Amore 2.0 reloaded (Blog & Nuvole)
Chi lo ha già letto nella versione originale stenterà forse a riconoscerlo dopo la cura dimagrante cui l’ho sottoposto.
Il fatto è che una cara amica mi ha invitata a partecipare ad un bel concorso di letteratura (breve) e fumetto. E a parte il fatto che io di breve non avevo nulla. Né sarei in grado di comporlo. E a parte il fatto che non ho niente di adatto alle tematiche. Né tanto meno la capacità di scriverlo.
A parte tutto questo, ho deciso di accettare1.
E invito anche voi a farlo, che il concorso è ovviamente aperto a tutti coloro che vorranno partecipare.
I termini per inviare i propri pezzi scadono il 30 ottobre e il regolamento lo trovate qui.
Partecipate, partecipate, partecipate, che la manifestazione merita.
Anche se, detto tra noi, il vincitore c’è già.
Voglio dire, quando ho saputo che partecipa anche LUI ho capito che non c’è scampo per nessuno!
Non so in quale categoria scende in campo ma lo dico sin da ora: SE NON VINCE LUI E’ UNO SCANDALO!
Fine preambolo, inizio pezzo, molto sforbiciato.
Amore 2.0 (reloaded)
Ci siamo.
Dopo mesi passati ad annusarci.
A sbirciarci.
A stremarci di parole.
Finalmente ci siamo!
Più veloce, devo correre più veloce, il treno sta entrando in stazione… Eccolo, lo vedo! Dio, perché avrò messo tacchi così alti? Mi cola il sudore sulla nuca. E sulla fronte! No, il trucco no! Non ora! E i capelli! In che condizioni saranno? Devo controllare. Mi nascondo dietro quel gruppo di cinesi. Troppo bassi! Mai un tedesco quando serve! Al diavolo, troppo tardi per cercarne uno.
Il trucco c’è tutto! Bene. Il ciuffo si è appena sgonfiato. E il sudore… beh, è la tua vicinanza che mi scioglie tutta!
Giusto in tempo, il treno si sta fermando. Carrozza sette, ha detto.
Dove sarà?
Questo no, è vecchio. Questo no, è grasso. Questo no, peccato…
Eccolo! È lui! Tenero… fuma simulando nonchalance, eppure proverà la mia stessa agitazione! Mi ha vista! Toh, beccati sto’ sorriso. Ti piace, eh? Mi sorridi…
Mi avvicino, con passo danzante. Dio, ho le palpitazioni… Dal vivo, sotto questa luce obliqua sei anche più bello, sai. Ti facevo un poco più magro, ma sei bello. Decisamente bello. Che buffo, conosco a memoria ogni tuo tratto, eppure adesso sei come uno sconosciuto… Una signora ci guarda. Un ragazzo alle tue spalle sbatte gli occhi smarrito. Ma ora sei davanti a me. E tutto il resto non esiste. Siamo io e te. Uno di fronte all’altra. Non una parola. Solo un lunghissimo sguardo. Intenso. Il tuo vagamente stupito. Fai per dire qualcosa, ti metto un dito sulla bocca. Non sciupare il momento. Non resisto più, accosto le labbra alle tue. Hai una leggera esitazione, ma poi mi baci. Dio, se mi baci! Amore! Sei travolgente. Sei unico. Sei… eccitato! Che impeto! Che lingua! E che mani! Ehi, non ti pare di esagerare? Va bene che progettiamo da mesi questo momento, ma siamo pur sempre in mezzo alla stazione! Senti come mi preme contro il corpo, così energico, così virile… La vecchia ci starà fissando, sicuro. E il giovanotto goffo… pare sbigottito. Beh, non ha mai visto due innamorati baciarsi?
Annunciano il treno in partenza. Ci stacchiamo a fatica.
Trasognata, ti guardo risalire a bordo.
È stato tutto così veloce. Non una parola. Certo, così è più romantico.
Ti saluto, ma non rispondi.
Capisco, il dolore del distacco.
Il giovanotto smunto si avvicina con aria offesa, mi fulmina con gli occhi e risale pure lui.
Ma che gli prende?
