finche la barca va

di maia, 8 Luglio 2007

Magari vi piace il tennis. Magari siete amanti delle tradizioni, vi piace il buon vecchio serve and volley e considerate Wimbledon il più bel torneo sulla faccia della terra. Magari quest’anno la finale è una di quelle da leccarsi i baffi, con i due più grandi tennisti del momento che vivono anche una discreta rivalità personale che rende il tutto più drammatico. Magari avete pure in casa Sky, l’unico modo per vedere il torneo in tutto il suo splendore.
Però si dà il caso che Sky si trovi nel salotto. E nel salotto avete un padre. Che usa Sky per dormire. Sintonizza l’apparecchio sul canale Sailing e dorme. Con la cuffia nelle orecchie. E il telecomando incastrato sotto la zampa, che appena cercate di sfilarglielo si sveglia urlando che stava guardando quella trasmissione così interessante.

Allora voi vi sedete un attimo sul divano, guardando pubblicità patinata di barche che non potrete mai comprarvi. Immaginate una partita di tennis che esiste solo nella vostra mente. E piangete in silenzio. Per non svegliarlo.

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Splendido splendente

di maia, 3 Luglio 2007

Splendido splendente, nannanannna nanna nanna…
Attraverso le porte a vetri. Fortunatamente il supermercato non sembra troppo pieno. Non lo sopporto quando è affollato, mi sento soffocare.
Accidenti, perché diamine tengono l’aria condizionata sempre così forte? Tocca venire a far la spesa col golfino!
Che strano effetto che fa questo posto dai soffitti altissimi, i pavimenti bianchi, immacolati, e chilometri e chilometri di scaffali ordinati, coloratissimi. Una musica neutra e quasi impercettibile rende l’atmosfera ovattata.

Dunque, devo ricordarmi di comprare gli assorbenti a forma di petalo, dalla seduta confortevole. Il deodorante per la casa che fa gli sbuffi. Il detersivo per i pavimenti che fa cantare tutto il palazzo. E le pastiglie per la lavastoviglie.
Ecco, il reparto. Santo cielo, un intero, immenso, corridoio, tutto per le pastiglie per la lavastoviglie!
Ma quante sono? Quali saranno quelle che devo prendere io?
La pubblicità l’ho vista, ma non riesco a ricordare il nome… dai, erano quelle del “gioiello”. Ricordo anche la canzoncina, come faceva? Ma si, che la canticchiavo anche prima: “Splendido splendente, nannananna nanna nanna…”. Ecco, è questa, ma il nome del prodotto proprio… uhm… niente…
Provo a fermare qualche cliente.
“Scusi, lei mica si ricorda il nome delle pastiglie del gioiello”
“Ma certo, quelle con la musichina Splendido splendente.”
“Precisamente!”
“Aspetti, ce l’ho sulla punta della lingua. Mmmhhh… no, mi spiace, la marca non la ricordo proprio”
Provo a fermare un commesso, ma con scarso successo.
Adesso nel corridoio siamo una mezza dozzina a cantare tutti insieme il jingle e la gente che passa si ferma a guardarci. Poi, poco alla volta, si aggiunge al coro. In breve s’è formato un capannello vociante e stonato. Un addetto della sicurezza si avvicina con fare seccato per capire cosa stia succedendo. Ma viene inghiottito dalla folla e inizia cantare lui pure a squarciagola.
Ormai siamo così tanti che straripiamo nei corridoi accanto. La malattia si propaga velocemente e ovunque ti giri vedi solo persone che, abbandonato il carrello della spesa, si buttano nell’esibizione canora più terrificante alla quale abbia mai assistito.
Il canto si è trasformato infatti in un ululio dissonante e assordante.
Sbucano all’improvviso, recuperati forse nell’area riservata ai mobili da giardino, dei tavoli rotondi, sui quali salgono immediatamente delle signore con spacchi vertiginosi e tanta ciccia di fuori. Ballano come invasate. Gli uomini, sotto, battono le mani e si agitano frenetici.
I volti rossi e sconvolti fanno pensare più a prossimi infartuati che a persone gaudenti.
Decisamente lo spettacolo si sta facendo inquietante.
Tento di guadagnare l’uscita facendomi notare il meno possibile. Ho paura che cerchino di acchiapparmi e di riportarmi in mezzo a quel baccanale disperato.
Sono madida di sudore.
Scosto il lenzuolo.
Sono a letto?
Dio, è già ora di alzarsi.
Dell’addio al nubilato della scorsa notte mi rimane solo una forte emicrania. E la canzone della Rettore conficcata nella testa.
Splendido splendente, nannananna nanna nanna…

