Visti da… Quel treno per Yuma

di maia, 11 Febbraio 2009

Si inaugura oggi una rubrica dedicata a quei film che, per un motivo o per un altro, hanno fatto la storia del cinema.
Sono film che hanno lasciato un’impronta indelebile nell’immaginario collettivo.
Sono film che hanno cambiato sensibilità e gusti della società contemporanea.
Sono film che io non ho mai visto.
E siccome non posso non recensirli, me li son fatti raccontare da qualcuno.

Questa settimana tocca a Mio Padre, massimo esperto mondiale di “Western Incipit”, disciplina per appassionatissimi cultori dell’epica della frontiera americana che non riescono a tenere aperti gli occhi oltre i primi trenta-quaranta minuti dei film1.

Il capolavoro scelto da mio padre è “Quel treno per Yuma” (versione originale).

 

quellattore, dai, quellattore famoso... quello con gli occhi blu

quell’attore, dai, quello famoso quello con gli occhi blu

 

Titolo originale: 3:10 to Yuma, Western, b/n, 92 min, USA, 1957
regista: n.p.
attori principali: quell’attore, dai, quello famoso, quello con gli occhi blu
quell’altro attore, quello rosso che si vede sempre nei west
un sacco di pistoleri
un bel po’ di cavalli
Il west

Una diligenza corre nel profondo west, colla polvere, i cactus e tutto il resto che c’è di solito nel west. Una banda di banditi la blocca, ammazza il diligente che si voleva ribellare, e rapina uno dei viaggiatori. Uno degli altri viaggiatori (quell’attore rosso che si vede sempre nei west) vorrebbe intervenire, ma se la fa sotto. I figli cominciano allora a rompergli i coglioni perché ha avuto paura e allora non sei un vero uomo e allora perché non reagisci, io sono più uomo di te e scommetto che ce l’ho anche più lungo.
Il padre è avvilito.
Il derubato offre una ricompensa a chi acchiappa il bandito e siccome il padre ha un sacco bisogno di soldi (e siccome il figlio gli ha sfracassato i cosiddetti), egli (il padre) si lancia all’inseguimento.
Il cattivo (quell’attore famoso, dai, quello con gli occhi blu), è un vero fesso perché invece di scappare in messico si mette a seguir sottane e viene preso con le castagne sul fuoco e portato casa del padre.
La moglie del padre lo guarda, lui guarda la moglie del padre e insomma… ma il padre arriva e lo porta in un albergo.
Arrivano anche i complici del cattivo che iniziano a sparare.
Dentro, il padre e il cattivo iniziano a piacersi, un piacere maschio, virile da west (ma west di una volta, non questi moderni), e fanno amicizia.
E insomma c’è un gran sparare, mentre si aspetta il treno che porterà il cattivo a Yuma.
(fine del riassunto paterno)

Come facilmente si evince dalla breve sinossi, siamo di fronte ad un western particolarissimo, tutto giocato sui contrasti, fra il bianco e il nero, luce ed ombra, bene e male, ad un film in cui l’aspetto psicologico prevale sull’azione.
Un film che lascia nello spettatore interrogativi inquietanti.
Nella durissima lotta fra il buono e il cattivo chi la spunterà?
La fascinazione che i due antagonisti provano l’uno per l’altro li porterà a cambiare atteggiamento?
Sarà il cattivo a redimersi o sarà piuttosto il buono a cedere e a entrare a far parte della banda2?
Quanti dannati proiettili entrano in una pistola del west?
E chi ce l’avrà effettivamente più lungo fra il padre e il figlio?
Ma soprattutto, siamo sicuri che dopo tutto questo casino poi il treno per Yuma passi sul serio?
Non è che uno scioperino a singhiozzo…

  1. cosa, questa, che rende mio padre puntualissimo nel raccontare l’innesco dell’intreccio, quanto poco affidabile quando si tratta di spiegarne lo scioglimento []
  2. nel caso si tratterebbe di chiara citazione colta di un famoso film di John Landis, ndr []
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Un fiorino!

di maia, 9 Febbraio 2009

Interrompo il silenzio stampa per segnalare un evento singolare.