A pensarci bene ha un viso vagamente familiare…
- PER GIOCO, direi per far felice un noto blogger che giusto ieri si lamentava “ma esiste una pheega che non si sia iscritta PER GIOCO ad un concorso di bellezza?”. Se al posto di “pheega” ci mettete “blogger molto spiritosa e intelligente” e al posto di “concorso di bellezza” ci mettete “concorso di letteratura (breve) e fumetti” vedrete che tutto (ri)torna [↩]
Il Mistero del Triangolo delle Bermude
Visto l’enorme successo riscosso dalle Grandi Inchieste di Solo in Superficie (e dietro le pressanti richieste di giovini assetati di cultura), mi sembra giunto il momento di aggiungere una nuova perla alla rubrica “Voyager”.
Come si può, infatti, rimanere insensibili alla notizia che cercando la parola “templari” sul motore di ricerca più famoso del mondo, al sesto posto si trova un proprio articolo?
Trattasi del giusto riconoscimento a una vita di sacrifici e studi, riconoscimento che non può essere lasciato nel dimenticatoio, ma che va fatto fruttare come il talento della famosa parabola di Esopo1.
Ecco dunque la tanto attesa nuova puntata.
Questa volta si parla del Mistero del Triangolo delle Bermude.
Anzitutto il nome.
Molti lo chiamano, sbagliando, il Triangolo delle Bermuda. Il refuso sembra confermare la teoria secondo cui i primi reportages del misterioso mistero furono opera di emigranti partenopei2. Essi, i partenopei, infatti, son noti per mettere le vocali finali alle parole un po’ così, come viene viene3.
Altri lo chiamano il “Triangolo maledetto” o il “Triangolo del diavolo“. Nomi che già da soli lasciano trasparire una malcelata antipatia nei confronti di un luogo che di diabolico non ha proprio nulla.
Intanto si tratta di una zona di mare compresa tra la Florida, Porto Rico e le Bermude. Come dire, tutti posti che la gente se li sogna e che solo pochi possono visitare per davvero.
E allora qui signori fatemi dire che secondo me ci troviamo di fronte alla solita storia della volpe e l’uva, che tutta quella gente che parla male del Triangolo è solo gente che non ha i soldi per andarci in vacanza4.
Poi lo credo che quando un poveraccio squattrinato in quei paradisi ci arrivava per lavoro, magari su una nave mercantile, e si vedeva circondato da tutto quel ben di dio, si imboscava dietro la prima palma e arrivederci a tutti!
Ed ecco facilmente spiegate le misteriose sparizioni di interi equipaggi.
Ed ecco anche spiegata l’improvvisa cessazione degli episodi misteriosi da qualche anno a questa parte. Con lo svilupparsi dei viaggi low cost e dei last minute, anche i miserabili più cenciosi possono permettersi un bel viaggetto esotico. Spuntando così il pungolo dell’invidia.
Basta quindi con tutte queste ipotesi fantasiose, tipo la “presenza di sacche di metano all’interno della crosta continentale che provocano periodiche emissioni di gas, pericolose per la galleggiabilità delle navi”.
O la leggenda secondo cui gli Ufi “considerano come loro territorio di volo l’area del Triangolo e non tollerano la presenza di nessuno”.
Questa poi è la storia decisamente più ridicola di tutte.
A parte che di Ufo ce n’è uno solo, bellissimo. E comunque attualmente si trova a Madrid. Non vedo proprio perché dovrebbe reclamare come propria una zona di mare miglia e miglia lontano.
Quando c’ha Maiorca a due passi!
- uno dei sette re di Tebe, divenuto tristemente famoso per via un morboso caso di cronaca. E perché soleva stordire tutti con il continuo racconto di favole oscene, racconti di cose spinte fra animali e uomini, sirenette e lupi, gemellini persi nel bosco che moltiplicavano i marzapani e i pesci [↩]
- ovvero napoletani. Da Partenope, la locale squadra di basket [↩]
- Ed ecco anche spiegato il perché degli strani segni che, a quanto dicono gli antichi carteggi, apparivano in cielo poco prima delle sparizioni. Primo fra tutti la visione potente della Mano di Dio [↩]
- I Templari, per dire, che di soldi eran stracarichi, mica ne han mai detto niente di brutto! [↩]
Aguzza la vista
Alla fine bisogna arrendersi, settembre è proprio arrivato.
Lo si nota da tanti piccoli particolari.
La pioggia sottile che ti si infila nel colletto, il traffico mattutino, gli autobus stipati di orrendi zaini carnivori grondanti brandelli di ragazzini assonnati…
Ma lo stacco che fa più effetto è sicuramente un altro.
