ricorrenze…

di maia, 18 Marzo 2007

   santo cielo, mi accorgo solo ora di aver superato le 1000 visite!
non so come si usa in questi casi, ma credo sia una ricorrenza da festeggiare, o no?

voglio dire, è vero che su 1000 (milllle!) contatti, circa 980 sono mie visite per vedere cosa cavolo stavo combinando al template, però 1000 (milllllllemila!) è un numero che fa la sua porca figura!
pensiamo ai mille di garibaldi (anche se pare che circa 980 fossero foto sagomate che ritraevano lo stesso eroe dei due mondi, così, per fare numero ed impressionare i nemici da lontano…), pensiamo ai racconti delle mille e una notte (anche se pare che circa 980 in realtà fossero volgari repliche con giusto qualche piccolo ritocco qua e là), pensiamo alle mille miglia, una delle corse più affascinanti ed inutili mai inventate (anche se pare che circa 980 miglia siano corse per finta, tanto fra una città e l’altra non lo sa mica nessuno cosa combinano quelli lì!), pensiamo alle gloriose mille lire, le banconote che più amavo, anche perché erano le uniche che passavano fra le mie mani (anche se pare che circa 980 lire… questa non mi viene…)

mah, a scanso di equivoci, io una piccola cerimonia la faccio, una cosa formale, giusto per non sbagliare.

Innanzi tutto ringrazio i miei affezionati lettori (se ho contato bene siete in 5, più due lurker-si dice così?- che tanto riconosco benissimo…)
se non fosse per voi, questo posto non esisterebbe…
o meglio, esisterebbe lo stesso, ma non ci sarebbero i commenti.

poi voglio ringraziare il mio produttore, il tecnico delle luci, quello del suono e le maestranze tutte.

ringrazio il capo, fonte inesauribile di ispirazione, così come le colleghe, i bus, i miei ex, tutti (tranne uno!), i parenti, gli amici e non ultime le suore!

basta, mi sembra di aver detto tutto.

di bottiglie da stappare non ne ho neanche una (le ho bevute tutte ieri per sopravvivere alla serata) ma vi basti sapere che vi amo tutti.

ah, quasi dimenticavo di ringraziare il caro amico sauro che ha avuto la simpaticissima idea di coinvolgermi in una della cose che più odio al mondo, una catena.

di solito per cose del genere tronco i rapporti, ma questa volta faccio un’eccezione, l’aria di festa mi rende magnanima.

allora, Cinque cose che non direi mai in una conversazione intellettuale.

per l’appunto giusto ieri ho partecipato ad una cena fra fini intellettuali.
sono sicura non se la prenderanno a male se mi rivendo le loro perle per questo gioco.

dunque:

1. CAPO:

– CARA, QUESTA E’ MAIAB, LA NUOVA DIPENDENTE. NEI PRIMI MESI HA FATTO LA PERIPATETICA PER TUTTO L’UFFICIO. NON AVEVA UNA PROPRIA POSTAZIONE PC!

– ehm, signora, nel senso che passavo da un pc all’altro dello studio…

2. COLLEGA 1:

-SENTI DA CHE VOCE VIENE IL PULPITO!

3. COLLEGA 2:

– ORA VI RACCONTO QUELLA DELL’ASINO E DEL LEONE SU UN’ISOLA DESERTA…

4. MOGLIE DEL CAPO:

– NON C’ E’ CHE DIRE, QUESTO E’ UN UFFICIO DI SQUILIBRATI!

COLLEGA 2:

– EH, SIGNORA, MANCA SOLO LEI! (la collega è stata graziata perché in evidente stato di ebbrezza da superalcolici)


5. MAIAB

– no capo, le assicuro, la tosca non muore di tisi!

merda, questa l’ho detta!

dubbi esistenziali

di maia, 16 Marzo 2007


È meglio avere i baffi neri o i baffi rossi?
È questa la domanda esistenziale che mi pongo mentre stendo la crema sul viso.

