Il mistero dei templari
Chiariamo subito che io dei templari non so assolutamente niente. Niente di più di quello che ti facevano studiare al liceo sui libri di storia.
Niente misteri, niente segreti, niente tesori nascosti. Solo noiosissimi problemi economici fra re indebitati e guerrieri strozzini.
Però ho deciso di parlarne lo stesso, che i Templari tirano molto e comunque si portano un po’ su tutto.
E’ che l’altro giorno hanno riaperto blogbabel e la febbre è scoppiata di nuovo. Come e più di prima.
Non di rado si vedono distinti ingegneri che cercano angosciosamente il nome del proprio blog per scoprire quante posizioni ha guadagnato o perso durante la chiusura. Stimati dottori che compulsano voracemente la graduatoria per scoprire se il “blogger nemico” si è piazzato prima o dopo di loro. Rispettabili commercialisti che…
No, di commercialisti rispettabili non ne conosco.
Insomma, l’ansia da prestazione è tornata.
“E tu che fai?”
“In che senso?”
“Come in che senso! Blogbabel è tornata! E tu non fai niente per salire?
Un post polemico, una rissa telematica, donnine nude, post con link verso blog famosi, commenti a pioggia ovunque, argomenti attuali…
Insomma, fai qualcosa!
Al limite promettila a tutti i lettori, ma fai qualcosa!”
E così eccomi a fare qualcosa.
Visto che le risse mi piace farle di persona, visto che le donnine nude non so come trovarle, visto che io nemmeno so quali sono i blog famosi, ma soprattutto visto che per me la polemica è una cosa estremamente seria e non si deve svilire per un lettore in più, ho optato per il tema di attualità.
Però si fa presto a dire attualità.
Di che parlare? Dello scontro fra Berlusconi e la magistratura? Di Tremonti, Bossi, Guzzanti e Gasparri? Dell’azione suicida del centrosinistra?
Maddai, che è attualità questa? Questa era roba già vecchia cinque anni fa!
No, qui ci vuole qualcosa di davvero al passo coi tempi.
E cosa meglio dei sempreverdi Templari? Loro, questo è poco ma sicuro, non deludono mai.
E infatti giusto ieri sono entrata nella mia solita libreria e son rimasta colpita dallo spazio riservato al misterioso mistero dei templari.
C’era il tavolone centrale delle novità completamente sommerso di Misteri dei templari, Segreti dei templari, Verità sui templari, Maledizioni dei templari, Codici dei templari, Rotoli dei templari, Tesori dei templari, I Fantastici 4 templari, Maciste contro i templari, Totò, Peppino e i templari.
Poi ben tre scaffali nel reparto fantasy.
Poi lo spazio “Dan Brown”, che solo riempie ben due ripiani di templari.
Per non parlare del reparto di storia.
E mi son detta: ma quanto cavolo ci sarà da scrivere su questi benedetti templari? Voglio dire, tolti i saggi storiografici, quanti nuovi libri si possono scrivere sull’argomento?
Il vero ed unico mistero dei templari per me rimane questo: come è possibile che gli stessi autori non si sian stufati di scriverne?
Io, per esempio, ho buttato giù solo poche righe e mi sono già annoiata!
La Privata Repubblica e la Pubblica Reprimenda
Dunque, stavo per scrivere un gran bel pezzo comico, poi ho letto questo e mi sono avvilita.
Per quanto mi possa spremere, non raggiungerò mai tali vette.
Riassumendo per i non informati (e quelli che hanno poca voglia di leggere il corriere, quanto li capisco), stamani esce un pezzo su un blog, un gran bel blog, a proposito delle famose intercettazioni-che-non-ci-sono. Tutti sanno che esistono, tutti sanno di che cosa parlano, ma nessuno le ha mai viste.
Il tenutario di questo blog, un gran bel blog, non so se ve lo avevo già detto, se ne esce con una versione tutta sua di queste fantomatiche intercettazioni.
Il pezzo è chiaramente satirico e assolutamente ben fatto, al punto che un noto sito giornalistico (?) scambia la boutade per vero scoop e come tale lo rivende.
Ignorando gli avvertimenti dell’autore, che pubblicamente dichiara il pezzo una bufala.
