Sull’integrazione e il clima

di maia, 8 Luglio 2010

Dicono l’integrazione l’integrazione, come se fosse una cosa così facile da realizzare. Come se bastasse dire, badalà, mi trasferisco lì e mi integro.

Ma mica è così facile, eh!

Prendete un esempio, uno a caso. Facciamo che una persona si trasferisca da Firenze a, mettiamo, Cuneo. Ebbene, questa persona si porterà dietro, oltre a tre armadi interi di roba, anche un bagaglio, altrettanto fitto, di abitudini, usi e costumi, dei quali mica intende fare a meno. O almeno dovevano dirglielo prima, prima di farla trasferire tutta, armi e bagagli e tre armadi pieni zeppi di roba, che non si poteva portare dietro anche tutte le abitudini. E le cose che le piacciono tanto.

Tipo le litigate.

Avente presente quelle belle litigate, improvvise, vigorose e tonanti, come tanti bei temporali estivi? Quelle che mentre alzi la voce senti un benefico effetto che ti pervade tutto il corpo1, ti senti così arzillo che dopo potresti benissimo farti dieci chilometri di corsa, in salita, sui tornanti del Col di Tenda, e quella vena sul collo che si gonfia e la tempia che inizia a pulsare? Ecco, quelle, tanto appaganti. Bene, se vi trasferite da una città medio-grande a una piccola, cancellatele! Se passate da, chessò, Bologna, Firenze, Il Cairo, a un posto tipo Cuneo, voi quelle litigate così ve le dovete proprio dimenticare. Prima di tutto perché il tessuto urbano è tutto un insieme di corti interne, che fanno rimbombare le parole, le ingigantiscono e a sentirle tornare indietro, così veementi, sembra quasi che tu pensi davvero tutti quegli insulti che stai sfornando.

E poi ci sono i vicini. Qui In un posto come Cuneo, gli abitanti son talmente pochi che tutti sanno tutto di tutti e non puoi permetterti un minimo di discussione che rischi la mattina dopo di incontrare quella che per te è una perfetta sconosciuta che ti si accosta e ti fa:

buonsgiorno, signuorina, come stuà? Benzentile, benzentile. Comunque vuolevo duirle che ci aveva ragiuone loèi, sà. Anche io a mio muarito ci devo ricuordare soèmpre di abbassare la soéggoètta, Ah, cuome la cuapisco! E per l’altro pruoblemino… soènta me, le muanette la prossima vuolta le proènda ricopoèrte di poèlusc, ché altrimoènti lo croèdo che ci fanno alloèrgia!

E, insomma, vi assicuro che è veramente dura passare da un posto dove puoi passeggiare impunemente per ore senza incontrare nessuno che ti conosca, dove nessun vicino2 si metterebbe mai ad ascoltare le cose che ti dici nelle quattro mura di casa, ad uno in cui sei totalmente esposto all’interesse morboso altrui.

E’ uno dei vantaggi/svantaggi di abitare in un piccolo paese, si dirà.

Sarà, ma quando è troppo è troppo. Qui mi è persino impedito di girar nudi per casa!

  1. pare queste litigate siano un vero e proprio toccasana per la circolazione! Tanto è vero che io le uso anche per combattere la cellulite []
  2. tranne la terribile vecchina impicciona del piano di sotto. Ma tanto quello è un punto fermo, la dannata vecchina impicciona del piano di sotto esiste ovunque []