state per assistere…

di maia, 8 Maggio 2007

ad un uso privato di mezzo pubblico.
No, non c’è nessuna mia foto mentre dirotto un bus (io i bus li dirotto, non li rubo, perché non li saprei guidare, anche se ho visto fare certe manovre a degli autisti doc, che quasi quasi…).
Intendevo dire che per una volta userò questo blog in modo autoreferenziale. Invece di scrivere il solito post di pubblica utilità, ho deciso di fare uno strappo alla regola e di scrivere di me e di quello che mi piace.
Chinotto e partita allo stadio a parte, a me piace molto anche ascoltare la musica. Ma questo ve lo scrivo in un altro post.
Un’altra cosa che mi piace molto è la lasagna, ma non ho la minima intenzione di scrivere un post culinario.
Di sesso non parlo, quindi credo che mi rimangano dormire, cinema e letteratura.

Siccome voglio far vedere che ogni tanto leggo anche io, credo che vi parlerò di un libro.

E’ stato amore a prima vista, una vera e propria attrazione fatale.

Era un pomeriggio buio e tempestoso e passeggiavo in centro senza ombrello. All’improvviso un fulmine ha aperto il cielo plumbeo ed un vero e proprio nubifragio si è abbattuto sulla città. Così ho cercato riparo nel primo portone che ho trovato. Era la libreria feltrinelli.

E’ stata la fine. Ogni volta che entro là dentro è la fine per il mio portafoglio.
Io provo una specie di amore-odio per quel negozio.
Non potete capire l’effetto che mi fanno tutti quei libri ammucchiati in bell’ordine, ordine alfabetico per autore, tranne che nei reparti tematici, dove i libri sono raggruppati per argomento (e poi in ordine alfabetico per autore).

In mezzo al negozio, ci sono poi enormi banchetti sovrastati da altissime pile di tomi di ogni forma (per quante forme possa avere un libro) e spessore.

Tutte le volte che vedo quelle costruzioni ardite eppure ordinatissime, mi viene una voglia di buttarle giù che non avete idea…

E’ una vera e propria malattia. Un impulso incontrollabile.

Ogni volta mi avvicino con fare noncurante, osservo quelle belle composizioni colorate, prendo un libro, lo soppeso, lo annuso, faccio finta di leggerne qualche pagina.

Poi mi guardo intorno. Appena sono sicura che nessuno mi stia guardando, con un abile colpo di coda, rovescio un intero banchetto.

La soddisfazione per il gioco d’abilità mi si smorza subito. La confusione che segue la rovinosa caduta, infatti, fa girare tutti, clienti e commessi, e tutti mi guardano con aria di rimprovero.

Io, che sono troppo timida per stare a questo mondo, non solo mi metto a raccogliere tutti i volumi sparsi a terra, ma li infilo anche nel mio cestino degli acquisti, fingendo di aver voluto comprarli tutti. E’ colpa della maledettissima educazione che mi hanno impartito i miei genitori. Chi rompe paga, mi dicevano, così adesso, anche quando non rompo, anche quando al massimo spiegazzo qualche pagina, mi sento in dovere di pagare tutto.

Ho imparato a sopportare lo sguardo stupito dei cassieri all’uscita quando mi vedono arrivare con una ventina di copie dello stesso libro. “E’ per fare dei regali. Me li incarta, per favore?” di solito basta per soddisfare la loro curiosità e farli ripiombare nella loro abulia.
E’ così che mi trovo a leggere le cose più assurde (e a regalarle ai miei amici e parenti più pazienti), cose che nessun essere umano leggerebbe spontaneamente.

Se non altro col tempo mi sono fatta furba e questo giochetto non lo faccio più vicino all’entrata: è lì che vengono raccolte le “novità imperdibili”, ovvero i libri più brutti ed insipidi, che raramente si riescono a vendere (e ci sarà pure un perché!).

Ora il mio moto liberatorio lo esercito nella stanza centrale, dove sono raccolti i libri più interessanti.

L’altra volta, quella del pomeriggio buio e tempestoso, senza ombrello, mi ero velocemente infilata nel salone dei classici.

Ero di cattivo umore per via del tempo (sono un tantinello meteoropatica) ed era da troppo poco tempo uscito l’ultimo libro di Moccia. Non avevo la minima intenzione di ritrovarmelo nel cestino, nemmeno in cambio di un perfetto strike!

La zona classici però è verticale. Nel senso che i libri sono sistemati su scaffali normali.

L’unico modo per ripetere il mio gioco in questi casi è arrampicarmi sullo scaffale più alto e tirare giù un libro a caso con stile scomposto, in modo che rovini a terra il maggior numero possibile di volumi.

Così ho puntato Twain (era il più in alto e il più appartato di tutti) ed ho cominciato a tirare verso di me il “diario di Eva” con il mignolo sinistro.

A forza di tirare, mi son ritrovata circondata da una pioggia di libri di ogni genere e misura. Mentre ero chinata a guardare il macello che avevo combinato, un minuscolo libricino, sfuggito al mio sguardo e rimasto pencolante sullo scaffale, mi è piombato in testa. E qui ho benedetto la proverbiale leggerezza di Twain: per fortuna si trattava di una raccolta di racconti di appena 100 pagine!