Apriti cielo: il noto sito giornalistico (?) è così stimato che subito la “notizia” viene ripresa dalle agenzie di stampa.
Tempo pochi battiti di ciglia e le cateratte si aprono, il povero signor LPR viene travolto da dichiarazioni sdegnate di Ghedini (!), Confalonieri (!!) e chi più ne ha più ne metta.
E’ una vergogna, è diffamazione, non si scrivono queste cose!
La polizia postale minaccia la chiusura del sito, più veloce ancora è la massa di internauti che si riversa sul blog, bloccandone l’accesso per ingorgo informatico.
L’autore, perplesso, rimugina.
I suoi lettori con lui.
Più o meno bello.
Più o meno riuscito.
Più o meno volgare, era un pezzo satirico.
Vien voglia di scriverci un pezzo comico, per stemperare, per restituire alla vicenda la leggerezza che le compete.
Poi si legge che lo stimato Signor Dagospia rimprovera l’incauto blogger per l’eccesso di volgarità esibita.
Di più, si esibisce, paladino del buongusto, in una vera e propria reprimenda pubblica, in una lezione di savoir faire.
E con questa uscita, sinceramente, non c’è battuta che possa competere.
Ps se ne parla anche qui.
AGGIORNAMENTO.
è ufficiale, il sito è stato oscurato e due articoli sequestrati.
Siamo ben oltre il senso del ridicolo.
ma papà ti manda sola?
ovvero Piccolo prontuario di conversazione per giovani donne che viaggiano sole
Ogni giovane donna che usa viaggiare da sola sa bene che prima o poi le capiterò una conversazione del genere:
No, dai, sul serio, con chi vai?
Da sola, te l’ho detto.
Eddai, su… a me puoi dirlo… Occhei, magari VAI davvero da sola, ma poi lì chi c’è ad aspettarti?
O questa
No, dai, sul serio, perché?
Perché mi piace.
Eddai, su, smettila di far la misteriosa. Perché?
E sa bene che quando capita non ci sarà risposta sincera che tenga. L’interlocutore (o l’interlocutrice), risultandogli(le) assolutamente incomprensibile che il viaggio in solitario possa essere semplicemente BELLO, non vuole la verità. Lui (o lei) vuole spiegazioni complicate, motivi fuori dall’ordinario.
Ed è per venir fuori dall’impasse che ho preparato questo piccolo prontuario.
Quattro risposte diverse che prese singolarmente o anche, perché no, combinate abilmente fra loro, vi garantiranno la liberazione da domande pressanti e da conversazioni-interrogatori senza fine.
Per sempre.
Ma vediamole.
Quando vi verrà posta la fatidica domanda, rispondete pure tranquillamente:
E va bene. In realtà viaggio da sola perché
1) sono misantropa.
Sotto questa copertura di essere sociale e amichevole si nasconde un essere asociale che odia l’intero il genere umano. Ma mica tanto per dire. Quando passo più di cinque minuti con una persona sento crescere un prurito sempre più violento…
Un prurito alle dita. Alle mani. Al coltellino svizzero che tengo in tasca.
E sento il bisogno di togliermelo. Il prurito.
Sgranchiendomi le dita.
Le mani.
Il coltellino svizzero che tengo in tasca.
Ma il numero dei miei conoscenti spariti nel nulla dopo una piacevole serata trascorsa insieme comincia ad ingrossarsi troppo, per questo preferisco non frequentare più nessuno.
A proposito, tu che fai stasera?
Impegni?
2) sono sessuomane.
Ecco, vedi, sotto questa copertura di essere angelico e amichevole si nascone un’assatanata di sesso.
Ma mica del solito sesso banale… Io ho bisogno di più.
Adoro andare a letto con degli sconosciuti, quindi ogni tanto devo prendermi una settimana di vacanza e partire per un posto lontano, meglio se all’estero.
Già durante il viaggio inizio ad allenarmi con l’autista, il controllore, il pilota, lo steward, il vicino di sedile…
Poi, arrivata sul posto, mi dedico ai camerieri, al direttore d’albergo, ai vicini d’ombrellone…
Insomma, mi faccio tante nuove amicizie.
A proposito, ho sentito che stai con un/una nuovo/a ragazzo/a. Ancora non l’ho conosciuto(a.