La tv! direte.
Che il delitto di Perugia ha finalmente riconquistato la seconda serata1.
E i programmi della De Filippi.
E le Missitalie.
E i pacchi.
E i Cocuzza.
E gli Sposini, Verissimo, Buon Giorno, Buona Mattina, Buon Pomeriggio, l’Infedele…
E la Clerici che mi sfratta la Signora in Giallo2 senza pietà.
E invece no.
Il segno più triste che è finita l’estate si trova nei giornali.
Essi (i giornali) nella bella stagione sono tutta un’altra cosa.
Timorosi di perdere lettori con troppi argomenti seri, quando parte il tempo degli ombrelloni trasformano molte delle proprie pagine (di solito le centrali) in un surrogato di altre riviste.
Si può così trovare uno di stralcio di Chi all’interno del rigoroso Corriere, un cosciotto di Diva e Donna all’interno della battagliera Repubblica e perfino una passata di Astra nella seriosa Stampa.
Ma quello che proprio non può mancare e che mi riempie gli occhiali da sole di infinita gioia, è l’imitazione della rivista che vanta il maggior numero di imitazioni.
Tutte quelle paginate di cruciverba e rebus e unisci-i-puntini e frasi crittografate sono una manna per tutti quelli che nella rivista originale non riuscirebbero mai e poi mai a risolvere nemmeno le parole incrociate facilitate.
Poi arriva settembre.
E di tutta questa festosa adulazione intellettiva non rimangono che i tristi sudoku.
O almeno così credevo!
Perché ieri, sfogliando i giornali virtuali, ho scoperto che Corriere e Repubblica hanno finalmente deposto la loro rivalità simulata per unirsi in un gioioso connubio e regalarci un ultimo sprazzo d’estate anche sotto questi cieli grigi.
Essi hanno creato il primo “scopri le differenze” a reti unificate.
Spiego meglio.
Se andate su Repubblica e Corriere on-line, troverete almeno due-tre articoli al giorno praticamente identici in forma, contenuti e collegamenti esterni.
Refusi compresi.
Agli abili lettori il difficile compito di trovare le dodici piccole differenze.
Fra i più veloci verranno estratti a sorte dieci fortunati che riceveranno a casa un abbonamento annuale a La Macchina del tempo.
Chi poi indovinerà anche quale articolo appartiene a quale giornale (i redattori son furbissimi a lasciare piccole tracce di riconoscibilità) vincerà un mese con Cecchi Paone, Paolo Limiti e il senatore Palpatine direttamente a casa propria!
Ecco, per esempio, il concorso lanciato ieri.
Giornale n.1
FOGGIA – Due fratellini di 11 e 14 anni sarebbero stati violentati per diverso tempo da uomini e da adolescenti nel foggiano durante riti esoterici organizzati dalla loro mamma. La donna è stata arrestata, insieme a un cugino e ad altre due persone, con le accuse, contestate a vario titolo, di induzione, agevolazione e sfruttamento della prostituzione di minorenni.
(…) Inoltre, nel corso di una perquisizione domiciliare nella casa della madre, è stato sequestrato materiale utilizzato durante i riti esoterici (tra cui libri su carte magiche, incantesimi, streghe, esorcismi, maledizioni e incantesimi) e un limone ammuffito infilzato con spilli raffiguranti una croce.
Sono stati inoltre sequestrati 14 scritti autografi contenenti richieste di sortilegi; due mazzi di tarocchi; candele di ogni forma e misura, 25 carte per riti esoterici; un contenitore di incenso ed una civetta in plastica; tre sacchetti contenenti rispettivamente verbena, mirra e terriccio; una boccettina con due sfere in legno profumate; quattro boccettine di balsamo, unguento ed essenze utilizzate in riti magici.
Berlusconi ai microfoni di Lucignolo dice “non mi occupo di fascismo”.
(18 settembre 2008)
giornale n.2
FOGGIA – Due fratellini di 11 e 14 anni sarebbero stati violentati per diverso tempo da uomini e da adolescenti nel Foggiano durante riti esoterici organizzati dalla loro mamma: con le accuse, contestate a vario titolo, di induzione, agevolazione e sfruttamento della prostituzione di minorenni la squadra mobile di Foggia ha arrestato quattro persone, tra cui la mamma e un cugino dei due fratellini.
