata a casa coloro un po’ di libri, gioco col libro della gru (che si muove davvero!), poi mi metto a leggere.
Sciascia! Ecco chi me ne aveva parlato!
Lui ne è entusiasta.
Certo, come giallo è strano.
Praticamente parte dalla fine, da un uomo che muore. Forse è un suicidio. E noi si passa tutto il tempo a cercare di capirne il motivo.
È un libro di quelli piccini della Sellerio, solo 245 pagine, che volano via in un soffio.
Perché è un libro incredibilmente vivo.
Anche se è polveroso, irrimediabilmente legato a un tempo lontano e a un’america che vicina non ci è mai stata, se non sul grande schermo. Quella della bella società newyorkese, gaia e superficiale. Quella melanconica della società rurale, dell’immobilità, degli spazi immensi. Quella povera e dura degli anni intorno alla seconda guerra mondiale. Quella che si muove e sogna al suono di grandi orchestre swing, che fa tanto film degli anni d’oro di Hollywood.
Anche se un lettore appena attento scopre immediatamente il gioco.
Eppure si lascia giocare.
Si rilassa al ritmo di quello swing, si fa trascinare da un capo all’altro di quell’america ingenua ed entusiasta, in cui tutto sembra possibile.
In cui la gioia di vivere diventa crudele.
In cui la crudeltà si veste di grazia.
E in cui la grazia l’ha sempre vinta.
È un libro adorabile.
Leggetelo. Se non ve lo rubano prima.
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Commento by Sauro — 25 Gennaio 2008
Ti odio.
(Hai il template tutto sbomballato. Presto, urge l’intervento del graNfico!)
Commento by Maia — 25 Gennaio 2008
o perché mi odi?
o te che c’entri?
non capisco…
Commento by Sauro — 25 Gennaio 2008
PISA ODIA!
Commento by Maia — 25 Gennaio 2008
eh, lo so, non c’è bisogno che tu lo ribadisca.
e in maiuscolo, per giunta!
(e poi io vedo tutto normale. non è che sei tu ad essere sbomballato? quante volte ti ho detto di non bere così presto la mattina? va bene che vivi in un clima di odio, ma insomma, contieniti!)
Commento by Sauro — 25 Gennaio 2008
Comunque quello che scriveva “Ahi Pisa, vituperio de le genti ecc.” era un usuraio. Bellino, sì!
Commento by ndr — 25 Gennaio 2008
La fine è nota. segno.
il template è, a dir poco, perfetto, sauro. mai chiedere però ai commessi, o alle commesse. sono agenti del governo, pare. sauro ci sta investigando da tempo, perché non è possibile che vespa venda così tanto (a meno che nelle librerie non lavorino agenti del governo – si fa per dire – che…)
argh.
vabbuò….
Commento by Maia — 25 Gennaio 2008
beh, a proposito di governo, la fine era nota. sin dall’aprile 2006.
è la prima volta che non mi diverto a dire “l’avevo detto io…”
ma bando a questi discorsi!
preferisco parlare delle caccole di carla bruni, piuttosto che di politica in questi giorni.
son troppo depressa.
ps sìsì, sauro. era un cattivone, sì…
Commento by ndr — 25 Gennaio 2008
le caccole di carla bruni sono la dieta di sarkozy:-)
Commento by evacarriego — 27 Gennaio 2008
il libro non lo compro perché non mi convince, ma il post mi piace: lo compro
Commento by ndr — 27 Gennaio 2008
ehi!!!nottebuona;-)
Commento by Maia — 27 Gennaio 2008
ma come, evacarriego!
è il libro che è bello, mica il post!
cioè, quello che vedi di bello nel post è tutto merito del libro, giuro!
(che per il resto si parla di una cittadinella carina abitata da loschi figuri…)
avanti, su, fidati…
se non altro per il titolo!
dico, ma dove altro lo trovi un libro con un titolo del genere?
ndr, dici bene tu.
dopo l’immagine sarkosiana che hai evocato, mi spieghi come potrebbe essere stata una buona notte questa?