Sabato pomeriggio si è svolta a Firenze una manifestazione organizzata da Azione Giovani per la commemorazione delle Foibe.
Subito si è radunata una contro-manifestazione  organizzata da centri sociali, anarchici e comunisti.
A separere i due gruppetti, un cordone di polizia e un fiumiciattolo striminzito1.

Da una parte slogan al megafono.
Dall’altra musica a coprire le parole poco gradite degli avversari.

In tutta questa gazzarra viene fermato un ragazzo pisano, in possesso di un coltellino, di spray al peperoncino e fumogeni.
Gli è stato fatto “un foglio di via obbligatorio con divieto di far ritorno nel comune di Firenze per il periodo di tre anni”.

Ora, a parte che nella testa di un pisano questa più che una penalizzazione deve sembrare un premio, a me leggendo la notizia è venuto da ridere.
Voglio dire, come si fa ad impedire l’ingresso in città ai pisani sgraditi?
Già mi son vista la polizia dispiegare i suoi potenti mezzi e in quattro e quattr’otto installare un mirabile servizio di dogana alle porte di Firenze.
Improvvisamente mi son figurata il futuro:

  1. che ultimamente soffre (anche lui! Non ci sarà mica un’epidemia in giro?) di manie di grandezza, con conseguente conflitto di potere col fiume Arno []

Dell’evidente superiorità della femmina sul maschio e delle colpe della biologia nei fatti di corna

di maia, 30 Settembre 2008

L’altro giorno leggevo un articolo di Citati su la Repubblica.
Io adoro leggere gli articoli di Citati su la Repubblica. Son sempre pieni di cose interessanti, ragionamenti profondi e parole nuove da imparare.
Così ogni volta che vedo un articolo di Citati su la Repubblica, mi precipito a leggerlo.

Questo qui però mi stava facendo alterare1.
Ma come! mi dicevo, un uomo così intelligente, così profondo, mi è cascato nel solito pezzo di colore maschi vs femmine. Per di più usando quella figura retorica (che adesso non mi ricordo come si chiama, ma Citati lo sa benissimo, se ci fosse lui qui ce lo direbbe) in cui si fa finta di elogiare l’avversario mentre invece lo si sta prendendo per il culo.

Egli (Citati, non l’avversario) faceva finta di elogiare la superiorità mentale delle “femmine” che hanno la sorprendente capacità di cogliere tutti i particolari di una scena, suoni, colori, forme, ma poi davanti a una cartina non sanno distinguere il nord dal sud.
Le “femmine”, dice Citati, sono così attente alle cose “reali” che non son capaci di dipingerle.
Le “femmine”, dice sempre Citati, per quanta perfetta cognizione hanno del tempo, nessuna ne hanno dello spazio.

E per dimostrare la sua teoria, cita l’esempio della sua compagna che è convinta che il treno che prende tutte le volte da Bonn a Venezia passi da Milano2.

E mentre leggevo mi dicevo: ma come, Citati! Ma se hai una cogliona di compagna che confonde Milano con Verona (o era Pisa con Roma o era Forlimpopoli con la città che c’è fra Londra e Monaco) mica vuol dire che tutte le donne son così, eh!
E’ come dire che siccome te sei coglione tutti gli uomini… va bene, ho sbagliato esempio.
Comunque le generalizzazioni son sempre sbagliate. Ricordalo, sempre!

Che questa storia che i maschi e le femmine sarebbero differenti nel modo di ragionare e di vedere le cose è una gran bufala. E’ la classica scusa che i maschi tiran fuori quando si scordano qualche ricorrenza fondamentale3.
Un po’ come quelli che per giustificare le proprie scappatelle danno la colpa alla biologia. In fondo, dicono, il maschio deve spargere più seme possibile per la sopravvivenza della specie. Quindi è colpa della natura.
Eh no, caro mio, non parliamo a vanvera, qui ognuno si deve prendere le proprie responsabilità!
Per tutte le corna che mi metti e per tutti i mesiversari che ti scordi.
La natura non c’entra niente, che in realtà maschi e femmine siamo tutti uguali.