(…) Inoltre, nel corso di una perquisizione domiciliare è stato sequestrato materiale utilizzato durante i riti esoterici (tra cui libri su carte magiche, incantesimi, streghe, esorcismi, maledizioni e incantesimi) e un limone ammuffito infilzato con spilli raffiguranti una croce.
Sono stati inoltre sequestrati 14 scritti autografi contenenti richieste di sortilegi; due mazzi di tarocchi; candele di ogni forma e misura, 25 carte per riti esoterici; un contenitore di incenso ed una civetta in plastica; tre sacchetti contenenti rispettivamente verbena, mirra e terriccio; una boccettina con due sfere in legno profumate; quattro boccettine di balsamo, unguento ed essenze utilizzate in riti magici.
Ci domandiamo quando il centrosinistra riuscirà finalmente a svincolarsi dalla morsa di una ideologia politica polverosa e rivolta al passato, per diventare finalmente una forza politica nuova, moderna, europea.
18 settembre 2008
- diavolo di un Vespa, ha messo su un altro scoop! Presto prevista una puntata speciale su Cogne, una risolutoria sul caso Stasi ed una primizia sul delitto Montesi [↩]
- sempre la solita storia, finite le vacanze, orribili pettorute raccomandate buttan fuori con protervia le gentili vecchiette che han tenuto pulita la casa e badato alle piante in loro assenza [↩]
Alcune fondamentali conclusioni sul matrimonio (tratte alle due e mezza di notte, con tasso alcoolico n.p.)
Regola n.1
Ad un matrimonio le invitate nubili si riconoscono perché son quelle vestite tipo sposa.
Nei casi più estremi per distinguere quale sia la sposa vera da quelle in speranza potenza non basta seguire i paggetti (si fanno corrompere facilmente), né seguire lo sguardo dello sposo (spesso perso nel vuoto).
Molto più sicuro individuare la mamma della sposa e seguire le sue tracce lagrimatorie.
Regola n.2
La cosa che maggiormente distingue gli invitati maschi dalle invitate femmine in un ricevimento post-matrimonio è il fatto che dopo qualche ora tutte le femmine prendono a camminare con movenze alquanto singolari.
Ciò è dovuto alla successiva
Regola n.3
Quasi tutte le femmine invitate ad un matrimonio indossano scarpe nuove scomodissime.
Tutte le altre non usano scarpe nuove, ma quel paio che tengo da parte per le grandi occasioni… che poi son così carine… non ricordo mica perché non le uso mai!
Regola n.4
L’unica femmina che deroga alla regola n.3 è eventualmente la sposa.
Le più scaltre, forti del fatto che il vestito con strascico non permette agli invitati di intravvedere i loro piedi, subito dopo la cerimonia indossano scarpe da ginnastica. Lerciosissime.
Proprio a sfregio.
Regola n.5
Il matrimonio originale si distingue dagli altri non tanto per la cena a buffet.
Non tanto per il complessino di musica taranta al posto del tradizionale ominotristedanight.
Non tanto per la mancanza della torta nuziale.1
E’ un vero matrimonio originale quando al prete officiante durante la cerimonia gli scappa “tanto a noi del rito ufficiale ce ne frega una sega!”.
Regola n.6
Se ad un matrimonio non vuoi infastidire gli inevitabili parenti anziani non devi assolutamente fare le seguenti cose:
– agli antipasti servire, al posto dei soliti crostini, indistinguibili agglomerati di cibo raffinatissimo.
– invitare un’orchestrina di taranta al posto del solito ominotristedanight.
– far mancare il momento del taglio della torta.
Regola n.7
Se ad un matrimonio non vuoi infastidire le inevitabili amiche zitelle non devi assolutamente fare le seguenti cose:
– invitare un’orchestrina di taranta che inizierà a suonare furiosamente proprio nel momento in cui loro, le amiche zitelle, stavano tirando fuori tutti i giochi che avevano preparato per gli sposi in lunghe notti insonni.
– invitare un’orchestrina di taranta.
– far mancare il momento del lancio del boquet.
Ma soprattutto
Regola n. 8
Mai, e ripeto MAI, farti accompagnare al ricevimento da una coppia che si deve sposare la settimana successiva.
Il tasso di nervosismo che via via si accumula sulla coppietta può raggiungere livelli allarmanti.
Rischi seriamente la vita.