Quando me lo/a presenti?
3) sono un licantropo.
Sembra incredibile, lo so, ma sotto questa copertura di essere innocuo e amichevole si nasconde un mostro. Ma mica un mostro in senso metaforico.
Ogni singola notte (se la conversazione si svolge di giorno)/ogni singolo giorno (se si svolge di notte) che dio manda in terra, appena la luna (il sole) splende alta/o nel cielo, la mia pelle comincia ad ispessirsi, grossi peli brizzolati e spatolosi cominciano a ricoprire il mio corpo, mentre la schiena comincia ad incurvarsi, le gambe si accorciano e le orecchie cominciano ad allungarsi.
In breve mi trasformo in qualcosa di spaventoso.
E il peggio è che questa malattia è altamente contagiosa.
Basta anche un lieve sfioramento, un’alitata, una gocciolina di sudore per trasmetterla!
A proposito, guarda che la bottiglia da cui stai bevendo è la mia.
Ma fai pure, mica mi scandalizzo se bevi a boccia, lo faccio sempre anche io!
4) sono La Signora in Giallo.
Elementare Amos, sotto questa copertura di donnina simpatica e amichevole si nasconde Jessica Fletcher1.
Care giovani amiche, usate fiduciose questo manualetto.
Ciascuna di queste risposte l’ho testata personalmente.
E funziona!
- in questo caso non sono nemmeno necessarie ulteriori spiegazioni [↩]
Californication – David Duchovny è uscito dal gruppo (o Piccole donne crescono)
Guardati californication.
Allora, l’hai visto Californication?
Ma insomma, te lo guardi o no Californication?
Occhei, occhei, ho guardato Californication. E l’ho guardato tutto, dalla prima all’ultima puntata.
L’ho trovato l’innovativa serie paladina dell’irriverenza e della provocazione, sovvertitrice degli schemi serial-televisivi imperanti?
Sì e no.
L’ho trovato un telefilm simpatico, con un David Duchovny, finalmente libero dall’espressione sottovuoto che lo ingessava in X-Files, protagonista e produttore in gran forma che sembra spassarsela un mondo a girare scene assurde e ad interpretare situazioni imbarazzanti.
L’ho trovato un telefilm molto ben fatto. Puntate dal ritmo serrato, racconto veloce, giusta metratura di carni (femminili) ben esibite, giusta dose di trasgressioni (sesso, anche estremo, droghe, grosse ubriacature, personaggi fuori dalle righe). E poi sentimento, anche in dosi consistenti, ma che non appena rischia di strabordare nel melenso viene immediatamente fatto virare nell’umoristico e nel grottesco.
L’ho trovato però anche un po’ furbetto.
Perché il telefilm è tutto giocato su quel lieve confine che separa irriverenza ed eccesso, con un uso del politicamente scorretto talmente ben calibrato da far sospettare l’ennesima furbata acchiappa-audience.
In altre parole ho avuto la sensazione che tutto il suo sarcasmo e la sua crudezza, più che voglia di combattere l’ipocrisia imperante in tv, nascondessero in realtà la ben più prosaica voglia di scioccare lo spettatore, di offrigli immagini e situazioni scabrose per tenerlo attaccato allo schermo.
Comunque di peccato veniale si tratta. In fondo è pur sempre un prodotto televisivo (sebbene di qualità così alta da passare qui da noi solo sul satellite, per il momento) e sull’audience si deve basare.
Tutto sommato l’importante è che ci faccia divertire.
E le avventure di Hank-Duchovny divertono molto.
Hank, scrittore di successo, si trasferisce da New York a Los Angeles per seguire da vicino la sorte del suo libro, dal quale viene tratto un film con la coppia del momento: Tom Cruise e mogliettina.
Lo seguiamo per tutte e dodici le puntate abbattersi nel vedere il proprio lavoro trasformato, trasfigurato nel classico blockbuster dal titolo sciocco e smielato. Lo vediamo letteralmente soffrire quando viene riconosciuto come l’autore del film che odia.
In più la compagna lo lascia per andare a vivere con un ricco, noiosissimo californiano e si porta dietro anche la loro figlia adolescente.