Questo pensavo.

Poi mi son ricordata una cosa.

In effetti qualcosa di diverso fra maschi e femmine dobbiamo avercelo.
Lo si vede da come si reagisce diversamente davanti alle stesse cose.

Me ne resi conto da ragazzina, quando sorpresi mio fratello di notte davanti alla tv.

Oh, a me colpo grosso faceva giusto una punta di tristezza, ma lui si commuoveva proprio.
Vedessi quanti fazzolettini aveva consumato!

  1. “alterare” che bella parola! una parola da Citati. Che lui non direbbe mai “arrabbiare” []
  2. o era il treno che va da Parigi a Napoli passi da Pisa. O era il treno che va da Londra a Monaco passi da Forlimpopoli. Adesso non ricordo esattamente, ma era un esempio molto buffo []
  3. tipo il mesiversario della prima volta che ci siamo sfiorati la spalla andando al cinema quella volta che la Katia era malata e quindi non poteva portarmi lei in macchina e ci offrì un passaggio il Giumbo, che la sua macchina blu cobalto era tutta lercia dentro, che ti sporcasti il cappotto nero e si stava tutti pigiati dietro e il Bimba sternutì e ti finì un poco di moccico sulla spalla e te ti strofinasti contro la mia e il moccico del Bimba finì sulla mia maglia viola, non quella viola-ciclamino, quella un poco più pesante che portavo anche quella volta che si andava al concerto dei Gatti di Vicolo Miracoli la reunion, ti ricordi? Ma come no! []

Aguzza la vista

di maia, 19 Settembre 2008

Alla fine bisogna arrendersi, settembre è proprio arrivato.
Lo si nota da tanti piccoli particolari.

La pioggia sottile che ti si infila nel colletto, il traffico mattutino, gli autobus stipati di orrendi zaini carnivori grondanti brandelli di ragazzini assonnati…
Ma lo stacco che fa più effetto è sicuramente un altro.
La tv! direte.
Che il delitto di Perugia ha finalmente riconquistato la seconda serata1.
E i programmi della De Filippi.
E le Missitalie.
E i pacchi.
E i Cocuzza.
E gli Sposini, Verissimo, Buon Giorno, Buona Mattina, Buon Pomeriggio, l’Infedele…
E la Clerici che mi sfratta la Signora in Giallo2 senza pietà.

E invece no.
Il segno più triste che è finita l’estate si trova nei giornali.

Essi (i giornali) nella bella stagione sono tutta un’altra cosa.
Timorosi di perdere lettori con troppi argomenti seri, quando parte il tempo degli ombrelloni trasformano molte delle proprie pagine (di solito le centrali) in un surrogato di altre riviste.
Si può così trovare uno di stralcio di Chi all’interno del rigoroso Corriere, un cosciotto di Diva e Donna all’interno della battagliera Repubblica e perfino una passata di Astra nella seriosa Stampa.

Ma quello che proprio non può mancare e che mi riempie gli occhiali da sole di infinita gioia, è l’imitazione della rivista che vanta il maggior numero di imitazioni.

Tutte quelle paginate di cruciverba e rebus e unisci-i-puntini e frasi crittografate sono una manna per tutti quelli che nella rivista originale non riuscirebbero mai e poi mai a risolvere nemmeno le parole incrociate facilitate.

Poi arriva settembre.
E di tutta questa festosa adulazione intellettiva non rimangono che i tristi sudoku.

O almeno così credevo!

Perché ieri, sfogliando i giornali virtuali, ho scoperto che Corriere e Repubblica hanno finalmente deposto la loro rivalità simulata per unirsi in un gioioso connubio e regalarci un ultimo sprazzo d’estate anche sotto questi cieli grigi.

Essi hanno creato il primo “scopri le differenze” a reti unificate.
Spiego meglio.
Se andate su Repubblica e Corriere on-line, troverete almeno due-tre articoli al giorno praticamente identici in forma, contenuti e collegamenti esterni.
Refusi compresi.