- cosa peraltro notevolissima, visto che obbliga gli sposi al momento della rituale foto del taglio della torta, appunto, a destreggiarsi col taglio di una bignolina alla frutta. Provateci voi con quel palettone! [↩]
Chi fermerà la musica?
Nessuno che non ci stia passando in prima persona può capire che cosa voglia dire vivere intorno alla Fortezza da Basso in questi giorni.
Gli articoli della seppur volenterosa Longo non riescono a rendere minimamente idea del disagio che il cittadino medio fiorentino deve patire da queste parti ogni santo giorno.
Ricordo con nostalgia i bei tempi andati quando la Fortezza era semplicemente un’isola verde nel bel mezzo della città, con tanto di laghetto dei cigni e pista per i grilli1, il tutto intorno ad un monumento cinquecentesco di grande bellezza.
L’unico momento in cui veniva disturbata la mia pubblica quiete (cit.) era verso l’una, quando si aprivano le dighe e decine di adolescenti brufolosi si riversavano fuori dalle mura storiche che ospitavano uno dei licei classici più esclusivi della città.
Adesso il liceo non c’è più e al suo posto son stati installati funzionalissimi padiglioni pronti ad ospitare un numero impressionante di mostre dell’artigianato, della casa, etniche, dell’ambiente, del fitness e chi più ne ha più ne metta.
Tutto è cominciato per colpa del maledettissimo Pitti Immagine. Vedere un tal numero di operatori italiani e stranieri ingorgare i viali di scorrimento bloccando tutta la viabilità cittadina deve aver inorgoglito non poco gli amministratori locali che hanno ben pensato di moltiplicare il numero di occasioni in cui creare quelle simpaticissime code chilometriche.
Voglio dire, quale migliore occasione di socializzazione che passare qualche oretta in compagnia di altri automobilisti incolonnati al tuo fianco? Dopo i primi momenti di bestemmia galoppante nascono delle amicizie che nemmeno su friendfeed!
E così son nati Pitti Donna, Pitti Uomo, Pitti Bimbo, Pitti Filati… A breve sono attesi Pitti Cane, Pitti Gatto e, perché no, Pitti Pianta Grassa.
Ma cosa fare di tanto spazio nel centro cittadino, a pochi passi di alcuni dei monumenti più famosi d’italia in quelle tre-quattro settimane in cui rimane tristemente vuoto?
Idea geniale, ci organizziamo delle feste!
E così è nata la famigerata Festa dell’Unità della Fortezza. Ovvero tre piste da ballo con musica da discoteca. E poi negozi, locali alla moda, ristoranti etnici, scuole di salsa… E la Festa dell’Unità direte voi? E chi se ne frega! rispondevano gli organizzatori. Così si attirano un sacco di ragazzini che sono il futuro della politica e bla bla bla…
Così capitava spesso di vedere i sempre più sparuti militanti, il viso rigato da una lacrima disfattista, riuniti davanti al baracchino della trippa scuotere melanconicamente la testa.
Alla fine i dirigenti del PCI, PDS, DS, Ulivo si sono accorti che a tutti quei ragazzini del futuro della politica non poteva fregargliene di meno, a loro interessava solo spiare il fondoschiena delle cubiste, ammazzandosi di amerikani e tequila bum bum. E che nel contempo i vecchi militanti erano definitivamente emigrati nelle più classiche Feste dell’Unità di provincia, dove non esistono cocktail elaborati e l’unica deroga ai robusti vinelli locali son le solite birracce alla spina.
Così sono arrivati alla conclusione: o si torna a una Festa più sobria e si recupera la politica, o si trasforma definitivamente in una macchina mangiasoldi.
Incapaci di prendere una scelta che sia una, hanno finito per fare entrambe le cose. Scindendo la kermesse in due manifestazione diverse: la Festa dell’estate e la Festa del PD.
Con il risultato che i poveri residenti, invece delle solite tre settimane di patimento, questa volta se ne devono sorbire sei, ben spalmate fra luglio, agosto e settembre.
Perché i residenti è come se nella fortezza ci fossero proprio dentro. E non scherzo.
Un omino dice qualcosa all’amico dall’altra parte dello stand? Qui si sente.
Una signora fa la scema col marito dell’amica sussurrandogli qualcosa nell’orecchio? Qui la sente anche mia nonna, che è un po’ dura d’orecchi.
Anche con le finestre chiuse.
Anche coi doppi vetri.
Così siamo continuamente a rischio infarto.
