riceviamo e volentieri pubblichiamo… (2)

di maia, 18 Ottobre 2007

Il CICAP Lombardia presenta:
“Omeopatia o Magia?”
Luigi Garlaschelli parlerà dell’omeopatia dalle sue origini fino alle più recenti scoperte.
***

Il CICAP Lombardia organizza a Pavia una conferenza dal titolo “Omeopatia o magia?” (…) Relatore Luigi Garlaschelli, chimico, CICAP.
Argomento: origini storiche dell’omeopatia, suoi fondamenti pseudoscientifici; considerazioni chimiche, farmacologiche, cliniche.
La letteratura scientifica. Storia di due secoli di fallimenti nel dimostrarne l’efficacia.
Effetto placebo, e perché le terapie intrinsecamente inefficaci sembrano funzionare.

Ingresso libero e gratuito, per motivi di sicurezza l’ingresso è
limitato ai soli posti a sedere.

Questo il comunicato.
Ora mi chiedo, solo a me ricorda il famigerato dibattito di benignesca memoria?
Solo a me sembra tanto:

Ecch’i tema: “Pole la donna permettisi di pareggiare co’ l’omo?” No!
S’apre i’ dibattito.

Fin qui nulla di male. Diciamocelo, quasi tutte le conferenze hanno questa stessa impostazione.
Il problema è che ormai nella mia mente il serissimo incontro del Cicap è proseguito così…

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Blog cinematrografici impossibili (nuovo cinema blog)

di maia, 13 Ottobre 2007

Ricevo e volentieri accetto l’invito di Edo a rispondere alla "sfida" di Gattostanco.
Ecco quindi i Blog cinematografici impossibili – i blog dei registi (feat. Edo).


EDO

Troll, Steven Lisberger (W. Disney Pictures)
Blog Runner, R. Scott
Full Metal Blog, S. Kubrick
Blog Fiction, Q. Tarantino
I quattrocento blog, F. Truffaut
Ultimo post a Parigi, B. Bertolucci
Straziami ma di post saziami, D. Risi
Fino alla fine della blogsfera, W. Wenders
Cercasi Akismet disperatamente, di Susan Seidelman con Madonna
Questo è il mio blog, J-L. Godard.
Il fascino discreto della blogsfera, L. Buñuel
I blogger sospetti, B. Singer
Tutti i blog del presidente, di A. J. Pakula
Post Secret, D. Zucker
Un blogger da marciapiede, J. Schlesinger
Luker. Un uomo e il suo sogno, F. F. Coppola
Altrimenti ci linkiamo, con B. Spencer e T. Hill
Il post delle fragole, I. Bergman
Gangs of New Blog, M. Scorsese
L’inventore di post, B. Ray
Almost Blogstar, C. Crow
Giulietta degli Splinder, F. Fellini

IO

Io ti linkerò, A. Hitchcock
Tutto quello che avreste voluto sapere sul blog ma non avete mai osato chiedere, W. Allen
Postando sotto la pioggia, S. Donen
Qualcuno postò sul nido del cuculo, M. Forman
Shakespeare in blog, J. Madden
Post in traslation, S. Coppola
Per un pugno di commenti, S. Leone
Biancaneve e i sette troll, W. Disney
Splinder Man, S. Raimi
Someone like it blog, B. Wilder
Burton Link, J. e E. Coen
The Rocky Horror Picture Blog (J. Sharman)
Il mistero dei Template (
J. Turteltaub)*
Wild Wild Web (B. Sonnenfeld)*
Postato il 4 luglio (O. Stone)*
Troll scatenato (M. Scorsese)*

Il gioco è aperto. fatevi sotto!
nb i titoli con asterisco accanto sono quelli aggiunti in un secondo momento.

AQUATARKUS  contribuisce genialmente (qualcuno ne dubitava?)

Indiana Jones e il template maledetto, S.Spielberg
Il post-ino, M.Radford
Il post torna sempre due volte, Bob Rafelson
Blog, il fluido mortale, Irvin S. Yeaworth Jr.
Professione: blogger, M. Antonioni
Babsinsky point, M. Antonioni
Blogger in the dark, Lars Von Trier

e questi sono di KAOS (altri altrettanto gustosi sono nei commenti)
 
Belli e Bannati di Gus Van Sant
Pensavo fosse Blogger invece era un WordPress di Massimo Troisi

Non aprite quel profilo di (M. Nispel) ANGULUSRIDET

Blog-up (M. Antonioni) CRONOMOTO

Gli Inbloggabili (B. De Palma)  LATENDAROSSA

Old Blog (Park Chan-wook) PICCOLO BLUES

Natural born bloggers (O. Stone) BAXX

Prima o poi ti posto (A. Shankman) ANTONIO
(ma allora non è meglio "prima ti posto poi ti rovino"?)

