perché odio law & order
ok, il titolo è un po’ forte.
In realtà a me law & order piace, quello vero intendo, non la versione fighetta e rileccata che va in onda ultimamente. Mi piacevano le serie originali, quelle vecchio stile, con la coppia di poliziotti sdrucito-cinico-con la battuta sempre pronta/giovane-belloccio-simpatichino, con il capo poliziotto donna nera e con la triade di procuratori capo-nullafacente (a che ricordi io, l’ho sempre visto a fumare o mangiare o leggere giornali)/ procuratore esperto-ma insopportabile/fighissima-procuratrice-giovane.
L’equilibrio era perfetto, le puntate scorrevano via veloci come acqua fresca, nessuna trama complicata, colpi di scena manco per sbaglio, insomma il telefilm perfetto per trascorrere una serata rilassante dopo il lavoro, quando non si ha voglia di pensare a niente.
E allora perché ce l’ho tanto con loro?
Il problema è che io ho difficoltà ad addormentarmi.
Inutile darsi alla lettura, ché anzi se inizio a leggere qualcosa, qualsiasi cosa, fossero anche le istruzioni della crema da corpo (incredibile a dirsi, ma esistono davvero e sono scritte in caratteri così piccoli ed in colori così sbiaditi, che spesso ti ritrovi a cercar di leggere la versione in giapponese senza rendertene conto), non riesco ad addormentarmi finché non l’ho finita (e nel caso delle istruzioni della crema, con un mal di testa aggiuntivo e la frustrazione di non aver capito nulla… menomale che ci son sempre anche i disegnini!)
Inutile provare a contare le pecore, perché inevitabilmente intorno al venti perdo il filo e ricomincio daccapo, innervosendomi sempre di più.
Ed inutili sono tutti i rimedi della nonna, decotti, infusi, intrugli puzzolenti.
Medicine non ne voglio prendere…
Insomma, la situazione era tragica.
Finché la soluzione si presentò da sola, per caso.
Avevo programmato il timer del famoso comby, all’epoca ancora funzionante, per registrare non ricordo che cosa, ma lui è impazzito (o la rai ha cambiato palinsesto all’ultimo, non ricordo) e mi son ritrovata su nastro Angela Lansbury.
Si, lo so, ci son delle persone che non vogliono la si nomini, ma la Signora in giallo è stata il mio toccasana!
E’ bastato sentire quella voce, che son crollata in un sonno comatoso.
Pensavo fosse una coincidenza, ma ho notato che ogni volta che facevo partire il nastro, mi rilassavo immediatamente e mi addormentavo nel giro di pochi minuti.
Dopo qualche tempo, mi bastava sentire l’avvio della sigla per avvertire i benefici effetti…
Così presi a registrarmi tutte le puntate, delle quali non sono mai arrivata a vedere la fine, ma io ero contenta così.
Poi Angela, la mia Angela, è sparita dallo schermo.
Ero disperata, ho cercato un sostituto, inutilmente. Ho provato con Matlock (o come si scrive) ma non era la stessa cosa: mi annoiava ma non mi addormentava.
Ho provato tanti e tanti altri telefilm, ma c’è poco da fare, era proprio la voce della Lansbury che mi mancava e quelle atmosfere così quiete, così protette che mi cullavano dolcemente verso il mondo dei sogni…
Finché retequattro ha riproposto per l’ennesima volta le tremiladuecento serie del tenente Colombo.
Eccolo il sostituto perfetto! La sua voce piatta, le trame comode come pantofole di peluche, come una coperta calda, la mia coperta di linus…
In questo caso non avevo neanche il cruccio di non sapere come andavano a finire le puntate, visto che le avevo già viste tutte più volte ed alcune le sapevo anche a memoria!
Oh che bello, che goduria seguire il tenente nella sua caccia lenta e tortuosa all’assassino (che riesce ad individuare sin dalla prima volta in cui lo vede, ma come farà?).
Che goduria vedergli esasperare il criminale con quel fare finto tonto e rompiscatole, usando una sorta di tortura cinese ma molto, molto più raffinata, fatta di domande continue a tradimento…
Eh si, con lui sul video, si dorme che è un piacere…
O meglio, si dormiva.
Tutto è stato perfetto fino a quando ho iniziato una fine analisi comparata fra le due serie, Colombo e Law & order.
E mi è crollato un mondo addosso…
Tutti quei cavilli, quelle raffinatissime battaglie tribunalizie, quello spaccare il capello su ogni singola prova…
Dio, come si fa a guardare il tenente adesso, che incastra i colpevoli inducendoli a confessare per via di un fiore all’occhiello prima sparito e ricomparso al suo posto qualche ora dopo?
L’ammirazione per suo il cervello, per il modo in cui arriva a risolvere il caso rimane intatta, ma ormai anche un bambino sa che le prove così raccolte e così impalpabili non valgono niente e che basta un avvocatucchio ai minimi sindacali per smontargli tutto l’impianto accusatorio, figurarsi con quale nonchalance lo faranno gli avvocatoni che gli assassini di Colombo, sempre gente ricchissima, possono permettersi!
E così ogni volta che rivedo il povero tenente, me lo immagino a fine giornata nel chiuso della sua casetta, stravaccato sul divano, in canottiera, mutandoni ed impermeabile, una birra in mano, la faccia stanca e rassegnata, a rimuginare sull’ennesima causa persa, all’ennesimo colpevole assolto e all’inutilità di tutto il suo lavoro…
E alla promozione sfuggita per l’ennesima volta…
Che tristezza…
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