Voi ci scherzate, ma provate a immaginare come vi sentireste a trovarvi nel mezzo del più placido pomeriggio estivo all’improvviso la voce cupa di Piero Pelù che fa strani versi nel salotto di casa vostra!
E Pelù in fondo era il male minore. Una volta superata la paura iniziale, un paio di buoni tappi per le orecchie attutiscono il danno. Il problema è quando il resto del cartellone è questo.
Vi giuro che il giorno 26 Agosto si è verificato uno strano esodo di massa dal mio quartiere.
Ma questa in fondo era pur sempre la Festa “laica”, quella puramente commerciale. Se nel calderone ci son finiti appuntamenti così commerciali in fondo non c’è nulla di male.
Vedrete quanto sarà diverso quando ci sarà la festa del PD, dicevano.
Vedrete, adesso si fa una cosa seria. Con la politica. Coi dibattiti e tutto.
E infatti adesso che c’è la Festa del PD è tutta un’altra storia.
E’ vero, ci son sempre i ristoranti etnici. E’ vero, ci son sempre gli happening.
Ma l’offerta musicale è ben diversa!
Ieri l’altro, per dire, c’erano i Pooh2.
Le grandi interviste di Solo in Superficie – cineserie
(a Francesco)
e dunque signora maia… posso chiamarla signora maia?
no, no, signorina, prego.
bene, signorina, tutti i nostri lettori pendono dalle sue labbra. Cosa si prova ad essere una delle più grandi esperte di cineserie?
mah, le dirò, è un grosso peso.
Soprattutto in tempo di olimpiadi, quando gli occhi di tutto il mondo son puntati su Pechino.
In effetti sembra un compito davvero molto gravoso
Lei non può nemmeno immaginare quanto. Essere perennemente circondata dai vicini di casa, quei quattro vecchiacci sordi e bavosi che fanno più domande dei bimbi piccoli… Che poi non vale neanche la pena di rispondergli, che tanto le risposte se le dimenticano subito!
Comincio a capire i loro poveri parenti che d’estate li abbandonano in città coi pretesti più disparati.
No sai babbo, ti porterei con me… però… sai qui al mare tira troppo un vento fresco, che te ormai sei abituato alla calura cittadina e il cambio climatico ti farebbe schiantare!
No guarda mamma, ti porterei tanto volentieri con me, ma lì alle maldive si mangia di un maaale… Guarda, gli vien mal di pancia a tutti! E infatti è per questo che ti lascio i bimbi. Ma tranquilla, non ti preoccupare per me, fra tre-quattro settimane torno.
Che poi sempre meglio abbandonarli in città che sull’autostrada.
Voglio dire, così un tetto ce l’hanno e alcuni ci hanno pure l’aria condizionata!
Sì, bene… ma, ci dica, come ha fatto a diventare un’esperta così autorevole nel suo campo?
Mi son vista un’intera puntata di quark tempo fa. Gran bella puntata. E anche due o tre puntate di Angela figlio, che c’ha un programma tutto suo, non so se l’ha visto. Fra l’altro son puntate molto più corte, ci si annoia di meno, solo che c’è il rischio che se vai in bagno un attimo ti perdi il finale e magari rimani per tutta la vita col dubbio se Michelangelo se li era poi tolti gli stivali.
Molto interessante… Ma avrà usato anche altre fonti, immagino
Ma certo! Ho approfondito gli studi su wikipedia. Non so se la conosce. Lei va lì, pigia un bottone ed esce di tutto.
E’ così che son diventata la maggior esperta di tango cingalese, fra l’altro.
Per non parlare dei cartoni. Seguo da anni i cartoni animati e lì si vede proprio tutto della loro cultura, degli usi e costumi, dell’abbigliamento…
Scusi, ma i cartoni non sono giapponesi?
Evabbè, non è che ci sia poi tutta questa differenza…
E infine la specializzazione me la son presa praticando tai chi.
Oh, il Tai Chi. Grande disciplina fisico-meditativa che affonda le sue radici teoriche nel taoismo. Questo forse è uno dei modi migliori per penetrare nella cultura cinese. E lei quale stile pratica? Il Chen? Lo Yang?
Ora se era in o ian non me lo ricordo. Però mi ricordo che mi è molto piaciuto. Sono state le due settimane più meditative della mia vita.
Comunque la tecnica non è che sia questo gran mistero, eh.