L’ho raccolto. “Come curare la malinconia”. Il titolo non mi diceva nulla.
Era un vero e proprio miracolo! La gioia di aver trovato qualcosa di uno dei miei scrittori preferiti che ancora non avevo gustata è stata così forte, che mi sono addirittura dimenticata di raccogliere tutti i libri che avevo trascinato per terra!

Per la prima volta da anni, sono uscita dalla libreria con un solo libro in mano (seguita da una scia di improperi lanciatimi dai commessi imbufaliti).

Morale della favola.

Vale la pena leggere una raccolta poco conosciuta di racconti di Twain? Si, vale sempre la pena. Anche quando si tratta di tre racconti minori. Anche quando i primi due sono un poco stiracchiati, meno scorrevoli del solito, il primo un poco eccessivo nel tono finto adulatorio nei confronti di un immaginario scrittore, il secondo in alcuni punti addirittura ripetitivo. Perché Twain è pur sempre Twain e la sua “firma”, la sua zampata ce la mette sempre. E chiude la raccolta con un racconto, che vale da solo il prezzo di copertina. Si intitola “La signora Mc Williams ed il fulmine”. E’ un gioiellino di ironia e leggerezza.

Leggerezza mai sufficientemente celebrata.

ps IMPORTANTISSIMO: se avete intenzione di comprare l’ultimo libro di Paul Auster, “Viaggi nello scriptorium”, non, ripeto NON leggete la quarta di copertina.

Va bene che la “sorpresa” della trama è abbastanza prevedibile, ma uno spoileraggio così vergognoso grida vendetta!

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14 Commenti »

  1. Commento by PiccoloBlues11 Giugno 2007

    “Signore delle catene”. Pfui. Magari le passassero a me, le catene! Almeno saprei cosa scrivere.

  2. Commento by maiaB11 Giugno 2007

    🙂
    come vuoi.
    me ne invento qualcuna e poi ti sommergo

  3. Commento by Magosilvan11 Giugno 2007

    “Conobbi Charles Mingus nel luglio del 1964, poco prima di mezzanotte.”

    Secondo me nella versione originale c’era scritto “round about midnight” , ma questa è un’altra storia.

  4. Commento by maiaB12 Giugno 2007

    molto, molto probabile mago.
    la traduzione di quel libro non è che sia molto accurata e secondo me si perde più di una chicca.
    ma non importa, in fondo l’affresco che lascia vale comunque la pena.

  5. Commento by taniele12 Giugno 2007

    Dite che sono troppo Kerouac per capire tutto questo?

  6. Commento by maiaB12 Giugno 2007

    no, non ti preoccupare.
    sono io che sono esaurita 🙂

  7. Commento by Magosilvan12 Giugno 2007

    Va bene, in onore di Mingus mi sparo “Duke Ellington sound of love in versione strumentale a tutto volume. Oggi sto romantico!

  8. Commento by maiaB12 Giugno 2007

    beato te.
    io invece sono in un ufficio in cui si ascolta solo radio subasio.
    chi è della zona capirà il perché del mio sconforto.

    per dire, la programmazione non si discosta da ferro – pausini – antonacci – d’alessio.
    a ripetizione continua.
    e quando arriva anche solo una canzone degli anni 60 (stamani hanno dato “ti voglio cullare, cullare…”), sembra una boccata d’aria fresca…

  9. Commento by CavStacchia13 Giugno 2007

    Giovanotto,
    noto con estremo rammarico che neanche un titolo della STACCHIA compare tra i libri da lei citati.
    Non un Fiunda, non un Muco ne’ uno Steregoni: VERGONIA!!!!!!!!!

    Cordialmente,

    Cav. Marcello Stacchia

  10. Commento by maiaB13 Giugno 2007

    Ma Cavaliere, mi perdoni, questi sono i libri che mi son stati regalati, non quelli che io compro!
    Fra i quali figurano tutti i Muco e da sabato, anche il Piorrea!

    Il problema è che mi ritrovo degli inioranti come amici.
    Ma non tema, li ho rinnegati tutti.

    Sua maia

  11. Commento by dario14 Giugno 2007

    Bella Jersey Girl, molto bella!
    è quella con Bruce Springsteen, no?

  12. Commento by maiaB14 Giugno 2007

    ammetto la mia ignoranza, non l’ho mai sentita cantata da bruce springsteen, ma jersey girl l’hanno rifatta in tanti.
    ed ogni volta è bellissima

  13. Commento by baxx14 Giugno 2007

    è molto bella la versione di Springsteen, rende onore all’originale. in questi giorni continuo ad imbattermi nella voce di Waits: un film con Al Pacino l’altra sera e “sea of love” nella colonna sonora. e che ci fosse pure in “shrek 2”, però, non me lo sarei mai aspettato. vecchio orco che non è altro.

  14. Commento by maiaB14 Giugno 2007

    🙂
    è adorabile

    via, vorrà dire che stasera mi scar… ehm… mi… mi immaginerò com’è questa versione di springsteen