Tutto è cominciato due settimane fa, quando una mail dall’aria innocua è stata recapitata in tutte le caselle di posta dell’ufficio.
Il mittente era “il grande capo” (definizione a dir poco eufemistica, visto che si parla di un uomo alto al massimo 150-152 cm) e nulla nel titolo faceva presagire la sciagura che si stava per abbattere sui dipendenti tutti.
La mail si intitolava infatti “avviso” e sembrava una delle trenta circolari mattutine, che di solito finiscono direttamente nel cestino insieme allo spam, dato che a mezzogiorno son già rese obsolete da qualche nota dell’Agenzia delle Entrate o dell’Inps o dell’Inail o del Ministero del Lavoro che nel frattempo hanno provveduto a modificare tutta la materia in oggetto.
Come da prassi stavo per buttare la mail, quando un urlo strozzato ha fatto vibrare l’aria dello studio ed i telefoni del mio piano hanno cominciato a squillare in contemporanea. In perfetta sincronia io e le mie due compagne di stanza alziamo il ricevitore e scopriamo che all’altro capo ci sono tre nostre colleghe del piano di sotto. Non ho bisogno di chiedere nulla, so che anche alle altre viene intimato di aprire la posta.
Lo so con esattezza perché da sotto stanno urlando così forte che si sentono perfettamente ad orecchio nudo.
Sudore freddo comincia a colare sulle le nostre schiene. Ci guardiamo negli occhi, immobili. Nessuna ha il coraggio di fare la prima mossa.  Alla fine decido di agire io, in fondo sono la pivella lì dentro ed i compiti più ingrati toccano sempre a me.
Apro tremante la mail e leggo quello che tutte stavamo paventando: il temutissimo "invito a cena a casa del grande capo".
Trattasi di rito antico a cadenza più o meno quinquennale, al quale finora ero riuscita a sfuggire, essendo in forza allo studio da troppo poco tempo, ma del quale mi son stati raccontati brandelli di cronache terrificanti.
Non so bene come sia possibile, ma pare che in quella casa si verifichino fenomeni inspiegabili. Sembra che, una volta inghiottiti al suo interno, il tempo prenda a scorrere ad una velocità diversa da quella normale cosicché quelle che all’esterno sono un paio d’ore, lì dentro corrispondono alla durata di un paio di secoli. 
In più si dice la casa sia abitata da stranissimi esseri, detti “i familiari”, il cui divertimento consisterebbe nel coinvolgere i malcapitati in lunghissime e soporifere dissertazioni sugli argomenti più futili e noiosi.
Non è certo, ma circolano voci secondo le quali non tutti quelli che sono entrati in quella casa siano riusciti poi a venirne fuori…
Si narra di una coppia di ospiti che è rimasta intrappolata dentro e, imbalsamata a suon di chiacchere, pare faccia bella mostra di sé appesa alle pareti della sala da pranzo…
Ma notizie certe non ce ne sono, visto che anche le reduci dalle cene precedenti non sono in grado di ricordare con esattezza cosa hanno visto e cosa sia successo…

Torniamo a noi.
La notizia ci gela tutte, una collega inizia a piagnucolare, l’altra chiama immediatamente il marito, sparandogli a bruciapelo: “Ti prego, dimmi che il sedici abbiamo un impegno urgentissimo!”
Io faccio mente locale in cerca di un scusa accettabile.
Ma è tutto inutile, sappiamo bene che non potremo sfuggire all’evento, tanto vale mantenere il sangue freddo.
Lentamente, molto lentamente, lo studio riacquista la propria normalità. O meglio, torna alla sua follia ordinaria, anche perché il capo sta per arrivare e tutte fingiamo di essere operosamente al lavoro.
E’ inutile dire che nessuna di noi quel giorno ha lavorato veramente.
La mente era altrove.
Già dal giorno successivo, sono cominciati i primi fenomeni. Sono apparse acconciature strane.
Le chiome hanno cambiato colore (io per esempio da castano-scura sono diventata biondo-rossiccia, colore che va molto di moda in questa primavera/estate, come mi ha detto il parrucchiere quando gli ho timidamente fatto notare che avevo chiesto solo una spuntatina…)
E discussioni su cosa indossare si sono sviluppate in ogni angolino appartato.
E liti furibonde sono scoppiate sul regalo da portare alla padrona di casa (e soprattutto su quanto sia lecito spendere per una pianta che sicuramente sarà lasciata morire nel giro di poche ore… ).

Per fortuna siamo quasi alla fine della farsa.
Domani a quest’ora sarà tutto finito.
Acc, accidenti a me che mi son decisa così tardi a farmi questa maledettissima ceretta, come nell’attesa di qualche evento che mi dispensasse all’ultimo minuto…
Eh, son stata stupida, adesso, per far tutto in fretta e furia, al posto degli orridi baffetti neri che mi contornavano le labbra, ci sono altrettanto orridi baffetti rossi di pelle ustionata…
Vabbè, poco male.
So già che stasera sarò in ottima compagnia…
Anzi, fammi sbrigare, venti altre paia di baffetti rossi mi stanno aspettando davanti all’ingresso del maniero…

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zapping…

di maia, 28 Febbraio 2007

ieri sera ero piuttosto depressa.
sin dal mattino le cose hanno preso a girare nel verso sbagliato.
come al solito ho perso troppo tempo a leggere il giornale in bagno (soprattutto le pagine di politica e spettacolo, ormai quasi indistinguibili) ed ho finito per far tardi. sono uscita di casa in fretta e furia per prendere un autobus che sapevo già perso, ma ho corso comunque a perdifiato, così, giusto per sentire le fitte da acido lattico nel mio corpo, una sensazione che amo molto di prima mattina… inaspettatamente, all’angolo vedo l’autobus che stava ripartendo, lo inseguo, inciampo, mi ripiglio, lo raggiungo e busso disperatamente alla portiera, maledico l’autista perché non mi apre. lui, tranquillo e con un sorrisetto sadico ad illuminargli il volto, mi fa cenno che ormai non mi può far salire e mi indica la fermata successiva. riparte sgommando.
non mi perdo d’animo, mi produco in uno scatto da fondista, quindi piuttosto lento, ma, complice un ingorgo provvidenziale, riesco ad arrivare alla fermata in tempo. salgo trionfante, porgendo un sorriso di superiorità all’autista, bagnata fradicia di sudore, il trucco sfatto, ma trionfante…
in quel mentre il bus riparte… e gira a destra! come a destra?!