Dunque si avanza per un po’ di metri (una decina o anche meno, a seconda di quanto è grande la palestra), poi si torna indietro camminando all’indietro, poi si torna in là camminando di lato, come i gamberi, poi si torna in qua, sempre come i gamberi. E alla fine ci si ritrova sempre sul punto di partenza.
Un po’ come fare cyclette o tapis roulant, ma senza attrezzi e facendo molti versi con le braccia.
Poi però la palestra sotto casa ha chiuso… Peccato, perché costava anche poco.
Molto suggestivo.
Progetti per il futuro?
Sì, per un po’ basta filosofia, che dopo un po’ stufa. Adesso vorrei dedicarmi all’arte.
Guardi, se riesco a recuperare quella puntata di Angela mi guardo la fine.
E poi potrà intervistarmi su Michelangelo.
Il Mistero del Sacro Plin Plin (Plin)
(Dove si parla di portentosi mantra, misteriosi vendicatori e acque della salute)
E’ buffo, però a volte le scoperte più importanti (e inquietanti) della vita si fanno per puro caso.
Un tizio si fa una pennica sotto un albero e gli cade una mela in testa.
Oppure un altro sta a guardare le crepe del soffitto di una chiesa e si accorge che il lampadario dondola.
O un altro ancora pensa di andare a farsi una tranquilla crociera fino fino in Tailandia navigando su rotte ignote al turismo di massa e si ritrova in un continente sconosciuto1
Così io ho finalmente risolto uno dei più tormentati crucci della mia esistenza grazie ad una battuta di andrea.
Sono anni che mi chiedo quale oscura forza mi tenga ancora avvinta alla canzoncina della pubblicità di una marca di pasta.
L’antica nenia recitava così: “PLIN PLIN PLIN, TORTELLIN! con due uova di gallina ed un chilo di farina, carne, grana, prosciuttini, ecco i veri tortellini…”
Il fenomeno mi terrorizzava, nessuna ipotesi razionale poteva spiegare l’enorme potere esercitato da una filastrocca pubblicitaria sul mio cervello. Quando prende possesso della mia testa nulla più riesce ad allontanarla e mi ritrovo a canticchiarla per ore ed ore (orribili ore) ininterrottamente. Come un disco rotto.
Non sapevo più cosa fare. Temevo di essere posseduta dallo spirito dei prosciuttini assassini. Che, sterminati dai produttori di tortellini, erano tornati in vita per uccidere tutti quelli che ne avevano mangiati.
E la morte a seguito di canzoncina perpetua è una morte orribile, vi assicuro.
Ma adesso tutto un mondo mi si è aperto davanti agli occhi.
Le paure si sono dissolte, una spiegazione razionale c’è.
E’ il misterioso potere del Mantra Plin Plin che seduce le menti e le conquista.
Niente più notti insonni, niente incubi pulp in cui schiere di porchette marciano in fila serrate per la conquista della terra!
E’ solo un mantra!
Però…
Però a pensarci bene un terribile dubbio si insinua.
E le acque della salute che fanno fare plin plin?
Che c’entrano loro?
Perché i pubblicitari hanno scelto proprio quella parola?
Quale collegamento può esistere fra una marca di tortellini e le vie pimplinarie?
Che in realtà i committenti della pubblicità sappiano qualcosa che noi non sappiamo sul potente mantra?
E chi sono in realtà questi committenti?
Che siano semplici produttori di acque della salute non se la beve nessuno!
Ma certo, è un complotto!
Le suore e i maiali assassini vogliono sottometterci tutti a suon di canzoncine e frequenti ritirate nei bagni!
Che qualcuno ci salvi dai porcellini!
Che qualcuno ci salvi dalle suore pulite dentro e belle fuori!
- sconosciuto a lui, non certo ai Templari, che in America ci andavano regolarmente da centinaia di anni seguendo le rotte dei vichinghi. Solo che, esosi com’erano, avevano istituito solo viaggi in business class e con la crisi delle stoffe da vela, che a quei tempi avevano superato la soglia psicologica dei 200 fiorini a metro quadro, nessuno poteva più permettersi il prezzo del biglietto. Fu così che gli uomini si scordarono delle nuove terre. Finché non ci arrivò questo genovese erotomane. Che altro che manie di scoperta, altro che spirito di avventura. Lo sappiamo tutti benissimo che cosa ci voleva andare a fare in Tailandia…. [↩]