Agli abili lettori il difficile compito di trovare le dodici piccole differenze.

Fra i più veloci verranno estratti a sorte dieci fortunati che riceveranno a casa un abbonamento annuale a La Macchina del tempo.

Chi poi indovinerà anche quale articolo appartiene a quale giornale (i redattori son furbissimi a lasciare piccole tracce di riconoscibilità) vincerà un mese con Cecchi Paone, Paolo Limiti e il senatore Palpatine direttamente a casa propria!

Ecco, per esempio, il concorso lanciato ieri.

Giornale n.1

FOGGIA – Due fratellini di 11 e 14 anni sarebbero stati violentati per diverso tempo da uomini e da adolescenti nel foggiano durante riti esoterici organizzati dalla loro mamma. La donna è stata arrestata, insieme a un cugino e ad altre due persone, con le accuse, contestate a vario titolo, di induzione, agevolazione e sfruttamento della prostituzione di minorenni.

(…)  Inoltre, nel corso di una perquisizione domiciliare nella casa della madre, è stato sequestrato materiale utilizzato durante i riti esoterici (tra cui libri su carte magiche, incantesimi, streghe, esorcismi, maledizioni e incantesimi) e un limone ammuffito infilzato con spilli raffiguranti una croce.

Sono stati inoltre sequestrati 14 scritti autografi contenenti richieste di sortilegi; due mazzi di tarocchi; candele di ogni forma e misura, 25 carte per riti esoterici; un contenitore di incenso ed una civetta in plastica; tre sacchetti contenenti rispettivamente verbena, mirra e terriccio; una boccettina con due sfere in legno profumate; quattro boccettine di balsamo, unguento ed essenze utilizzate in riti magici.

Berlusconi ai microfoni di Lucignolo dice “non mi occupo di fascismo”.

(18 settembre 2008)

giornale n.2

FOGGIA – Due fratellini di 11 e 14 anni sarebbero stati violentati per diverso tempo da uomini e da adolescenti nel Foggiano durante riti esoterici organizzati dalla loro mamma: con le accuse, contestate a vario titolo, di induzione, agevolazione e sfruttamento della prostituzione di minorenni la squadra mobile di Foggia ha arrestato quattro persone, tra cui la mamma e un cugino dei due fratellini.

(…) Inoltre, nel corso di una perquisizione domiciliare è stato sequestrato materiale utilizzato durante i riti esoterici (tra cui libri su carte magiche, incantesimi, streghe, esorcismi, maledizioni e incantesimi) e un limone ammuffito infilzato con spilli raffiguranti una croce.
Sono stati inoltre sequestrati 14 scritti autografi contenenti richieste di sortilegi; due mazzi di tarocchi; candele di ogni forma e misura, 25 carte per riti esoterici; un contenitore di incenso ed una civetta in plastica; tre sacchetti contenenti rispettivamente verbena, mirra e terriccio; una boccettina con due sfere in legno profumate; quattro boccettine di balsamo, unguento ed essenze utilizzate in riti magici.

Ci domandiamo quando il centrosinistra riuscirà finalmente a svincolarsi dalla morsa di una ideologia politica polverosa e rivolta al passato, per diventare finalmente una forza politica nuova, moderna, europea.

18 settembre 2008

  1. diavolo di un Vespa, ha messo su un altro scoop! Presto prevista una puntata speciale su Cogne, una risolutoria sul caso Stasi ed una primizia sul delitto Montesi []
  2. sempre la solita storia, finite le vacanze, orribili pettorute raccomandate buttan fuori con protervia le gentili vecchiette che han tenuto pulita la casa e badato alle piante in loro assenza []

Chi fermerà la musica?

di maia, 28 Agosto 2008

Nessuno che non ci stia passando in prima persona può capire che cosa voglia dire vivere intorno alla Fortezza da Basso in questi giorni.