Hank, lontano dalla sua musa e dalla sua città, sembra aver perso il “tocco” e trascorre le giornate tra un eccesso e l’altro, fra donne bellissime di ogni età e gusto sessuale, fra sballi continui e batoste private.
Non smette mai di provarci con la ex, della quale è ancora follemente innamorato.
E’ tenerissimo e imbranato con la figlia, che ovviamente è incredibilmente intelligente e matura per la sua età, tanto che spesso è lei a indossare i panni del genitore e lui quello dell’adolescente incosciente.
Si mette nei guai in svariati modi, vede il proprio miglior amico (e agente) mettersi nei guai a sua volta.
Però conserva sempre quella sua aria cinica e stropicciata che piace tanto e in un modo o nell’altro riesce ogni volta a cadere in piedi.
Come finirà la storia è facilissimo prevederlo e la scena finale è ad alto tasso di zuccherosità.
Ma in fondo si perdona anche quello.
E se tutte le trasgressioni, una via l’altra, alla fine perdono la loro forza conturbante, un’unica cosa non smette di perturbare il bravo spettatore.
L’aver trasformato la dolce e piccola Gracie del serial “La Tata” in una temibile draghessa amorale assetata di sesso.
Questo è il vero colpo basso!
AGGIORNAMENTO
a quanto pare Californication passerà sulle reti mediaset.
Sta tutto a vedere quanto verrà “depurato” di parole e situazioni rispetto all’originale.
Comunque può essere un successo.
in dolce esilio
E va bene, è vero, avevo chiuso il post precedente con toni un poco apocalittici.
In fondo che ne so io di come sono le terme? Le ho mai viste? Ci sono mai stata?
E allora come posso giudicare?
E’ un po’ come se uno che non ha mai posseduto un impero mediatico pretendesse di giudicare l’On. Pres. del Consiglio, Cav. Berlusconi e la sua gestione dell’informazione.
Che ne sappiamo noi di come si amministrano tre reti televisive e tutti quei periodici? Che ne sappiamo dei rapporti che intercorrono tra un mero proprietario e i suoi dipendenti giornalisti?
E allora basta, suvvia, smettiamo di fare i soliti comunisti prevenuti e caliamoci per una volta nella realtà dell’avversario per comprendere bene le sue ragioni.
Ora, non potendo io calarmi nei panni dell’imprenditrice multimiliardaria (in euro), proprietaria di squadra di calcio (per quanto a strisce, e quindi orrenda per definizione) e di svariate cose, fra cui ville in sardegna con attracco per sommergibili e vulcani finti perfettamente eruttanti, non mi resta altro che calarmi nei panni più succinti della Giovane Donna Moderna e di andare a vedere di persona cos’è che hanno di tanto speciale queste benedette terme.
Tutto questo per dirvi che sono partita e che tornerò la settimana prossima.
Ma nella mia infinita bontà vi ho lasciato qualcosa di scritto che dovrebbe magicamente comparire nei prossimi giorni.
Così, per non farvi sentire abbandonati e per non dare l’impressione che la casa sia rimasta incostudita.
Che con tutti questi extracomunitari rumeni non si sa mica cosa può succedere!
Speriamo che l’aggeggio che dovrebbe far comparire il post funzioni, altrimenti sai che figura!
Annunciare una cosa che poi non viene fuori!
Anche se, a rigor di logica, se l’affare non funziona, non dovrebbe esser venuto fuori nemmeno questo messaggio e quindi voi non l’avete letto e non starete ansiosamente aspettando un post che non verrà mai.
Via, come si dice, tutto è bene quel che finisce bene.
Niente ansia per nessuno.
Tutti tranquilli e rilassati.
Io al mare e voi in ufficio.
Ah, già. Che poi nemmeno è vero che vado alle terme. Era solo per fare la figa.
In realtà mi trovo in una molto più prosaica località di mare.
Quindi non è che avete nemmeno da invidiarmi troppo.
A presto!
ps per quelli che hanno il mio recapito telefonico, se nel frattempo succedesse qualcosa di grosso, tipo golpe, rivoluzione civile, guerra fra bande di resistenti forzisti e luridi magistrati, Briatore che cambia acconciatura, per favore NON ditemelo.
Che nella segretissima località segreta stacco la spina alla tv e non compro nemmeno un giornale.
Niente voglio sapere, NIENTE!