Maia la sirena delle Hawaii (W. Lang) MAGOSILVAN

4 commenti per un post  (N. Tokar) SAULLE

leningrad cowboy post to hollywood (Kaurismaki) MASURIA

riceviamo e volentieri pubblichiamo…

di maia, 12 Ottobre 2007

ancora un comunicato stampa del Maggio Musicale Fiorentino.
Che da quando ha affidato la propria immagine ad una “nota agenzia pubblicitaria” ne produce di scoppiettanti a getto continuo.

Già l’annuncio che “La novità quest’anno è costituita dagli incontri “Al Caffè del Maggio” che si terranno nel Bar di Platea del Teatro Comunale in coincidenza con alcuni spettacoli. Durante il racconto delle opere o le presentazioni di libri sarà possibile consumare ai tavoli bevande e snacks, trascorrendo così piacevolmente gli istanti che precedono l’alzarsi del sipario. (…) l’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. In occasione di tutti gli incontri sarà aperto il Bookshop del Teatro con un vasto assortimento di CD, DVD e libri nonché l’intera serie di gadgets firmati in esclusiva da Marco Lodola per il Maggio.” ha fatto epoca.
Il teatro Comunale fiorentino è sempre stato paludatissimo e il tocco di modernità dato dal negozio di dischi e dvd e libri, ma soprattutto di graziosissimi gadget firmati in esclusiva,  non è stato subito compreso. Anzi, ai più ha fatto temere che si stesse trasformando un mitico luogo di cultura in una specie di grande magazzino. Anche se la possibilità di consumare snacks e drinks trascorrendo piacevolmente gli attimi che precedono l’alzarsi del sipario, facendo finta di ascoltare pallosissime presentazioni, ha introdotto una nota intellettuale e allegra, mondana e chic che non può lasciare indifferenti.

Poi l’ultimo comunicato.

“MAGGIO & MODA: IN OCCASIONE DI CONTROMODA, AL TEATRO DEL MAGGIO “SFILANO” JEAN PAUL GAULTIER, KARL  LAGERFELD E CESARE FABBRI.
Firenze – JEAN PAUL GAULTIER, KARL LAGERFELD  e CESARE FABBRI “sfilano” nel Foyer del Teatro Comunale di Firenze.
(…)
Nella mostra organizzata al Teatro Comunale di Firenze in contemporanea a ControModa saranno esposti i costumi e i disegni realizzati da questi acclamati stilisti, con una sapienza che raramente si riscontra nel fare teatrale contemporaneo.
(…)
In Pinocchio, complice Karole Armitage, Jean Paul Gaultier confeziona, su tessuti e cromie contrastanti, un guardaroba dalla sfrenata e incontenibile fantasia inventiva e provocatoria. A questi si accostano i disegni quasi “classici” di Cesare Fabbri per Giulietta e Romeo, abiti dal taglio contemporaneo anni Settanta rifiniti con lavorazioni ad intaglio di tulle di seta, con motivi a strass e cinture e jeans sfrangiati con cotoni e pelli dalle tonalità sfumate o monocrome, che il pubblico potrà ammirare nel Foyer di platea fino a gennaio.”

Ecco, dopo aver letto queste righe, colma di ammirata meraviglia, mi son detta: finalmente!
Finalmente la conversione si è compiuta, finalmente il Maggio si stra trasformando in una piccola Scala!
Presto, molto presto, avremo anche noi impellicciatissime signore in lungo. E i fotografi di Chi. E le telecamere di Verissimo.
Finalmente il teatro verrà usato per la vera funzione per la quale era stato creato!

ps a proposito di musica, non posso non citare queste righe, tratte da Repubblica del 10 ottobre scorso, la cui aulicità, il tono sommesso e partecipe, non possono non colpire e gommuovere sino alle lagrime…

“La musica classica è sempre stata una sua passione. Ma per anni ha avuto un grande rimpianto: quello di non aver portato a termine gli studi di pianoforte iniziati in gioventù. (…) Erano le 18 quando il candidato dai capelli grigi si è presentato alla sessione di esame insieme a “colleghi” ventenni che potrebbero essere suoi nipoti. Nessuno sconto per lui, il programma che ha presentato, degno del miglior Pollini (! ndr) è durato ben due ore.
(…)
ha trascorso l’estate nella sua casa in Liguria, studiando per tre o quattro ore al giorno e, anche al rientro a Milano, ha dimostrato volontà di ferro, alzandosi tutte le mattine un’ora prima del solito per lavorare alle partiture. Solo qualche piccolo problema dovuto all’età: le mani non hanno l’elasticità di una volta, e lo sforzo prolungato gli procurava qualche fastidio alle articolazioni.”