– scusi, non è l’8 questo?
– no, mi spiace, questo è il 28, il cartello sul retro non è aggiornato…
penso velocemente se non sia il caso di implorare il caro, bravo autista di lasciarmi scendere subito per non essere portata troppo fuori strada, ma la sua espressione serafica mi fa capire che neanche il vecchio numero della lacrimuccia sarà efficace…

arrivo in ufficio con un’ora e mezzo di ritardo, mezz’ora più del solito…
maledico tutti gli autisti di tutti i mezzi, pubblici e privati.
mi ricompongo.
mi presento dal capo, lui mi accoglie così:

– scusa, dov’è finita la pratica urgente che ti avevo dato ieri?
– non si preoccupi, archiviata.
– ah si, e com’è che l’ho trovata nel tuo cestino della carta straccia?

– archiviazione… creativa?
e lì una ramanzina infinita (perché il mio capo ce l’ha con me, fruga addirittura nella mia spazzatura pur di trovare qualche scusa per darmi contro!)

che giornata!
comunque anche questa volta, dopo ore ed ore di estenuanti solitari (ne ho trovato uno carinissimo in rete, con sfondi esotici) e di partite di sudoku su internet, finisce.

aspetto il solito autobus per i soliti 45-50 minuti, ma non mi perdo d’animo, so che mi aspettano una tavola apparecchiata ed il mio letto, piccolo, ma scomodo.
arrivo davanti alla porta di casa, ma stranamente la chiave non la apre. Provo e riprovo, poi provo a suonare. i miei:

– CHI E’?
– sono maiaB
– CHI?
– maiaB, la vostra figlia maggiore!
– impossibile, noi abbiamo solo due figlie minori!

dopo estenuante trattativa, riesco a farmi aprire, dietro pagamento di vitto ed alloggio, niente cani, niente visite di uomini, niente sostanze strane…
sono corsa subito in camera ed ho acceso la tv (per l’uso della quale ho dovuto pagare un supplemento) per dimenticare…
(continua…)

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giornata tipica2…

di maia, 7 Febbraio 2007

– CIAO, SENTI CHE CI DEVO SCRIVERE IN QUEL MODULO CHE MI HAI MANDATO L’ALTRO GIORNO, CHE’ NON ME LO RICORDO PIU’?
– ehm, quello che ho mandato due settimane fa?
– SI, QUELLO.
– mi scusi, ma  quella dichiarazione doveva essere spedita all’ufficio competente tre giorni fa…
– AH! E IO ‘UNLO SAPEVO MIHA!
– ehm, veramente glielo dis…
– SI, TTU’MME L’AVRAI DETTO A VOCE, MA IO ‘STE COSE MICA ME LE POSSO RICORDARE!
– veramente le mandai una mail come promemoria…
– MA IO LE MAIL MIHA LE LEGGO SEMPRE!
– glielo avevo annotato anche sulla copertina del fax!
– NO, SUL FAX NO DAVVERO! CE L’HO QUI DAVANTI SAI!
– anche io e nella copertina c’è scritto: "da inviare all’ufficio competente entro il 31/01/2007"
– EH, E’ VERO, MA IO MIHA L’AVEVO VISTO.
E POI C’HO MIHA I’TTEMPO DI LEGGERE TUTTO QUELLO CHE ‘TTU MI SCRIVI!!!
– …

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giornata tipica…

di maia, 7 Febbraio 2007

– PRONTO INPS!
– Buon giorno, avrei bisogno di un’informazione sull’invio telematico del modello E-Mens…
– ATTENDA UN ATTIMO, LE PASSO L’ INTERNO.

musichina…
scrosci…
musichina…
….
– PRONTO INPS!
– si, buon giorno, chiamavo per un’informazione sul modello E-Mens…
– AH, E’ DI NUOVO LEI! SI VEDE CHE IL COLLEGA NON E’ IN STANZA, ASPETTI CHE PROVO CON UN ALTRO INTERNO.
…  
tutututut…

– PRONTO INPS!
– mi scusi, deve essere caduta la linea, sono sempre io, vorrei informazioni…
– E-MENS? ASPETTI RIPROVO…

– PRONTO INPS!
– mi scusi, avrei bisogno di informazioni sul modello E-Mens…
– E CHIAMA ME? MA CHI LE HA DATO QUESTO NUMERO? QUESTO E’ IL SERVIZIO RISCOSSIONE CONTRIBUTI!
– mi scusi, potrebbe darmi lei il numero giusto?
– NON E’ MIO COMPITO! BUONASERA!
– buona sera…

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