Gli articoli della seppur volenterosa Longo non riescono a rendere minimamente idea del disagio che il cittadino medio fiorentino deve patire da queste parti ogni santo giorno.

Ricordo con nostalgia i bei tempi andati quando la Fortezza era semplicemente un’isola verde nel bel mezzo della città, con tanto di laghetto dei cigni e pista per i grilli1, il tutto intorno ad un monumento cinquecentesco di grande bellezza.
L’unico momento in cui veniva disturbata la mia pubblica quiete (cit.) era verso l’una, quando si aprivano le dighe e decine di adolescenti brufolosi si riversavano fuori dalle mura storiche che ospitavano uno dei licei classici più esclusivi della città.

Adesso il liceo non c’è più e al suo posto son stati installati funzionalissimi padiglioni pronti ad ospitare un numero impressionante di mostre dell’artigianato, della casa, etniche, dell’ambiente, del fitness e chi più ne ha più ne metta.

Tutto è cominciato per colpa del maledettissimo Pitti Immagine. Vedere un tal numero di operatori italiani e stranieri ingorgare i viali di scorrimento bloccando tutta la viabilità cittadina deve aver inorgoglito non poco gli amministratori locali che hanno ben pensato di moltiplicare il numero di occasioni in cui creare quelle simpaticissime code chilometriche.
Voglio dire, quale migliore occasione di socializzazione che passare qualche oretta in compagnia di altri automobilisti incolonnati al tuo fianco? Dopo i primi momenti di bestemmia galoppante nascono delle amicizie che nemmeno su friendfeed!

E così son nati Pitti Donna, Pitti Uomo, Pitti Bimbo, Pitti Filati… A breve sono attesi Pitti Cane, Pitti Gatto e, perché no, Pitti Pianta Grassa.

Ma cosa fare di tanto spazio nel centro cittadino, a pochi passi di alcuni dei monumenti più famosi d’italia in quelle tre-quattro settimane in cui rimane tristemente vuoto?
Idea geniale, ci organizziamo delle feste!

E così è nata la famigerata Festa dell’Unità della Fortezza. Ovvero tre piste da ballo con musica da discoteca. E poi negozi, locali alla moda, ristoranti etnici, scuole di salsa… E la Festa dell’Unità direte voi? E chi se ne frega! rispondevano gli organizzatori. Così si attirano un sacco di ragazzini che sono il futuro della politica e bla bla bla…

Così capitava spesso di vedere i sempre più sparuti militanti, il viso rigato da una lacrima disfattista, riuniti davanti al baracchino della trippa scuotere melanconicamente la testa.

Alla fine i dirigenti del PCI, PDS, DS, Ulivo si sono accorti che a tutti quei ragazzini del futuro della politica non poteva fregargliene di meno, a loro interessava solo spiare il fondoschiena delle cubiste, ammazzandosi di amerikani e tequila bum bum. E che nel contempo i vecchi militanti erano definitivamente emigrati nelle più classiche Feste dell’Unità di provincia, dove non esistono cocktail elaborati e l’unica deroga ai robusti vinelli locali son le solite birracce alla spina.

Così sono arrivati alla conclusione: o si torna a una Festa più sobria e si recupera la politica, o si trasforma definitivamente in una macchina mangiasoldi.

Incapaci di prendere una scelta che sia una, hanno finito per fare entrambe le cose. Scindendo la kermesse in due manifestazione diverse: la Festa dell’estate e la Festa del PD.

Con il risultato che i poveri residenti, invece delle solite tre settimane di patimento, questa volta se ne devono sorbire sei, ben spalmate fra luglio, agosto e settembre.

Perché i residenti è come se nella fortezza ci fossero proprio dentro. E non scherzo.
Un omino dice qualcosa all’amico dall’altra parte dello stand? Qui si sente.
Una signora fa la scema col marito dell’amica sussurrandogli qualcosa nell’orecchio? Qui la sente anche mia nonna, che è un po’ dura d’orecchi.
Anche con le finestre chiuse.
Anche coi doppi vetri.
Così siamo continuamente a rischio infarto.