Dite la verità, non siete gommossi voi pure?
Ah, dimenticavo, lui era Fedele Confalonieri.

un’estate al mareee (1)

di maia, 1 Settembre 2007

Sbattono le imposte.
Vado a chiudere le finestre e vedo che il vento sta portando a spasso nuvoloni dall’aria poco promettente. Mi affaccio, e nel serpentone sotto casa riconosco il famigerato rientro estivo. Accendo la tv e mi accorgo che i programmi televisivi, uno alla volta, si stanno lentamente risvegliando. Il sorriso di gorge clooney, abbagliante come in un film dei coen, sbuca da ogni tg.

È settembre. È ora di riprendere le solite abitudini.

Un ultimo sguardo all’abbronzatura, che, cavolo, sta già venendo via! Ma come, dopo tutta la fatica per prenderla, le ore di estenuante tortura, lucertolati sotto il sole africano, con il termometro che segna 49°… ah già, io sotto il sole non ci sono stata praticamente mai. Del resto è più forte di me, il mare è troppo attraente. Così come troppo allettante è un comodo lettino sotto l’ombrellone. Vuoi mettere la soddisfazione di leggere distesi all’ombra in riva al mare, in santa pace…
Santa pace…
Beh, fino a quando non arriva la solita coppia di soliti ragazzini col solito stereo che irradia la solita musica, a tutto volume. Italiani, ovviamente.
È proprio vero, non si riesce a scappare mai abbastanza lontano.
Mi tappo le orecchie con due paguri giganti (tanto il bianco non aveva alcuna chance, quello nero stava stravincendo la corsa), e riprendo la lettura. Anche questa volta, previdente, mi ero fatta la scorta. Prima di partire sono andata alla mia solita libreria e, come da copione, ci ho lasciato mezzo stipendio. Mi sono tenuta alla larga dal bancone novità, invaso da “Il codice di Archimede”, “Il codice di Machiavelli”, “Il segreto di Michelagelo”, “La verità su Maria Maddalena”, “La vera storia dei templari raccontata da Marzullo” e sono andata dritta al reparto giallo/noir.
Questa volta mi sono ritrovata nel cestino Avoledo, Saramago (2), Camilleri, Stout, Lodge, Lucarelli (2), Macchiavelli (2), Queneau (fresco di stampa), Eugenides, Hart, Sciascia, Dürrenmatt (2).

Sulla spiaggia, mentre constato amaramente come in agosto i commessi non tengano in gran considerazione l’ordine sugli scaffali, inizio a sfogliare uno dei Dürrenmatt. Si intitola “Il Minotauro”. “La morte della pizia” mi era piaciuto proprio tanto. Poche pagine, ma intense. Anche questo è più o meno della stessa lunghezza. Sono 74 pagine. Certo, però, che è scritto con caratteri enormi. Praticamente un libro per ipovedenti. E non riesco a leggere lo stesso! Eppure ho scelto apposta le lenti arancioni, per vedere meglio… ma che cavolo c’è scritto? Diamine, ho “scelto” la versione con testo originale a fronte! È una bellissima idea, peccato che di tedesco io conosca giusto le parole essenziali: essen e slafen. Che poi non ho nemmeno idea di come si scrivano…
Vabbè, il libro deve essere comunque gustoso. Cavolo, quante figure! Ogni tre pagine c’è un disegnino! E che brutti che sono! Lugubri… insomma, fammi un po’ vedere… in tutto di pagine leggibili ce ne sono 23. Per un costo totale di 8 euro.
Praticamente tutto il testo è lungo quanto la quarta di copertina. Leggo quella “… Luogo dell’azione, un labirinto fatto di specchi che riflette immagini all’infinito… un gioco di rimandi fra l’essere e la sua ombra, il corpo e le sue migliaia di copie riflesse, che riproduce l’illusorietà di qualsiasi tentativo di fuga. Un racconto che corre rapido verso un epilogo drammatico… con i lettori schierati al fianco del presunto mostro…).
Fatto. Posso passare a Camilleri.

Promemoria. Devo decidermi a trovare un metodo diverso per scegliere i libri.

il bell’antogno

di maia, 17 Luglio 2007

Ieri pomeriggio ho letto che su la7 avrebbero dato “Il bell’Antogno”.
Perfetto, mi son detta. Cosa c’è di meglio di una seratina con la casa tutta per me, una bella cenetta in solitudine e un film biografico sulle gesta di Antognoni? Fra l’altro deve essere anche ben riuscito, visto che l’ho sentito nominare più volte…
E guarda gli attori! L’Antogno viene interpretato addirittura dallo strepitoso Marcello Mastroianni degli anni sessanta!
Certo, il film è in bianco e nero, ma gli spezzoni di partita saranno di sicuro quelli originali, a colori.
Con gli avanzi che avevo in frigo (una fetta di prosciutto crudo, una mela verde, acerba, una melanzana, che dall’aspetto pareva esser stata grigliata almeno un mese fa, mezzo limone, prezzemolo quanto basta) e l’ultimo pugno di riso rimasto, mi son preparata una cenetta coi fiocchi, mi sono apparecchiata l’enorme tavolo per uno, ho acceso la tv su la7 e mi sono apprestata a godermi uno spettacolo unico, per gli occhi e per il palato.

