c’è amore nell’aria
Love is in the air, come diceva una vecchia canzone (e la pubblicità delle scarpe). E non solo l’amore è nell’aria. Insomma, guardatevi intorno, è tutta un’orgia di sentimenti. Anche sui blog. Chi si interroga sull’amicizia, chi su un amore finito, chi sulla spiritualità riconquistata…
Anche io, nel mio piccolo, voglio contribuire con una riflessione.
Si è discusso a lungo sulla possibilità che anche gli animali provino sentimenti proprio come i noi. I padroni di cani e gatti e pesci rossi non hanno il minimo dubbio in proposito. Ma scommetto che anche i padroni di iguane vedono negli occhi della proprie bestiole la luce inconfondibile che solo un affetto sincero riesce ad accendere.
Beh, io la penso esattamente come loro.
Di più, son convinta che il regno animale non è l’unico toccato dalla grazia dell’affettività. Questo dono è troppo grande per essere destinato solo a pochi eletti.
Pensiamo alle piante d’appartamento. Quelle poverette, zitte tutto il giorno, chiuse in stanzette minuscole, il più delle volte male illuminate, senza niente da fare, alla fine muoiono d’inedia. Quanto più belle sono se le si riempie di coccole! Con che vigore crescono se ci parliamo, facciamo loro ascoltare un po’ di buona musica, le abbracciamo, ogni tanto allunghiamo loro una cicca o due (non troppe, il fumo fa male) e nel giorno della festa bagniamo appena appena le radici con un buon rosso!
Certo, sono difficili da interpretare, ma con un poco di applicazione secondo me riusciremmo ad intendere i messaggi che ci mandano.
Il mio ficus, per esempio, a quanto pare non apprezza molto il bebop. Me ne sono accorta perché, nonostante tutte le mie cure, si ostina a rinsecchirsi. Ma prima o poi lo trovo il disco giusto e allora… festeggeremo a champagne!
E perché fermarsi al regno vegetale?
Perché tenere fuori i pavimenti, le tegole, i muri, la grandine, che è penetrata nel mio ufficio con una violenza inaudita? Tutti quei chicchi, così gelidi, secondo me erano solo in cerca di un po’ di calore!
Chiamatemi pandemica (o panamerica, non ricordo), ma sono sicura che ci sia del sentimento in ogni cosa.
Me lo stanno confermando i miei denti.
Venerdì scorso ho strappato loro (o meglio, lo ha fatto il dentista) il fratello maggiore, quello del giudizio. E da allora non mi danno pace.
Tutta colpa della nostalgia.
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