Al massimo sbircio un po’ di europeo.
questione di naso
A questo punto è ufficiale, è tutta colpa del mio naso. Del mio stupidissimo naso fuori moda.
E quando hai il naso fuori moda hai voglia a leggere Cosmopolitan, hai voglia ad abbonarti a Vanity Fair, hai voglia a imparare a memoria tutte le puntate di Sex and the City.
Se hai un naso fuori moda sei irrimediabilmente tagliata fuori.
Perché al giorno d’oggi è fondamentale per una Giovane Donna Moderna avere un naso al passo coi tempi.
Da quando il marketing ha scoperto l’importanza dell’aromaterapia, si stanno moltiplicando le offerte di prodotti di igiene e bellezza dalle profumazioni sempre più ardite.
Capita di vedere esposti in bella mostra sugli scaffali creme dopobagno alla fragranza di cioccolato e muffa, docciaschiuma al prezioso aroma di mirtillo e calcestruzzo, imperdibili esfolianti alla vaniglia e uovo alla coque.
E chi come me ha un naso antiquato e si ostina a ricercare il buon vecchio bagnoschiuma nivea all’odore di nivea o il sempre caro docciaschiuma borotalco all’odore di borotalco, è destinato alla frustrazione.
Persino il classicissimo neutro roberts adesso sa di orchidea e big babol!
Però non avevo mai dato eccessivo peso a questa cosa. Pensavo che in fondo i gusti son gusti e che il mondo è bello perché è vario.
Mi sono definitivamente resa conto della mia totale insipienza solo l’altro giorno.
Pensavo di aver comprato la più repellente mistura scrub per il corpo esistente sul mercato, così sono andata in profumeria per farmene consigliare un’altra dall’odore (pardon, dai benefico effluvio) più delicato.
La profumeria del centro è affollatissima, al solito.
E’ tutto un viavai di commesse bellissime che servono con sollecitudine donne bellissime, tutte dalla pelle color cuoio bruciato, tutte di un’età impossibile da definire.
La bionda di fronte a me col volto fissato in un’espressione di eterno stupore e con quell’immobile sorriso sghembo che sembra tanto una ferita aperta con tanto di sangue rappreso (dio, quando finirà l’orrida moda dei rossetti color fegato andato a male?), per esempio, potrebbe essere una ventenne che si è fatta troppe lampade. Così come potrebbe benissimo essere una cinquantenne con un lifting di troppo.
In tutta questa febbrile attività cerco di farmi notare da una commessa libera.
IO: scusi. Signorina, scusi… ehm… signorina..
Niente. Nemmeno si accorge di me.
Signorina! Signorina, senta potrebbe indicarmi un altro scrub che questo puzza troppo?
Silenzio.
Sento tutti gli occhi puntati su di me.
La mano che tende il vasetto comincia a tremare leggermente.
Cioè, io… ecco… trovo l’odore…
GIOVANE COMMESSA: L’effluvio vorrà dire!
CLIENTE SCRITERIATA (OVVERO IO): Certo, l’effluvio, trovo l’effluvio eccessivamente… pungente?
CORO: Mormorio di disapprovazione.
GC: Pungente??? Ma se questo è il miglior prodotto in commercio!
CS: ma certo! E si vede! E si sente! La pelle che lascia poi… di un morbido… però, ecco, l’odore, cioè l’effluvio che lascia è molto… ecco è pieno di personalità, una personalità molto forte e non a tutti piace. Cioè, a me piace tantissimo, eh. Solo che il mio ragazzo… E la mia famiglia… Ecco, i miei familiari hanno minacciato di buttarmi fuor di casa se lo rimetto. Quindi se cortesemente…
GC: certo che i suoi familiari son veramente rompicoglioni!
CS (a parte): ehhh, a chi lo dice…
GC: però, se la vogliono buttar fuori di casa… certo che è strano. Voglio dire, come fanno a non apprezzare? Senta qua (ed apre il vasetto mettendomelo sotto il naso) senta che buon odore! Inspiri! Dio, solo a sentirlo fa star meglio! Che fa, non inspira? Senta, senta (alle altre clienti che si avvicinano), dite la verità, non sembra di stare alle terme?
