Incompreso
Che poi non è che siano cattivi, i miei. Mi voglio bene e tutto.
Solo è un po’ di tempo che facciamo sempre più fatica a comprenderci.
Sia chiaro, l’incomprensione viene da ambo le parti.
Io, per esempio non riesco proprio a capire come si faccia, una volta raggiunta la meritata pensione, dopo dopo tutta una vita di lavoro snervante e tedioso, ad alzarsi tutti i santi giorni alle sette di mattina per andare in palestra.
Giuro!
Che poi me li immagino, lì, davanti alla meravigliosa struttura ipermoderna e superaccessoriata1, soli, al freddo e al gelo, sotto la bruma autunnale, gelata, con un patetico fumetto, gelato, che gli esce dalla bocca2 con le mani e la faccia schiacciate sui vetri delle porte, inesorabilmente chiuse, in attesa che apra.
Ma che ci andate a fare così presto, mi chiedo io.
E’ che la palestra è frequentata da professionisti, mi dicono, quindi apre molto presto e noi vogliamo essere i primi ad arrivare. Così tutti gli attrezzi migliori sono nostri!
Ecco, nulla da dire sulle scelte personali, mi rendo perfettamente conto che possedere non una cyclette, ma LA cyclette, quella migliore di tutte3 per primi sia una cosa che effettivamente deve dare delle soddisfazioni. E va bene.
Però mi chiedo, che bisogno c’è di starci tutta la mattina? A sudare e faticare e sbuffare e farsi venire i crampi per cinque ore filate. Tutti i santi giorni che dio manda in terra.
E non scherzo, qui si parla di gente che esce alle sette e torna al tocco4, giusto in tempo per buttare giù un brodino (nelle condizioni in cui tornano non sarebbero in grado di assimilare niente altro) e buttarsi sul letto, distrutti, fino alle sette di sera.
Sono io che ho le allucinazioni o i due cari ascendenti si sono cercati un surrogato del lavoro, il più simile possibile all’originale, con orari rigidi, sempre uguali, che occupino tutto il meglio della giornata (la parte in cui si potrebbe comodamente poltrire sotto il piumone), correndo e sgobbando, pedalando e sgomitando per rimanere sempre fissi allo stesso posto, con tanto di capetto che ti insulta perché secondo lui non sudi mai abbastanza?
E, massimo dell’allucinazione, qui nemmeno ti pagano. Anzi, sei tu che devolvi quasi tutti i tuoi averi per farti trattare così!
- pare abbiano la rubinetteria dei bagni in oro puro a 1000 carati, con rifiniture in diamanti e zaffiri dell’africa australe e i salvapiedi, quelle pezzoline, sapete, che si mettono fuori dalle docce per non bagnare per terra, in vera pelle di cucciolo di bambi appena nato ndr [↩]
- intendo dalla bocca di mio padre. da quella di mia madre esce solo un perenne fumetto di nicotina, anche quando non ha la sigaretta accesa [↩]
- con quale criterio si sceglie poi? magari ha i cerchi in lega, abs, bot e cct di serie [↩]
- ovvero le ore una, fiorentinismo ndt [↩]
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Commento by Sauro — 30 Novembre 2009
Beh, per capire le motivazioni che possono muovere il genitore maschio, occorre rispondere preliminarmente ad un quesito circa la palestra. Il quesito è il seguente: ce n’è fia?
Commento by maia — 30 Novembre 2009
in effetti ce n’è molta.
di tutti i generi ed età.
uhm… ora che mi ci fai pensare…
ma la mia povera mamma allora che ci fa lì?
Commento by Sauro — 30 Novembre 2009
Controlla.
Commento by maia — 30 Novembre 2009
oddio, comincio ad aver paura…
Commento by seia — 30 Novembre 2009
Eh vabbè, ma non ti sta bene niente dalle sorelle dai molteplici e sacrosanti interessi ai genitori atletici! E che dovrei dire io che i miei si svegliano all’alba, mio padre alle 7 ha già messo su broccoli e altre verdure puzzolenti per pranzo e mia madre ha già chiamato me e i miei fratelli 3 volte per sapere se siamo ancora vivi dopo la notte trascorsa senza sentirci? Ah, poi la domenica alle 8.30 passano anche per sincerarsene di persona prima di andare a messa, eh. Fai te.
Commento by Bill Lee — 30 Novembre 2009
seia: oh my god. Fai qualcosa per loro.
Commento by maia — 30 Novembre 2009
oddio, seia, in effetti sei messa peggio di me.
la domenica alle 8.30? io sarei già passata alla rappresaglia!
Commento by Mitì — 30 Novembre 2009
La mamma ci va per tenere sott’occhio il papà (e già mi è simpatica, con quel suo sbuffo perenne di nicotina che me l’assorella ;-*)
Commento by maia — 30 Novembre 2009
eh, ma che faticaccia, povera donna! poi mi rimane incriccata e dolorante tutto il giorno! anche tu fumi parecchio? io ormai se vedessi mia madre senza sigaretta in mano non la riconoscerei (che bello averti qui!)
Commento by seia — 30 Novembre 2009
Bill/Maia: sono così da più di trent’anni che dovrei fare??? E non vi ho detto di quando mio padre alle 8.30 di domenica mattina si stupisce di trovarci in pigiama e attacca la tiritera del mattino e dell’oro e di qualcos’altro che sono troppo rincoglionita per capire cosa sia 🙂
Commento by maia — 1 Dicembre 2009
eh, seia, hai perfettamente ragione, i genitori son difficili da educare. son refrattari a ogni insegnamento e permalosissimi.
te pensa che in tanti anni io e le mie sorelle non siamo ancora riuscite ad insegnare a mio padre a sorbire il brodo (o il caffè, o il gelato) senza emettere quel piacevole suono, misto di pompa idrovora e trapano dentistico.
(quella frase lì che dici te, seia, non completatela mai in mia presenza.
tremo solo al pensiero di una stanza enorme, a pacchi di fogli scritti a macchina, a occhi allucinati e a una foto d’epoca in cui sorride il male… brrr)
Commento by alessandra — 9 Dicembre 2009
uhm… sveglia alle 7 per ginnastica mattutina e “sorbimento” del brodo… sicura di non aver degli avi giapponesi? 🙂
Commento by maia — 9 Dicembre 2009
alessandra, giapponesi non so, masochisti di sicuro! 🙂