Visti da… Quel treno per Yuma
Si inaugura oggi una rubrica dedicata a quei film che, per un motivo o per un altro, hanno fatto la storia del cinema.
Sono film che hanno lasciato un’impronta indelebile nell’immaginario collettivo.
Sono film che hanno cambiato sensibilità e gusti della società contemporanea.
Sono film che io non ho mai visto.
E siccome non posso non recensirli, me li son fatti raccontare da qualcuno.
Questa settimana tocca a Mio Padre, massimo esperto mondiale di “Western Incipit”, disciplina per appassionatissimi cultori dell’epica della frontiera americana che non riescono a tenere aperti gli occhi oltre i primi trenta-quaranta minuti dei film1.
Il capolavoro scelto da mio padre è “Quel treno per Yuma” (versione originale).
Titolo originale: 3:10 to Yuma, Western, b/n, 92 min, USA, 1957
regista: n.p.
attori principali: quell’attore, dai, quello famoso, quello con gli occhi blu
quell’altro attore, quello rosso che si vede sempre nei west
un sacco di pistoleri
un bel po’ di cavalli
Il west
Una diligenza corre nel profondo west, colla polvere, i cactus e tutto il resto che c’è di solito nel west. Una banda di banditi la blocca, ammazza il diligente che si voleva ribellare, e rapina uno dei viaggiatori. Uno degli altri viaggiatori (quell’attore rosso che si vede sempre nei west) vorrebbe intervenire, ma se la fa sotto. I figli cominciano allora a rompergli i coglioni perché ha avuto paura e allora non sei un vero uomo e allora perché non reagisci, io sono più uomo di te e scommetto che ce l’ho anche più lungo.
Il padre è avvilito.
Il derubato offre una ricompensa a chi acchiappa il bandito e siccome il padre ha un sacco bisogno di soldi (e siccome il figlio gli ha sfracassato i cosiddetti), egli (il padre) si lancia all’inseguimento.
Il cattivo (quell’attore famoso, dai, quello con gli occhi blu), è un vero fesso perché invece di scappare in messico si mette a seguir sottane e viene preso con le castagne sul fuoco e portato casa del padre.
La moglie del padre lo guarda, lui guarda la moglie del padre e insomma… ma il padre arriva e lo porta in un albergo.
Arrivano anche i complici del cattivo che iniziano a sparare.
Dentro, il padre e il cattivo iniziano a piacersi, un piacere maschio, virile da west (ma west di una volta, non questi moderni), e fanno amicizia.
E insomma c’è un gran sparare, mentre si aspetta il treno che porterà il cattivo a Yuma.
(fine del riassunto paterno)
Come facilmente si evince dalla breve sinossi, siamo di fronte ad un western particolarissimo, tutto giocato sui contrasti, fra il bianco e il nero, luce ed ombra, bene e male, ad un film in cui l’aspetto psicologico prevale sull’azione.
Un film che lascia nello spettatore interrogativi inquietanti.
Nella durissima lotta fra il buono e il cattivo chi la spunterà?
La fascinazione che i due antagonisti provano l’uno per l’altro li porterà a cambiare atteggiamento?
Sarà il cattivo a redimersi o sarà piuttosto il buono a cedere e a entrare a far parte della banda2?
Quanti dannati proiettili entrano in una pistola del west?
E chi ce l’avrà effettivamente più lungo fra il padre e il figlio?
Ma soprattutto, siamo sicuri che dopo tutto questo casino poi il treno per Yuma passi sul serio?
Non è che uno scioperino a singhiozzo…
- cosa, questa, che rende mio padre puntualissimo nel raccontare l’innesco dell’intreccio, quanto poco affidabile quando si tratta di spiegarne lo scioglimento [↩]
- nel caso si tratterebbe di chiara citazione colta di un famoso film di John Landis, ndr [↩]
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Commento by johnny says — 11 Febbraio 2009
wow!! un avvincente film, quasi quaisi me lo faccio rancotare anche da mio padre così da averne una seconda visione, poi magari ti faccio sapere e ne parliamo.
secondo me il figlio ce l’ ha più lungo!
Commento by maia — 11 Febbraio 2009
vai, così magari mi dice come finisce!
Commento by maia — 11 Febbraio 2009
uff, i cosini di friendfeed oggi non ci sono
il mio tennico non è poi così bravo…
Commento by Ted — 12 Febbraio 2009
Basta che a questo Yuma non ci si arrivi con Trenitalia che ultimamente fa certi prezzi… Anzi, già che c’è, sto film, potrebbe farsi promotore per far abbassare i prezzi Lamezia-Firenze? Grazie.
Commento by maia — 12 Febbraio 2009
potremmo girare il seguito: “quello sporco, ultimo treno per lamezia”.
sai che successo?
Commento by ndr — 13 Febbraio 2009
muoiono tutti. morti tutti. almeno a vedere dall’età che hanno in quel fotogramma lì. sono passati 51 anni: mi sa che son morti tutti. eh.
(-:
Commento by filo — 14 Febbraio 2009
io pure sono un esperto di “qualsiasigenerecinematografico” incipit e con la stessa dovizia di particolari del tu’ babbo potrei raccontare decinaia di film
Commento by maia — 15 Febbraio 2009
grazie mille ndr, mi hai tolto un rovello che mi si era impiantato nella testa. questo non sapere come finiva il film mi stava uccidendo, eh
filo, allora il prossimo film me lo racconti tu!
Commento by filo — 16 Febbraio 2009
ne sarei onorato: potrei raccontarti “l’uomo che volle farsi re” in versione flash intermittenti
Commento by boink — 16 Febbraio 2009
Io potrei raccontare Invito a cena con delitto in versione fincipit, ne ho visto solo l’inizio e la fine. Tutto il resto è nebbia. Anzi, a pensarci non mi ricordo neanche quel che ho visto. Lasciam perdere vai.
Commento by ndr — 25 Febbraio 2009
prego maia. però. però. ecco. uffiuffi. lavora meno ed aggiorna di più! eh. uffi uffi.
(-:
un abbraccio.
Commento by maia — 22 Marzo 2009
eccomi, andrea!
filo, e il racconto dell’uomo che volle farsi re? son qui che aspetto, eh
che ho provato a raccontarlo a boink ed ho fallito 🙂