CLIENTI VARIE (inspiranti et giubilanti): oh, sì, le terme, proprio come alle terme!
GC: comunque, se PROPRIO lei non gradisce, mi permetto di consigliarle un paio di prodotti che possono fare al caso suo. Certo, sono meno efficaci, per esempio non hanno il benefico effetto di talassoterapia che, mi perdoni, le farebbe tanto bene. Ma se in aggiunta a questo prende la crema rassodante, il fluido veicolante, l’olio doccia iperidratante e questa magica mistura energizzante, le assicuro che si troverà benone. E per il suo colorito? Che vogliamo fare per il suo colorito, che è COSI’ pallida!
Dunque, ecco la crema viso contro i ventinove segni dell’invecchiamento (ventinove? pensa te, io ne conoscevo uno solo e lo chiamavo RUGHE) con una goccia di abbronzante (?), il fondotinta abbronzante (?), il fard…
CS: abbronzante?
GC: certo! Poi l’ombretto, lo smalto, il gel conto le pellicine, la maschera alle alghe…
Esco dal negozio carica come un mulo, le buste piene di prodotti all’ultimo grido (compreso un tubetto di rossetto color fegato guasto), e il portafoglio sensibilmente più leggero.
Per strada rifletto su questa mia nuova consapevolezza, il mio essere inadeguata ai tempi.
Passo davanti a un cestino, lo contemplo due secondi e poi getto tutto.
No, quei prodotti decisamente non fanno per me, non mi appartengono.
Come io non appartengo alla schiera delle Giovani Donne Moderne.
Che, a pensarci bene, non lo so mica se mi dispiace tanto.
Che ci sarà poi di bello a sentirsi come alle terme… Voglio dire, quale persona sana di mente trova piacevole stare in un posto puzzolente, pieno di vecchi con problemi alla prostata?
spo(r)t che passione!
In piena trance preagonistica, mezza italia cerca di tenersi occupata come può per non pensare all’evento che catalizza i pensieri di tutti da ore, ormai.
C’è chi si dedica al giardinaggio per la prima volta da anni e cerca di far rivivere una rinsecchita piantina di geranio, morta nel 1998.
C’è chi si dà una sistemata alle unghie dei piedi, sganasciando il tronchese a doppia leva del babbo.
C’è chi si spunta i peli delle orecchie e del naso con quell’inquietante apparecchio che vendono su mediashopping, che tutte le volte che la pubblicità passa in tv rimango imbambolata (e inorridita) a guardarla a bocca aperta. Secondo me ci devono essere degli inserti subliminali dentro, qualcosa che ti costringe a fissare il filmato senza riuscire a cambiare canale anche parecchi secondi dopo che è finito.
Tutti, insomma, si son trovati qualcosa da fare.
Io ad esempio ho deciso di concedermi un bel massaggio scrub sotto la doccia calda.
L’involucro promette “magici effluvi, che carezzeranno i vostri sensi in un abbraccio voluttuoso e sensuale”.
Minchia! mi dico.
Già ad aprire il barattolo sento uscire i magici effluvi.
Comincio a spalmarmi la roba, che al tatto sembra tanto sale grosso da cucina, e struscio, con dolcezza, per liberarmi dalle “odiose cellule morte”, di modo che poi possa sentire in tutta la sua potenza il “benefico effetto degli olii essenziali aromaterapici” che fanno tanto bene alla pelle e alla psiche.
Via via che struscio e mi ricopro della mistura (dio, comincio a capire come deve sentirsi il branzino sotto sale del cenone di natale), i magici effluvi iniziano a prendere il sopravvento.
L’odore è qualcosa di molto simile a una via di mezzo fra i capperi sotto sale e le alici marinate. E si fa sempre più forte.
Non credo di poter resistere a lungo.
Mi tolgo il sale da cucina di dosso con abbondante acqua calda, col solo effetto di far aumentare il puzzo.
Esco a razzo dal bagno, ma la puzza maledetta mi segue ovunque.
Ce l’ho addosso!
Cristo santo, sembro un’insalata di pesce e capperi semovente!
Però la pelle in effetti è liscissima.
E non è da sottovalutare un meraviglioso effetto secondario.
Con questo magico effluvio di pesce morto che mi porto addosso il divano davanti alla tv è tutto per me!