Commento by Fassbinder — 28 Gennaio 2008
Mi piacerebbe tantissimo comprarlo e comparare le nostre opinioni ma … non so leggere 🙁
Commento by ndr — 28 Gennaio 2008
beh, ma scusa, non era peggio se erano le caccole di sarkozy ad essere la dieta di carla bruni??
Commento by Cav. Marcello Stacchia — 29 Gennaio 2008
Giovanotto,
VERGONIA!
La smetta di perder tempo con questi romanzetti rosa di quart’ordine!
Legga l’ultimo Ratzinger uscito per la Stacchia, invece!
Si faccia una cultura! PERDIO! VERGONIA!!!
cordialità,
Cav. Marcello Stacchia
Commento by Marcello — 29 Gennaio 2008
Non riesco a capire, eppure le tue indicazioni non lasciavano adito a dubbi. La commessa avrebbe dovuto capire subito qual era quel libro che si intitola come un film che forse hai visto e che forse è citato in un libro di uno scrittore che ti piace tanto…mah.
Commento by Maia — 30 Gennaio 2008
ma fass, guarda che in copertina c’è un bellissimo disegno! secondo me vale la pena anche solo per quello (e per il titolo).
è un disegno molto significativo…
andrea, allora insisti! stai a vedere che è colpa delle tue parole se mi sono ammalata!
Cavaliere, perdoni. è che in fondo, per quanto intelligentissima, sempre femmina sono e per questo non all’altezza di certe letture. però ogni tanto mi riscuoto dal torpore intellettivo, eh.
ogni tanto mi vien voglia di accrescere le mie conoscenze, vado in edicola e mi carico di: la macchina del tempo, focus, cioè, tuttouncinetto, donna moderna, chi, dove, quando.
e i risultati si vedono!
intellettualmente Sua, ecc ecc…
marcello, e infatti.
era tutta una manfrina, sono sicura!
PS scusate l’assenza prolungata.
la febbre malvagia vinse anche me.
i miei poveri globuli bianchi hanno combattuto strenuamente, ma i bacilli (romeni, di sicuro!) erano troppi ed hanno vinto.
vigliacchi!
ma tornerò.
ah, se tornerò!
Commento by antonio p. — 31 Gennaio 2008
Il libro è molto bello, confermo.
Anche l’altro libro di Holiday Hall “Qualcuno alla porta” è molto bello.
Mai si seppe chi si celava dietro lo pseudonimo Holiday Hall.
Pare uno scrittore noto, in “vacanza” da scritti più impegnati e che si vergognava un po’ a pubblicare gialli.
Magari il Fiunda, chi lo sa.
Commento by magosilvan — 31 Gennaio 2008
Non ci crederai, ma l’ho letto una decina di anni fa, ed è tra i miei preferiti.
Commento by magosilvan — 31 Gennaio 2008
Forse qualcosa più di dieci, ripensandoci. Come passa il tempo, dovevao aver una decina d’anni quando l’ho letto!
🙂
Commento by magosilvan — 31 Gennaio 2008
a proposito di commessi di libreria e clienti…
ti ho raccontato di quella volta che una tipa ha chiesto:
Vorrei un libro da regalare, ma non mi ricordo autore e casa editrice, mi ricordo solo il titolo:
Tutte le poesie!
Commento by Maia — 31 Gennaio 2008
ma, antonio, dici che papa benedetto XVI…
Mago, ecco, se dici che era il tuo libro preferito di quando avevi dieci anni non è che mi incoraggi i lettori riottosi! 🙂
riguardo poi alla tipa in libreria, ma succedono davvero queste cose?
non son solo barzellette per librai? 🙂
Commento by francesco — 31 Gennaio 2008
a me è venuta voglia di comprarlo a pisa, però 🙂
Commento by Maia — 31 Gennaio 2008
eh, ma lì ci son commesse intriganti che fanno di non capire quel che dici!