altrimenti ci arrabbiamo

di maia, 2 Luglio 2007

Ieri sera ci ho riprovato.
Mi sono accomodata ben bene sulla sedia più scomoda di cucina e mi sono apprestata a seguire per una buona volta una puntata di Don Matteo. Se addirittura riesce a distogliere mia madre dalle parole incrociate, vorrà dire che è interessante.
Insomma, ero davvero armata delle migliori intenzioni. Eppure… eppure dopo cinque minuti ho cominciato a smaniare. Dopo dieci mi agitavo sulla seggiola. Dopo venti ho dovuto alzarmi a fare un giro.
Vederlo così è stato un vero e proprio choc. Ma come, non può essere lui!
Lui si sarebbe attaccato a una trave e, oscillando, avrebbe travolto i cattivi con dei calcioni ben assestati. Si sarebbe abbassato all’improvviso per evitare il gancio di un bruto che avrebbe così colpito un suo amico.
Avrebbe stordito i nemici, con dei cazzottoni alle orecchie. Sarebbe saltato su un tavolo, si sarebbe appeso a un lampadario, insomma… sarebbe stato Terence Hill!

E invece cosa vedo?
Vedo un uomo con la sua faccia, giusto un poco più gonfia, con un annacquato sorriso tutto-denti, e con i suoi occhi ancora brillanti mettersi a ragionare, predicare, convincere i malvagi ad arrendersi!
Ma no! Cosa direbbe Bud, il grande Bud, mio primo amore di celluloide, davanti a una scena del genere?
Sbufferebbe, scuoterebbe lievemente la testa. E gli girerebbe le spalle. Magari nella segreta speranza che il vecchio compagno di tante risse, dopo un momento di pausa, lanci da un lato la bicicletta e gli si attacchi alle costole, sorridendo col suo sghembo sorriso fatale.

Terence, getta quella tonaca!

segni

di maia, 29 Giugno 2007


Quando, alle quattro di notte, su due auto sgommanti, di cui una guidata da una futura sposa completamente ubriaca, con un occhio chiuso "per vedere meglio", senza documenti e con un fanale rotto, e l’altra guidata dall’unica completamente sobria del gruppo, il blocco della guardia di finanza ferma la seconda…

Allora capisci che nulla potrà guastare il futuro matrimonio.

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questo pazzo pazzo pazzo pazzo mondo

di maia, 21 Giugno 2007

Riemergo dopo lungo periodo di clausura lavorativa e mi rendo conto che il mondo in mia assenza è andato tranquillamente avanti per conto suo.
Provo a rimettermi velocemente in pari dando una scorsa ai titoli dei quotidiani e ci trovo notizie meravigliose.

Scopro che è in corso una guerra fra USA e Cina a suon di pistacchi.

Che il futuro della Philip Morris è nel tabacco da masticare. Allegato ad ogni pacchetto regaleranno un paio di speroni, un cappello da cow boy ed una mappa per raggiungere luoghi incontaminati e spazi infiniti da colonizzare nel far west, la Cina, troppo occupata nella guerra dei pistacchi per rendersi conto dell’imminente invasione di yankee nostalgici e invasati, armati di medicinali scaduti.

Che Vittorio Emanuele di Savoia vuole gli sia dedicata una strada di Potenza. "Certo che me lo devono! Era una città che non conosceva nessuno, l’ho lanciata io." (è vera, giuro, da repubblica dell’undici giugno).

Che il Rio delle Amazzoni è diventato da qualche giorno il fiume più lungo del mondo. Lo ha stabilito una spedizione brasiliana. Mi aspetto al più presto che una spedizione egiziana scopra la vera sorgente del Nilo duecento chilometri più a sud di quanto pensato finora. E che una successiva spedizione etrusca riesca ad individuare la vera sorgente dell’Arno in uno dei monti della catena dell’Himalaya.

Che nel 2060 ci sarà l’Apocalisse. Prepariamoci, lo diceva Newton, mica un mago Otelma qualunque.

Che stanno tornando di moda le spalline e gli abiti stile anni ’80. Non sarà mica questo il primo segno della suddetta Apocalisse? E dire che mi stavo appena abituando ai pantaloni a zampa di elefante e punto vita ad altezza caviglia...

Che lo stilista Valentino in passato è stato attraversato da un intenso senso di paternità. "Una volta in Marocco, tanti anni fa, passavo con la macchina sui monti dell’Atlante e ho visto un bimbo, un pastorello berbero di 4 anni. Avrei desiderato tanto poterlo adottare ma non è stato possibile." Poi poco più avanti ha visto un negozio di tappeti. E’ stato attraversato da un intenso senso di shopping compulsivo.

Che il Vaticano ha proclamato peccato (mortale?) il sorpasso pericoloso. Ha addirittura stilato un decalogo per chi guida. Fra le cose raccomandate, farsi il segno della croce prima di iniziare il viaggio e recitare il rosario durante tutto il percorso. Magari così durante i viaggi si eviteranno anche i sorpassi pericolosi, ma poi chi ci protegge dai  colpi di sonno?

