una modesta proposta
L’altra sera stavo discutendo con un amico su come salvare i reality show.
Argomento di assoluta rilevanza sociale, visto la capacità che hanno questi programmi di assorbire l’attenzione dei cretini, rendendo tutti più felici: chi li guarda e ne trae diretto diletto e chi non li guarda, ma è libero per una-due serate a settimana da compagnie moleste.
Attenzione, non sto dicendo che tutti quelli che guardano i reality siano cretini, semplicemente è vero che tutti i cretini li guardano. Magari qualcuno lo nega, ma nel chiuso della cameretta…
Dunque, io ed il mio amico discorrevamo preoccupati sul declino di un genere tv così importante ed abbiamo provato a tirar fuori delle strategie risolutive.
Una mi pare particolarmente interessante.
Abbiamo notato che quello del reality non è l’unico genere che sta perdendo pubblico. In campo editoriale, per esempio, i gialli classici, quelli alla vecchia maniera, ormai son stati largamente soppiantati dalle storie di serial killer e dai polizieschi, più duri e sanguinolenti.
In fondo, mal comune, mezzo gaudio (o era una mano lava l’altra?).
Perché non realizzare per una volta il vero delitto nella stanza chiusa? Anzi, nella casa chiusa!
Allora, si introducono sei concorrenti che per i primi tre giorni fanno quello che fanno di solito i concorrenti di reality, litigare, mangiare, baciare, lettere e testamento. Soprattutto testamento.
Una volta inseriti gli ingredienti principali, si provvede ad ammazzarli. “Ma ammazzarli sul serio?” si chiederà qualcuno. Certo, altrimenti che reality sarebbe?
Ora, qualche riflessione in più occorre per decidere il modo in cui presentare i delitti. Va infatti mostrata la casa in maniera continuativa, secondo per secondo, o è consentito un breve stacco nelle riprese? (l’obiezione che lo stacco sarebbe un espediente truffaldino nei confronti del telespettatore non è recepibile, visto che in tutti i migliori romanzi gialli l’autore bara un pochettino. E poi le regole le facciamo noi!)
Perché a seconda di cosa si sceglie, cambiano anche le possibili cause di morte. Se non c’è stacco, infatti, la morte deve sopraggiungere per qualche causa necessariamente interna (veleno, gas, puzza di piedi?), mentre se lo stacco è consentito, c’è sempre la possibilità che qualcuno (l’assassino?) si sia potuto introdurre, non visto, nell’appartamento, magari previa disabilitazione delle telecamere con tecnologie di ultima generazione, cosa che fra parentesi avvicinerebbe il pubblico giovane.
Una volta messo a fuoco questo problema, ci si potrà dedicare alla parte più facile.
Come scegliere i concorrenti, per esempio?
Nulla di più semplice, vuoi che non si presentino in massa aspiranti cadaveri per far parte di un progetto così innovativo?
Basta prenderne qualcuno e sottoporlo a provini in cui se ne valorizzerà la totale incapacità intellettiva (vera o simulata), in modo da poter poi utilizzare in seguito i simpatici spezzoni in qualche trasmissione corollario (nella buona televisione, come nel maiale, non si butta via niente).
Poi se ne scelgono sei, totalmente a caso. Questo tipo di programma ha, infatti, il vantaggio che i caratteri dei concorrenti non sono fondamentali per la buona riuscita dello spettacolo.
Punto due: come ravvivare uno show una volta che tutti i protagonisti sono morti?
Niente di più stupido, si introduce la figura dell’investigatore!
L’investigatore deve essere qualcuno dalla personalità carismatica, ma dalle capacità logico-deduttive non brillanti, in modo che lo spettatore vi si possa identificare. Caratteristiche imprescindibili sono una dentatura smagliante ed una crisi isterica latente, pronta ad esplodere in caso di inopinati punti morti della sceneggiatura.
E chi meglio di una star tv potrebbe ricoprire questo ruolo?
Ogni settimana si introduce un vip televisivo col compito di indagare. Nulla gli è precluso: se preferisce condurre un’indagine usando la buona vecchia logica, alla holmes, non ha che da tirar fuori i ferri del mestiere (pipa e lente di ingrandimento) ed il gioco è fatto. Se invece preferisce usare i metodi moderni, alla CSI per intendersi, gli verrà fornito il kit del perfetto chirurgo e potrà liberamente aprire e rovistare i cadaveri.
Insomma, tutto sta alle inclinazioni del personaggio che di volta in volta verrà coinvolto. Cosa che renderà il tutto più vario ed imprevedibile.
Nel caso in cui l’investigatore non indovinasse il colpevole, il modo ed il movente, ci si rivolgerebbe al televoto: lo si potrà salvare, facendolo però passare attraverso la pubblica gogna, una gogna reale intendo, con tanto di popolo che gli tira addosso pomodori ed uova, oppure lo si eliminerà.
L’idea originale sarebbe stata quella di eliminarlo in modo fisico. Però mi hanno fatto notare che potrebbero sorgere problemi legali. La tentazione di finire in una di quelle trasmissioni tribunalizie è troppo ghiotta per gli avvocati dei vip, che troverebbero di sicuro qualche cavillo…
Quindi abbiamo pensato ad un’alternativa: il vip non verrebbe eliminato materialmente, ma televisivamente, con divieto assoluto di comparire in tv per trenta anni esatti.
Nel caso in cui l’investigatore indovinasse, si cambierebbero le carte in tavola; qualche codicillo al regolamento fa sempre in tempo a spuntar fuori.
Rimane solo da chiarire che fare dei cadaveri. Nel senso che, si sa, il cadavere dopo tre giorni puzza.
Senza contare il fatto che se un vip con la mania della medicina legale ce li squartasse tutti, l’investigatore successivo come farebbe ad esaminarli?
Per questo abbiamo pensato di ricambiare le vittime una volta a settimana. Rimane da decidere se le nuove debbano assumere l’identità di quelle vecchie, con la conseguente ripetizione dell’omicidio in ogni suo minimo particolare, cosa invero complicata, o se debbano essere nuove di zecca, con il conseguente obbligo di ideare ogni volta un tipo di omicidio diverso. Con il rischio, però, di ritrovarsi prima o poi senza un movente valido in mano…
Questo problema potrebbe essere aggirato con l’indizione di un concorso televisivo, in cui l’autore del miglior movente originale vincerebbe una settimana da concorrente nella casa e la citazione nei titoli di coda.
Ed ecco pronta la ricetta miracolosa.
Certo, mi rendo conto che è molto rivoluzionaria. Come primo investigatore ci servirebbe, pertanto, qualcuno capace di rassicurare gli spettatori, uno dalla faccia tranquillizzante, che introduca nelle case questo prodotto senza traumi.
Avevamo pensato a Pippo Baudo.
Ma ho paura abbia esaurito tutta l’isteria a sanremo…
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