Già dopo i primi venti minuti del film, però, mi sono accorta che qualcosa non tornava. Più che l’epopea del bel biondo, quella assomigliava incredibilmente alla storia dei miei due anni e passa trascorsi col famigerato ingegnere.
Ho lasciato cadere letteralmente la forchetta sul piatto, cercando di non farmi accorgere che era ancora intatto (quella roba faceva davvero schifo, ma non volevo ferirmi) e mi son messa a seguire la vicenda a bocca aperta.
Santo cielo! A parte il fatto che non vivevamo a Catania, negli anni sessanta, che non eravamo sposati, che i nostri genitori non si conoscevano nemmeno, che non volevamo avere figli e che la gente intorno a noi in realtà se ne fregava di quello che facevamo, quelli eravamo noi!

E mi sono sentita in colpa.
Dio, se ero come la Cardinale, devo essere stata davvero stronza!

Poi una folata di vento ha spalancato la finestra. Mi son specchiata nel vetro.
No, decisamente non sono come la Cardinale.
E allora mi son messa l’animo in pace.

aggiornamento: più di un lettore mi ha giustamente chiesto di questa storia dell’ingegnere, che io ho dato per scontato tutti conoscessero.
errore imperdonabile. che rimedierò mandandovi qui.

finche la barca va

di maia, 8 Luglio 2007

Magari vi piace il tennis. Magari siete amanti delle tradizioni, vi piace il buon vecchio serve and volley e considerate Wimbledon il più bel torneo sulla faccia della terra. Magari quest’anno la finale è una di quelle da leccarsi i baffi, con i due più grandi tennisti del momento che vivono anche una discreta rivalità personale che rende il tutto più drammatico. Magari avete pure in casa Sky, l’unico modo per vedere il torneo in tutto il suo splendore.
Però si dà il caso che Sky si trovi nel salotto. E nel salotto avete un padre. Che usa Sky per dormire. Sintonizza l’apparecchio sul canale Sailing e dorme. Con la cuffia nelle orecchie. E il telecomando incastrato sotto la zampa, che appena cercate di sfilarglielo si sveglia urlando che stava guardando quella trasmissione così interessante.

Allora voi vi sedete un attimo sul divano, guardando pubblicità patinata di barche che non potrete mai comprarvi. Immaginate una partita di tennis che esiste solo nella vostra mente. E piangete in silenzio. Per non svegliarlo.

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altrimenti ci arrabbiamo

di maia, 2 Luglio 2007

Ieri sera ci ho riprovato.
Mi sono accomodata ben bene sulla sedia più scomoda di cucina e mi sono apprestata a seguire per una buona volta una puntata di Don Matteo. Se addirittura riesce a distogliere mia madre dalle parole incrociate, vorrà dire che è interessante.
Insomma, ero davvero armata delle migliori intenzioni. Eppure… eppure dopo cinque minuti ho cominciato a smaniare. Dopo dieci mi agitavo sulla seggiola. Dopo venti ho dovuto alzarmi a fare un giro.
Vederlo così è stato un vero e proprio choc. Ma come, non può essere lui!
Lui si sarebbe attaccato a una trave e, oscillando, avrebbe travolto i cattivi con dei calcioni ben assestati. Si sarebbe abbassato all’improvviso per evitare il gancio di un bruto che avrebbe così colpito un suo amico.
Avrebbe stordito i nemici, con dei cazzottoni alle orecchie. Sarebbe saltato su un tavolo, si sarebbe appeso a un lampadario, insomma… sarebbe stato Terence Hill!

E invece cosa vedo?
Vedo un uomo con la sua faccia, giusto un poco più gonfia, con un annacquato sorriso tutto-denti, e con i suoi occhi ancora brillanti mettersi a ragionare, predicare, convincere i malvagi ad arrendersi!
Ma no! Cosa direbbe Bud, il grande Bud, mio primo amore di celluloide, davanti a una scena del genere?
Sbufferebbe, scuoterebbe lievemente la testa. E gli girerebbe le spalle. Magari nella segreta speranza che il vecchio compagno di tante risse, dopo un momento di pausa, lanci da un lato la bicicletta e gli si attacchi alle costole, sorridendo col suo sghembo sorriso fatale.

Terence, getta quella tonaca!

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