Voi ci scherzate, ma provate a immaginare come vi sentireste a trovarvi nel mezzo del più placido pomeriggio estivo all’improvviso la voce cupa di Piero Pelù che fa strani versi nel salotto di casa vostra!

E Pelù in fondo era il male minore. Una volta superata la paura iniziale, un paio di buoni tappi per le orecchie attutiscono il danno. Il problema è quando il resto del cartellone è questo.
Vi giuro che il giorno 26 Agosto si è verificato uno strano esodo di massa dal mio quartiere.

Ma questa in fondo era pur sempre la Festa “laica”, quella puramente commerciale. Se nel calderone ci son finiti appuntamenti così commerciali in fondo non c’è nulla di male.
Vedrete quanto sarà diverso quando ci sarà la festa del PD, dicevano.
Vedrete, adesso si fa una cosa seria. Con la politica. Coi dibattiti e tutto.

E infatti adesso che c’è la Festa del PD è tutta un’altra storia.
E’ vero, ci son sempre i ristoranti etnici. E’ vero, ci son sempre gli happening.
Ma l’offerta musicale è ben diversa!

Ieri l’altro, per dire, c’erano i Pooh2.

  1. che non sono gli insetti, ma strani tricicli di cui francamente non conosco il nome italiano []
  2. e il 30 ci sarà Max Pezzali. Peccato che io sarò a un matrimonio… []

La Privata Repubblica e la Pubblica Reprimenda

di maia, 7 Luglio 2008

Dunque, stavo per scrivere un gran bel pezzo comico, poi ho letto questo e mi sono avvilita.
Per quanto mi possa spremere, non raggiungerò mai tali vette.

Riassumendo per i non informati (e quelli che hanno poca voglia di leggere il corriere, quanto li capisco), stamani esce un pezzo su un blog, un gran bel blog, a proposito delle famose intercettazioni-che-non-ci-sono. Tutti sanno che esistono, tutti sanno di che cosa parlano, ma nessuno le ha mai viste.
Il tenutario di questo blog, un gran bel blog, non so se ve lo avevo già detto, se ne esce con una versione tutta sua di queste fantomatiche intercettazioni.

Il pezzo è chiaramente satirico e assolutamente ben fatto, al punto che un noto sito giornalistico (?) scambia la boutade per vero scoop e come tale lo rivende.
Ignorando gli avvertimenti dell’autore, che pubblicamente dichiara il pezzo una bufala.

Apriti cielo: il noto sito giornalistico (?) è così stimato che subito la “notizia” viene ripresa dalle agenzie di stampa.

Tempo pochi battiti di ciglia e le cateratte si aprono, il povero signor LPR viene travolto da dichiarazioni sdegnate di Ghedini (!), Confalonieri (!!) e chi più ne ha più ne metta.

E’ una vergogna, è diffamazione, non si scrivono queste cose!

La polizia postale minaccia la chiusura del sito, più veloce ancora è la massa di internauti che si riversa sul blog, bloccandone l’accesso per ingorgo informatico.

L’autore, perplesso, rimugina.

I suoi lettori con lui.

Più o meno bello.
Più o meno riuscito.
Più o meno volgare, era un pezzo satirico.

Vien voglia di scriverci un pezzo comico, per stemperare, per restituire alla vicenda la leggerezza che le compete.

Poi si legge che lo stimato Signor Dagospia rimprovera l’incauto blogger per l’eccesso di volgarità esibita.
Di più, si esibisce, paladino del buongusto, in una vera e propria reprimenda pubblica, in una lezione di savoir faire.

E con questa uscita, sinceramente, non c’è battuta che possa competere.

Ps se ne parla anche qui.

AGGIORNAMENTO.
è ufficiale, il sito è stato oscurato e due articoli sequestrati.
Siamo ben oltre il senso del ridicolo.

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Californication – David Duchovny è uscito dal gruppo (o Piccole donne crescono)

di maia, 27 Giugno 2008

Guardati californication.
Allora, l’hai visto Californication?
Ma insomma, te lo guardi o no Californication?

