Scrittori
Ora, non è che sento sempre le voci.
A volte le voci le uso. In delle vere e proprie discussioni, argomentate e tutto.
Non c’è nulla di male a chiacchierare con un interlocutore immaginario.
Non dirmi che tu non lo fai mai.
E’ una tecnica di sopravvivenza.
Come quando si imbastiscono dei discorsi lunghissimi sul nulla per confondere le idee all’altro, con la speranza che quello, l’altro, leggendo, si dimentichi di che cosa si stava parlando.
Che poi questa tecnica, c’è gente che ci vive. Come questo gruppo di scrittori, tutti famosi, tutti amici fra di loro. Che mica ho mai capito come funziona, se diventano prima amici e poi scrittori famosi, tutti assieme, o se prima diventano scrittori, tutti famosi, e poi, siccome son tutti scrittori famosi, diventano amici fra di loro. Io li ho conosciuti, un giorno che ero ospite a pranzo da uno scrittore famoso, uno che fa parte di questo gruppo di scrittori famosi, tutti amici fra di loro. Che siccome son tutti amici fra di loro, a questo pranzo c’erano proprio tutti, questi scrittori famosi, che parlavano di scrittura con quel loro modo di raccontare che hanno, anche nei romanzi, pacato, piano, pieno di virgole, che sembra di vederle anche mentre parlano, tutte quelle virgole, sospese nell’aria, e con quel loro modo di saltabeccare da un argomento all’altro, che mi ricordano i passerotti sul terrazzo di casa, quando scuoto la tovaglia e qualche briciola non cade proprio giù, rimane in bilico sulla grondaia, e i passerotti lì a beccarle saltando dall’una all’altra, e poi arriva un colpo di vento improvviso e quelle cadono sui panni appena stesi dalla signora di sotto, che poi alle riunioni di condominio lo senti come urla! Che poi questi scrittori, dicevo, aprono delle parentesi lunghissime, e parentesi nelle parentesi, e parentesi nelle parentesi nelle parentesi, come infinite matriosche di parole, che poi quando apri una parentesi ne trovi sempre un’altra dentro, sempre più piccola e un po’ ti spiazza, ma vai avanti a seguire le parentesi, che prima o poi arriveranno al punto che si chiuderanno, ti dici, una dopo l’altra si chiuderanno e si arriverà al nocciolo della questione, ma al punto non ci arrivano mai e così, a differenza delle matriosche vere, arrivi al centro e non c’è niente, niente di solido intendo, niente di ricollegabile al discorso di partenza. Che poi, tanto, a quel punto mica te lo ricordi più il discorso di partenza. Le parentesi son come delle matriosche vuote. Che poi son così lunghe le parentesi, dicevo, che questi scrittori a volte nemmeno ce la fanno a chiuderle. O a volte, quando si impuntano, insistono e proprio si vede che hanno voglia di chiuderle, le parentesi, queste parentesi son diventate così lunghe, che poi gli tocca tagliarle a mezzo con un punto, o persino un punto esclamativo, a volte, quando il discorso lo richiede e proprio non se ne può fare a meno. E allora poi quando il discorso lo richiede e loro son proprio costretti a mettercelo, il punto, o il punto esclamativo, poi la parentesi gli tocca chiuderla nella frase successiva.
Pensa te.
Stavamo dicendo?
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Commento by eio — 2 Febbraio 2010
bellissimo.
Commento by donata — 2 Febbraio 2010
ma ora che sei amica di scrittori famosi apri parentesi anche te?
perchè se non le apri meglio, nel senso che la matriosca solida in questo post c’è eccome. compliments
Commento by isolavirtuale — 2 Febbraio 2010
anche i loro libri sono così. E volano via dalla finestra
Commento by maia — 2 Febbraio 2010
caspita! grazie, grazie.
@ donata, io non è che son proprio amica amica. e infatti non sono né scrittrice, né famosa 🙂
@isola, attento. potresti fare male a qualcuno!
Commento by claire — 2 Febbraio 2010
è che a forza di parentesi non ci ho capito niente. eppure la matematica è il mio forte 😀 (bellissimo)
Commento by donata — 2 Febbraio 2010
allora non diventare neanche parentesi così sei salva…però alla matriosca facci un pensierino
Commento by maia sloggata — 2 Febbraio 2010
claire, è che forse mi sono dimenticata di chiuderne qualcuna.
@donata: matrioska mi sa che lo son già 🙂
Commento by patty — 2 Febbraio 2010
io la invidio sa, io conosco solo musicisti rebetici che le parentesi le mettono con Tzouràs e Bouzouki
Commento by maia sloggata — 2 Febbraio 2010
signorina patty, non ho capito, ma a lei va tutta la mia partecipazione
Commento by Egli — 2 Febbraio 2010
Uno, adesso, gli vien da chiedersi se la deve ancora portare, una, ai pranzi in casa degli scrittori.
Commento by patty — 2 Febbraio 2010
eh lo so, sono parole che manco capisco io, si figuri.
Commento by maia — 2 Febbraio 2010
@Egli: certo che devi! ci mancherebbe. sempre che mi vogliano ancora far entrare 🙂
@signorina patty: mi sono informata. sappia che l’ho ancora più nel cuore…
Commento by digito — 2 Febbraio 2010
stupendo. non ricordo cosa, ma stupendo.
Commento by maia — 2 Febbraio 2010
grazie. non ricordo per cosa, ma grazie 🙂
Commento by maurizio (videogioco) — 4 Febbraio 2010
ma questi scrittori famosi (che poi chi definisce cos’è famoso? un critico (ma i critici a che titolo criticano?)) che sono amici (parliamo della differenza tra amici e conoscenti e frequentanti. (tra l’altro, quando amici si possono avere nella vita?) (tu quanti ne hai?)), chi sono?
Commento by maia — 4 Febbraio 2010
io? io non ho amici!
sarà che non sono uno scrittore famoso.
(su chi siano gli scrittori, mi avvalgo della facoltà di non rispondere. tanto chi vi si doveva riconoscere, vi si è già riconosciuto…)
Commento by ndr — 6 Febbraio 2010
Le voci. Stavamo dicendo? Le voci.
Poi, beh. Come dire, un bell’acquario, no?
Commento by ndr — 6 Febbraio 2010
acc. il refuso lo correggi te, ok?
Commento by maia — 6 Febbraio 2010
assolutamente no!
com’è che si dice? refuso regalato… refuso regalato? 😀
ok, via, solo perché sei tu, eh
Commento by ndr — 15 Febbraio 2010
grazie.
Pingback by Placida Signora » Blog Archive » PlacideSegnalazio’ — 26 Febbraio 2010
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