Che il Santo Graal esiste e si trova in una chiesa in piena Roma. "Lo confermerebbero delle iconografie medievali rappresentanti il Sacro Calice all’interno della Basilica, orientate verso le adiacenti catacombe". Grande scalpore ha suscitato la notizia, finché non ci si è resi conto che si trattava di alcune decalcomanie omaggio per gli spettatori del film "Il segreto dei Templari".

Che è nato il "cane da coccinella". Ovviamente negli States.
Questa mi son rifiutata di leggerla.

Insomma, basta che ti distrai un attimo e mille cose imperdibili accadono a tua insaputa.
Così ho deciso di perdermele volontariamente.
Partirò per un breve fine settimana rilassante a sfondo musicale.
Rigorosamente senza giornali.
A presto. E, mi raccomando, non tenetemi informata.

saggezza popolare

di maia, 21 Giugno 2007

Mi hanno sempre detto che "tutti i nodi vengono al pettine" e che "il tempo è galantuomo".

Bene, neanche un anno fa si leggeva questo:

"Lo scudetto 2006 è dell’Inter.
La Figc ha assegnato ai nerazzurri il titolo revocato alla Juventus: per la società di Massimo Moratti è il 14° scudetto. Il patron: "Provo piena soddisfazione".
(…)

Il patron nerazzurro Massimo Moratti accoglie la notizia con grande piacere. ‘Provo piena soddisfazione per l’assegnazione del titolo alla societá e alla squadra che si è comportata correttamente’. A fargli eco è il presidente Giacinto Facchetti: ‘Questo è lo scudetto della correttezza e del rispetto delle regole.’"

Tutto molto commovente.

oggi invece si legge questo:

"Inter e Milan, l’accusa è di falso in bilancio
Per i nerazzurri iscrizione irregolare alla stagione 2005-06: ma si va verso la prescrizione

(…)

Galliani e Moratti sono dunque accusati dal pm Nocerino di aver «esposto nei bilanci fatti non rispondenti al vero su attività e passività, allo scopo di evitare di evidenziare perdite che avrebbero comportato l’obbligo di ripianarle e/o di ridurre il capitale sociale entro il successivo esercizio »"

E io che agli adagi popolari non avevo mai dato troppo peso…

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eureka

di maia, 13 Giugno 2007

Me ne stavo tranquillamente spaparanzata alla mia scrivania a giocare a morra cinese con me stessa, piuttosto irritata dal fatto che fosse sempre la mano destra a vincere, quando l’immobile silenzio che aveva preso possesso di tutto l’ufficio è stato squarciato da una sirena.
A giudicare dal tonfo nella stanza accanto, quel suono, sinceramente antipatico, doveva aver fatto svegliare di soprassalto la mia collega ed averla precipitata sul pavimento.
Dannazione, mica ci avranno chiuse di nuovo dentro?
Mirella! Una collega del piano di sotto, costantemente persa nel suo mondo. Capita si alzi improvvisamente dalla scrivania, inserisca l’allarme, esca e chiuda a chiave l’ufficio, senza dire nulla a nessuno. Se succede durante la giornata, di solito le urla e gli strepiti delle altre colleghe e dei clienti riescono a fermarla in tempo.
Se succede nel pomeriggio, quando rimaniamo una per stanza e ci concediamo chi un meritato riposo, chi una telefonata intercontinentale, chi giochi intellettivamente superiori per tenere sveglia la mente, è difficile che qualcuno se ne renda conto. Così la prima che si alza dalla scrivania e si mette a girare per l’ufficio fa scattare la sirena.

“Mirellaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!”
Un unico ruggito si leva da tutte le stanze.
“Che c’è?”
Uhm… se Mirella è qui, questo non può essere l’antifurto.
Improvvisa, una lieve pioggerella inizia a posarsi, delicata, sui nostri capi e sui pc accesi e sui fili della luce, scoperti.
Una porta si apre, sbattendo violentemente contro il muro.
Un ometto paonazzo in volto muove freneticamente le minuscole zampette e si precipita, con il cestino della carta verso il bagno.
Sentiamo aprirsi lo scroscio della doccia.
Sentiamo anche un forte odore di bruciato misto a quello, inconfondibile, di sigaro invadere il corridoio.
“Che avete da guardare? E’ successo che… e’ successo che stavo cancellando delle scritte da un foglio, ho sfregato così forte con la gomma da produrre scintille… che sono cadute nel cestino! E poi… e poi un raggio di sole più forte degli altri è penetrato dai vetri, è passato attraverso le lenti dei miei occhiali e ha colpito le cartacce del cestino, dando vita ad un principio d’incendio. Avete presente Archimede Pitagorico, no?
Ma ora è tutto sotto controllo.
Tornate alle vostre occupazioni! Svelte!”
Aiuto la mia collega a rialzarsi.
Ci guardiamo in faccia, uno sguardo veloce al cielo plumbeo fuori dalle finestre, uno sguardo al capo che rientra con nonchalance nella sua stanza.
E torniamo alle nostre occupazioni.

Accidenti, la destra, ancora!