Plumcake alla messicana

di maia, 3 Maggio 2011

Il bello di stare a casa è che finalmente si possono fare tutte le cose che avreste sempre voluto fare ma che non avete mai osato chiedere.
Tipo rigirarsi nel letto cinque minuti in più mentre la dolce metà si scapicolla (lentamente, molto lentamente) al lavoro.
O passeggiare senza meta per le vie della città.
O pulire i balconi.
La cosa che preferisco fare io adesso che sono a casa è cucinare1. O almeno provarci.
In fondo mi avvicino ai quaranta, sono quasi una signorinella e ho l’impressione che continuare a servire agli ospiti uova sode e insalata come pietanze all’ultimissima moda (pensa, c’erano anche al matrimonio di will&kate!) non funzioni mica tanto.
Così mi sono armata di santa pazienza, mi son comprata un grembiule, mi sono rimboccata le maniche ed ho comprato tutti gli ingredienti di tutte le ricette del mondo. Così, per non farmi trovare impreparata.
Poi ho reperito fonti idonee su ogni tipo di supporto, libri, libriccinii, foglietti sparsi, mitìviglieri, riviste, internet e mi sono messa sotto.
Certo, come in tutte le cose bisogna partire dal basso, dalle cose più semplici. E seguire pedissequamente le ricette. Niente voli di fantasia, per carità! Almeno fino a quando non sarete capaci di salare la pasta senza prima pesare il sale.
Così anche le cose più difficili riusciranno alla perfezione.
Tipo l’insalata di rucola.
O l’uovo alla coque.
Adesso sono arrivata al plumcake allo yogurt.
Tutto bello e meraviglioso, ho messo le cose che vanno messe, ho girato, mescolato, amalgamato, imburrato e versato.
Solo una cosa mi lascia perplessa.
Dice qui “cuocete in forno blabla, a tot gradi blabla, senza MAI aprire la porta del forno finché il plumcake non è perfettamente cotto. Per sapere se il plumcake è perfettamente cotto infilateci uno stecchino da denti”.
E’ più di un’ora che lo guardo senza sapere che fare.

  1. anche perché pulire il balcone è chiaramente un lavoro da uomini. E’ evidente, dai. E passeggiare per le vie di Cuneo… vabbè []
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