Occhei, occhei, ho guardato Californication. E l’ho guardato tutto, dalla prima all’ultima puntata.

L’ho trovato l’innovativa serie paladina dell’irriverenza e della provocazione, sovvertitrice degli schemi serial-televisivi imperanti?

Sì e no.

L’ho trovato un telefilm simpatico, con un David Duchovny, finalmente libero dall’espressione sottovuoto che lo ingessava in X-Files, protagonista e produttore in gran forma che sembra spassarsela un mondo a girare scene assurde e ad interpretare situazioni imbarazzanti.

L’ho trovato un telefilm molto ben fatto. Puntate dal ritmo serrato, racconto veloce, giusta metratura di carni (femminili) ben esibite, giusta dose di trasgressioni (sesso, anche estremo, droghe, grosse ubriacature, personaggi fuori dalle righe). E poi sentimento, anche in dosi consistenti, ma che non appena rischia di strabordare nel melenso viene immediatamente fatto virare nell’umoristico e nel grottesco.

L’ho trovato però anche un po’ furbetto.
Perché il telefilm è tutto giocato su quel lieve confine che separa irriverenza ed eccesso, con un uso del politicamente scorretto talmente ben calibrato da far sospettare l’ennesima furbata acchiappa-audience.
In altre parole ho avuto la sensazione che tutto il suo sarcasmo e la sua crudezza, più che voglia di combattere l’ipocrisia imperante in tv, nascondessero in realtà la ben più prosaica voglia di scioccare lo spettatore, di offrigli immagini e situazioni scabrose per tenerlo attaccato allo schermo.

Comunque di peccato veniale si tratta. In fondo è pur sempre un prodotto televisivo (sebbene di qualità così alta da passare qui da noi solo sul satellite, per il momento) e sull’audience si deve basare.
Tutto sommato l’importante è che ci faccia divertire.

E le avventure di Hank-Duchovny divertono molto.
Hank, scrittore di successo, si trasferisce da New York a Los Angeles per seguire da vicino la sorte del suo libro, dal quale viene tratto un film con la coppia del momento: Tom Cruise e mogliettina.
Lo seguiamo per tutte e dodici le puntate abbattersi nel vedere il proprio lavoro trasformato, trasfigurato nel classico blockbuster dal titolo sciocco e smielato. Lo vediamo letteralmente soffrire quando viene riconosciuto come l’autore del film che odia.
In più la compagna lo lascia per andare a vivere con un ricco, noiosissimo californiano e si porta dietro anche la loro figlia adolescente.
Hank, lontano dalla sua musa e dalla sua città, sembra aver perso il “tocco” e trascorre le giornate tra un eccesso e l’altro, fra donne bellissime di ogni età e gusto sessuale, fra sballi continui e batoste private.
Non smette mai di provarci con la ex, della quale è ancora follemente innamorato.
E’ tenerissimo e imbranato con la figlia, che ovviamente è incredibilmente intelligente e matura per la sua età, tanto che spesso è lei a indossare i panni del genitore e lui quello dell’adolescente incosciente.
Si mette nei guai in svariati modi, vede il proprio miglior amico (e agente) mettersi nei guai a sua volta.
Però conserva sempre quella sua aria cinica e stropicciata che piace tanto e in un modo o nell’altro riesce ogni volta a cadere in piedi.

Come finirà la storia è facilissimo prevederlo e la scena finale è ad alto tasso di zuccherosità.
Ma in fondo si perdona anche quello.

E se tutte le trasgressioni, una via l’altra, alla fine perdono la loro forza conturbante, un’unica cosa non smette di perturbare il bravo spettatore.
L’aver trasformato la dolce e piccola Gracie del serial “La Tata” in una temibile draghessa amorale assetata di sesso.

Questo è il vero colpo basso!

AGGIORNAMENTO

a quanto pare Californication passerà sulle reti mediaset.
Sta tutto a vedere quanto verrà “depurato” di parole e situazioni rispetto all’originale.
Comunque può essere un successo.

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